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Quesito

Caro Padre Angelo,
le scrivo perché ho un po’ di confusione dopo aver sentito i consigli di vari sacerdoti riguardo gli atteggiamenti nel periodo del fidanzamento. E’ venuto fuori di tutto: non un bacio che dopo il matrimonio, nessun abbraccio perché c’è intenzione cattiva. Può anche non credermi, ma è stato proprio così.
Le chiedo a mio beneficio di elencare tutti gli atteggiamenti leciti durante il periodo del fidanzamento, pregandola di rimandarmi alle citazioni dei documenti della Chiesa. Inoltre le chiedo dei titoli di libri in materia di morale sessuale e familiare che inglobino anche il comportamento da tenere nel fidanzamento cattolico – non ho visto libri recenti in materia sugli atti propri del fidanzamento e dei rapporti coniugali nelle librerie cattoliche -.
Ringraziandola fin d’ora per il bene che mi potrà fare,
le auguro, con un po’ di anticipo, un santo Natale ed un felice anno nuovo.
Salvatore C.


Risposta del sacerdote

Caro Salvatore,
devo riconoscere che oggi i teologi moralisti sono oggi molti parchi nel dare indicazioni riguardo alle manifestazioni affettive tra fidanzati.

1. Un documento del magistero della Chiesa, intitolato Persona humana (29.12.1975), della Congregazione per la dottrina della fede, parla dei rapporti prematrimoniali.

2. Un altro documento “Orientamenti educativi sull’amore umano” (12.12.1983), della Congregazione per l’educazione cattolica, procede per gradi.
Innanzitutto esclude chiaramente i rapporti prematrimoniali
“I rapporti intimi devono svolgersi soltanto nel quadro del matrimonio, perché solo allora si verifica la connessione inscindibile, voluta da Dio, tra il significato unitivo e il significato procreativo di tali rapporti, ordinati a mantenere, confermare ed esprimere una definitiva comunione di vita – “una sola carne” – mediante la realizzazione di un amore “umano”, “totale”, “fedele”, “fecondo”, cioè l’amore coniugale. Perciò le relazioni sessuali fuori del contesto matrimoniale costituiscono un disordine grave, perché sono espressione riservata a una realtà che ancora non esiste; sono un linguaggio che non trova riscontro obiettivo nella vita delle due persone, non ancora costituite in comunità definitiva con il necessario riconoscimento e garanzia della società civile e, per i coniugi cattolici, anche religiosa” (OE 95)

3. Su altre manifestazioni affettive che coinvolgono la genitalità senza giungere al rapporto sessuale il medesimo documento dice:
“Si vanno sempre più diffondendo tra gli adolescenti e i giovani certe manifestazioni di tipo sessuale che di per sé dispongono al rapporto completo senza però giungere alla sua realizzazione. Queste manifestazioni della genitalità sono un disordine morale, perché avvengono al di fuori di un contesto matrimoniale” (OE 96).
Il principio che guida tutta la morale cristiana sulla sessualità è il seguente: l’esercizio della genitalità è proprio ed esclusivo del matrimonio.
L’esercizio della genitalità infatti manifesta la volontà di donarsi totalmente l’uno all’altro. E proprio perché totale include anche la capacità di donarsi reciprocamente la possibilità di diventare padre o madre. E questo viene attualizzato in maniera responsabile solo all’interno del matrimonio.
Pertanto ogni uso della genitalità che sia fine a se stesso è contrario al progetto di Dio.

4. I baci di per sé non appartengono all’ambito genitale.
Tuttavia, siccome non siamo fatti a scompartimenti, certi baci possono provocare un disordine nella genitalità, ad esempio una polluzione.
Se la polluzione capita per caso e contrariamente alla volontà del soggetto non c’è piena responsabilità.
Ma se uno sa che a determinati comportamenti segue quest’effetto, allora il disordine diventa volontario e l’azione diventa peccaminosa.

5. Il documento della santa Sede dice anche che bisogna aiutare i giovani “a capire il danno che tali manifestazioni recano alla loro maturazione affettiva, in quanto conducono ad un incontro non personale, ma istintivo, spesso indebolito da riserve e da calcoli egoistici, dunque sprovvisto del carattere di una vera relazione personale e tanto meno definitiva. Un’autentica educazione condurrà i giovani verso la maturità e la padronanza di sé, frutti di una scelta cosciente e di uno sforzo personale” (OE 97).

6. A un visitatore, che mi aveva posto una domanda sui baci in bocca (aveva sentito che costituivano occasione prossima di peccato) e che mi chiedeva una risposta privata, avevo detto che non ci vuole molto a capire che i baci in bocca provocano facilmente una commozione venerea. Ed è per questo che nei trattati di morale il bacio in bocca viene classificato come il bacio tipico dei coniugi e costituisce come una preparazione al rapporto coniugale.
Tuttavia, per una valutazione adeguata, è sempre necessario tenere presente il comportamento e la reazione dei soggetti, che non in tutti è identica.

7. Sempre questo visitatore diceva che nelle manifestazioni affettive con la ragazza prevaleva la componente affettiva più che quella passionale.
Rispondevo: se la componente affettiva provoca un disordine nella genitalità, il bacio slitta verso un rapporto di strumentalizzazione vicendevole, senza che uno se ne accorga.

8. Una visitatrice diceva che è bello sentirsi in simbiosi anche fisica col proprio futuro marito con carezze anche sulle parti genitali.
Insieme con i principi menzionati, rispondevo che non è necessario ricorrere a particolari intimità fisiche (anche se non si raggiunge il rapporto sessuale completo) per esprimere la simbiosi con il futuro marito.
E che le simbiosi che non sono caste pregiudicano simbiosi ben più importanti, come quella con Dio. Le impurità infatti spengono il gusto delle cose di Dio.

9. Per un cristiano non si tratta semplicemente di osservare un codice morale, ma di intraprendere un cammino di santità.
È necessario avere un’illimitata fiducia in Dio e nella sua legge: Dio è il vero amico dell’amore dell’uomo.
Satana ha introdotto il sospetto che Dio sia rivale dell’uomo e del suo amore.
Nessuno quanto Dio, che ha messo in noi la vocazione all’amore, ci tiene che il nostro amore vicendevole diventi sempre più grande e più bello.
La sua legge mira esclusivamente a tutelare la purezza dell’amore, che è la condizione indispensabile perché esso possa mantenersi e svilupparsi.
I suoi divieti sono un atto di amore per noi perché intendono denunciare quelle contraffazioni o seduzioni che dell’amore portano solo il nome e finiscono sempre col danneggiarlo.
Quando si capisce questo, la legge di Dio non è più sentita come un peso o come una restrizione, ma come un dono meraviglioso del suo amore, come una grazia, che indica la via della libertà e della felicità.
Anche la confessione sacramentale, che ci libera dagli egoismi contratti con il peccato, è un grande dono.

10. Ecco, caro Salvatore, la mia risposta, che rimane ancora sulle generali, ma che da la risposta a tanti problemi particolari più dettagliati.
Alla luce di quanto detto, un giovane come te può giungere a capire anche da solo che cosa è lecito e che cosa non lo è.
Rimango tuttavia ancora a tua disposizione.
Ti ringrazio per la fiducia e per avermi dato la possibilità di offrire un ulteriore servizio a tutti i nostri visitatori.

Ricambio di cuore i graditi auguri di un Santo Natale e di un felice anno nuovo. Li accompagno con una preghiera particolare e con la mia benedizione.
Padre Angelo