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Quesito

Reverendo Padre, io e mia moglie di 45 anni, sposati da 10, cerchiamo di vivere il matrimonio cristianamente, armonizzando la nostra sessualità con i ritmi naturali della fertilità femminile, senza ricorrere a metodi contraccettivi di alcun tipo.
Seguendo questi principi, abbiamo accolto due figli come doni essenziali della nostra unione.
Adesso però le cose sembrano essersi un po’ complicate.
Il ciclo mestruale di mia moglie, comprensibilmente, si è fatto irregolare e imprevedibile e quindi il calcolo dei giorni fertili risulta problematico e, a conti fatti, in molti casi ci siamo accorti di aver avuto rapporti in giorni non indicati, in quanto non desidereremmo un’altra gravidanza.
La questione è complicata dal fatto che, come ovvio, le possibilità di portare a compimento una gravidanza sono ormai molto scarse, mentre non sono poi così improbabili una fecondazione e un concepimento che però, a questa età della donna, nel 90% dei casi (e oltre) si concludono con un aborto spontaneo, a volte neppure avvertibile (ma altre volte sì, in tutto il suo doloroso contesto), ma che rappresenta anche in tal caso un fattore di turbamento anche morale.
Vorremmo dei consigli su come gestire meglio questa fase che precede la menopausa in modo da poter avere un’intimità coniugale comunque serena e appagante, senza ansie o retropensieri collegabili alle conseguenze di essa che genererebbero inevitabilmente frustrazione e forse incomprensioni e amarezza.
La ringrazio per l’aiuto che vorrà darci con la consueta competenza, anzi sapienza, unita a carità cristiana che sempre contraddistingue le sue risposte.
Con riverenza


Risposta del sacerdote

Carissimo,
1. l’unica strada percorribile nel matrimonio è quella che non separa la finalità unitiva con quella procreativa.
Diversamente si altera il progetto santificante di Dio sull’amore coniugale.

2. Se non è percorribile la cosiddetta continenza periodica, sarà necessario percorrere una continenza più prolungata.
Per questo un documento del magistero della Chiesa afferma che “di fatto capitano in un modo o nell’altro per periodi di più breve o di più lunga durata, delle situazioni in cui siano indispensabili atti eroici di virtù” (pontificio consiglio per la famiglia, Sessualità umana: verità e significato, 19).

3. Gli atti eroici di virtù non sono comprensibili a chi non ha come obiettivo la santità.
È a questo che il Signore chiama ed è per questo che ha parlato di via stretta.

4. Il Santo Papa Paolo VI nell’enciclica Humanae vitae ha voluto ricordare espressamente questo obiettivo che oggi viene facilmente dimenticato.
Il medesimo Santo Papa ricordava anche la via stretta che è necessario percorrere per accedere alla vita.
Ecco le sue testuali parole: “E ora la nostra parola si rivolge più direttamente ai nostri figli, particolarmente a quelli che Dio chiama a servirlo nel matrimonio. La Chiesa, mentre insegna le esigenze imprescrittibili della legge divina, annunzia la salvezza e apre con i sacramenti le vie della grazia, la quale fa dell’uomo una nuova creatura, capace di corrispondere nell’amore e nella vera libertà al disegno del suo Creatore e Salvatore e di trovare dolce il giogo di Cristo.
Gli sposi cristiani, dunque, docili alla sua voce, ricordino che la loro vocazione cristiana iniziata col battesimo si è ulteriormente specificata e rafforzata col sacramento del matrimonio. Per esso i coniugi sono corroborati e quasi consacrati per l’adempimento fedele dei propri doveri, per l’attuazione della propria vocazione fino alla perfezione e per una testimonianza cristiana loro propria di fronte al mondo.
Ad essi il Signore affida il compito di rendere visibile agli uomini la santità e la soavità della legge che unisce l’amore vicendevole degli sposi con la loro cooperazione all’amore di Dio autore della vita umana.
Non intendiamo affatto nascondere le difficoltà talvolta gravi inerenti alla vita dei coniugi cristiani: per essi, come per ognuno, è stretta la porta e angusta la via che conduce alla vita. Ma la speranza di questa vita deve illuminare il loro cammino, mentre coraggiosamente si sforzano di vivere con saggezza, giustizia e pietà nel tempo presente, sapendo che la figura di questo mondo passa. Affrontino quindi gli sposi i necessari sforzi, sorretti dalla fede e dalla speranza che ” non delude, perché l’amore di Dio è stato effuso nei nostri cuori con lo Spirito santo, che ci è stato dato “; implorino con perseverante preghiera l’aiuto divino; attingano soprattutto nell’eucaristia alla sorgente della grazia e della carità” (HV 25). 

5. Come si nota, il Papa parla di “esigenze imprescrittibili della legge divina”. Si tratta di leggi per le quali non si può derogare e circa le quali la Chiesa non ha alcun potere.
Giovanni Paolo II, altro Santo Papa, ha detto: “La contraccezione è da giudicare oggettivamente così profondamente illecita da non potere mai, per nessuna ragione, essere giustificata.
Pensare o dire il contrario, equivale a ritenere che nella vita umana si possano dare situazioni nelle quali sia lecito non riconoscere Dio come Dio” (17.9.1983).

6. La contraccezione sembrerebbe favorire l’unione coniugale, la buona intesa.
Ma Giovanni Paolo II dice che “al linguaggio nativo che esprime la reciproca donazione totale dei coniugi, la contraccezione impone un linguaggio oggettivamente contraddittorio, quello cioè di non donarsi all’altro in totalità.
Ne deriva, non soltanto il positivo rifiuto all’apertura alla vita, ma anche una falsificazione dell’interiore verità dell’amore coniugale, chiamato a donarsi in totalità personale” (FC 32c).

7. È solo nel rispetto della legge di Dio che l’intimità coniugale conserva il suo significato di autentico amore.
Questo comporta un’ascesi, il dominio di sé, come ha ricordato il santo Papa
Paolo VI nell’HV: “Il dominio dell’istinto, mediante la ragione e la libera volontà, impone indubbiamente un’ascesi
Ma questa disciplina, propria della purezza degli sposi, ben lungi dal nuocere all’amore coniugale, gli conferisce invece un più alto valore umano. Esige un continuo sforzo, ma grazie al suo benefico influsso i coniugi sviluppano integralmente la loro personalità, arricchendosi di valori spirituali: essa apporta alla vita familiare frutti di serenità e agevola la soluzione di altri problemi; favorisce l’attenzione verso l’altro coniuge, aiuta gli sposi a bandire l’egoismo, nemico del vero amore, ed approfondisce il loro senso di responsabilità. 
I genitori acquistano con essa la capacità di un influsso più profondo ed efficace per l’educazione dei figli; la fanciullezza e la gioventù crescono nella giusta stima dei valori umani e nello sviluppo sereno ed armonico delle loro facoltà spirituali e sensibili” (HV 21).

8. Carissimo, ti ho esposto la dottrina della Chiesa. È una dottrina della quale la Chiesa dice che non è sua, ma è di Dio.
Suo compito è di annunciarla e di aiutare i fedeli a vivere secondo il progetto di Dio per condurli a santità di vita.
Indubbiamente è la via stretta di cui parla il Vangelo.

Con l’augurio di poterla perseguire con l’aiuto della grazia, ti benedico e ti ricordo nella preghiera.
Padre Angelo