Questo articolo è disponibile anche in:
Italiano
Quesito
Caro Padre Angelo,
Mi chiamo … e sono di …., ho … anni e sono sposato con … che ha la mia età da vent’anni, abbiamo 4 figli e una in Paradiso.
Ho letto con molto interesse le risposte che ha dato ai vari quesiti relativamente al tema della morale sessuale e matrimoniale. Io le volevo porre un quesito: premetto che con mia moglie siamo ambedue credenti e praticanti, inseriti in Parrocchia e in un movimento ecclesiale, e che fin dal fidanzamento ci siamo impegnati ad osservare l’insegnamento della Chiesa relativamente alla castità pre matrimoniale, e successivamente al matrimonio alla pratica dei metodi naturali.
Tuttavia da alcuni anni, da quando cioè mia moglie ha iniziato ad avere il ciclo irregolare a causa sia dell’età che di alcuni raschiamenti che le hanno danneggiato le mucose, è diventato difficile seguire il metodo in quanto manca quella sintomatologia indispensabile per avere certezza del periodo fertile da quello non fertile. In particolare due anni fa mia moglie è rimasta incinta, all’età di … anni, gravidanza non cercata ma da subito accettata come un dono di Dio. Il 5 giugno di due anni fa è nata una bambina, con la sindrome di down, peraltro di ciò ne eravamo già consapevoli durante la gravidanza. La bambina è vissuta 22 giorni poi è morta per un problema cardiaco tra le nostre braccia. Questa esperienza è stata per noi un’occasione nella quale abbiamo toccato con mano l’Amore di Dio, dal lato umano però, ci siamo chiesti se il nostro gesto di concepire questa creatura fosse stato veramente responsabile, alla luce del fatto che il nostro ginecologo (impegnato anche lui con i ProLife), ci aveva consigliato di evitare gravidanze per il rischio sia per la salute di mia moglie sia anche per eventuali rischi di malformazioni del feto, e ci aveva suggerito di usare gli anticoncezionali.
Di fronte a tale situazione abbiamo deciso di usare, controvoglia, il preservativo. Ciò per noi è sicuramente un limite al nostro donarci reciproco, ma al tempo stesso l’alternativa sarebbe la castità. Le chiedo padre, l’uso dell’anticoncezionale in questa situazione è da considerarsi un peccato mortale?
La ringrazio anticipatamente per la risposta.
Risposta del sacerdote
Carissimo,
1. mi complimento anzitutto per il tuo itinerario di preparazione al matrimonio e per la bella famiglia che il Signore ti ha donato.
Sono certo che non ti sei mai pentito di aver seguito le vie di Dio.
La fedeltà al Signore ti ha dato anche la forza di sopportare la prova di una bambina con la sindrome di down.
La Signore ha gradito senza dubbio il vostro amore e la vostra fedeltà.
Adesso avete una bambina che parla bene di voi al Padre celeste e che assicura per tutti voi la sua protezione.
Veramente tutto è grazia quando si vive secondo le vie del Signore.
2. Adesso vengo al caso che mi hai posto e devo dire che anche nel tuo caso l’uso del preservativo non è lecito.
D’altra parte ti accorgi da te stesso che qualcosa non va.
Coppie cristiane che talvolta fanno uso del preservativo mi dicono come avvertano in maniera chiara che non si tratta di un atto di autentico amore.
3. Giovanni Paolo II ha detto che con la contraccezione “gli sposi si attribuiscono un potere che appartiene solo a Dio: il potere di decidere in ultima istanza la venuta all’esistenza di una persona umana. Si attribuiscono la qualifica di essere non i co-operatori del potere creativo di Dio, ma i depositari ultimi della sorgente della vita umana.
In questa prospettiva la contraccezione è da giudicare oggettivamente così profondamente illecita da non potere mai, per nessuna ragione, essere giustificata.
Pensare o dire il contrario, equivale a ritenere che nella vita umana si possano dare situazioni nelle quali sia lecito non riconoscere Dio come Dio” (17.9.1983).
4. La contraccezione di suo è un’alterazione del disegno di Dio sulla sessualità e sull’amore umano.
5. Nella vostra situazione al momento non vi è altra strada che l’astensione dai rapporti coniugali.
Non si tratta certo di astensione dall’amore, ma dagli atti di intimità coniugale, perché con la contraccezione sarebbero falsificati.
6. Con grande realismo un documento del magistero della chiesa ricorda che nella vita di tutti, sia di quanti vivono nel celibato come di quelli che vivono nel matrimonio “di fatto capitano in un modo o nell’altro per periodi di più breve o di più lunga durata, delle situazioni in cui siano indispensabili atti eroici di virtù” pontificio consiglio per la famiglia, Sessualità umana: verità e significato, 19).
7. Del resto già da giovani vi siete abituati a vivere castamente, sebbene non ci fosse ancora la coabitazione coniugale.
Quella castità è servita solo a farvi amare in maniera sempre più forte e genuina.
Probabilmente il Signore vi chiede di nuovo questo per un breve tratto di strada.
Anche di questa castità non avrete mai da pentirvene. Avvertirete quanti doni porta alla vostra famiglia.
Tendete dunque agli obiettivi più belli e più alti che il Signore vi presenta: la santità.
La vostra bambina dal cielo vi aiuterà anche in questo.
Ne sono certo.
Vi assicuro la mia preghiera per la vostra bella famiglia e uno ad uno vi benedico.
Padre Angelo