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Quesito

Caro Padre Angelo,
Sono Ettore. Mi permetto di scriverLe nuovamente poiché ritengo doveroso informarLa degli esiti straordinari delle Sue formidabili indicazioni in merito alla vocazione sacerdotale che avverto da qualche mese, in seguito gradirei presentarLe alcuni dubbi, con la certezza che Lei sia capace di chiarirli.
Innanzitutto le comunico che sto seguendo scrupolosamente ogni suo consiglio, ovvero: l’Eucarestia quotidiana, la lettura del Vangelo, la recita quotidiana del S. Rosario, la confessione settimanale e la meditazione.
Come lei aveva saggiamente previsto, sento la presenza del Signore che arde nel mio cuore manifestandosi concretamente nella mia vita.
La mia vocazione al sacerdozio ha subito un progressivo processo di crescita che ancora oggi non si arresta e mi permette di vivere in stato di grazia e nella gioia alla quale Dio ci chiama.
Nostro Signore Gesù Cristo mi ha inoltre chiamato a servirlo in modo più concreto e tangibile, pertanto, con l’appoggio costante del mio Parroco, sono divenuto ministrante e servo il sacerdote all’altare, nella perenne convinzione di servire Gesù stesso che ha conferito ai suoi ministri la potestà di celebrare la S. Messa, attraverso la quale incontriamo Gesù fatto Sacramento e ci ricongiungiamo armoniosamente con i suoi Santi, che costantemente lodano l’Altissimo e pregano per noi.
Ho avuto modo altresì, di sperimentare il potere incredibile della Santa Eucarestia, sacramento che ci rende fortissimi nella lotta contro il demonio, il quale, nella sua malvagità, desidera avvelenare la nostra vita con subdoli inganni e tentazioni che possono essere vinte solo con il Santo aiuto di Gesù e della Vergine Maria, temuta terribilmente dal diavolo.
Vengo dunque al quesito da porLe. Grazie a Lei ho scoperto la bellezza del S. Rosario e lo recito quotidianamente e mi domandavo se fosse corretto recitarlo in chiesa, davanti all’altare del Santissimo sacramento, dove vengono riposte le ostie consacrate. Ritengo che quel luogo della chiesa sia parecchio stimolante per la preghiera, in quanto è abitato in maniera particolare da Gesù, però forse sarebbe meglio rivolgere preghiere più specifiche a Gesù fatto Sacramento, invece di recitare il classico Rosario, che invece è una preghiera dedicata sostanzialmente alla Santa Vergine Maria.
In secondo luogo le chiedo se si debba meditare sugli stessi misteri quando si recita il S. Rosario più volte al giorno. Ad esempio se recito il S. Rosario di Lunedì, giornata dedicata alla contemplazione dei misteri Gaudiosi, devo meditare sugli stessi misteri anche se decido di dire un altro Rosario nella stessa giornata?
Ancora le domando cosa mi consiglia di fare dopo la celebrazione eucaristica, quando depongo le vesti da ministrante, devo fare una particolare preghiera o meditazione? Mi faccia presente anche se ci sono dei divieti relativi al post Messa.
La saluto con vivissima gratitudine e spero che la mia testimonianza possa essere esempio concreto di come Lei sia incredibilmente saggio e capace di chiarire ogni dubbio, permettendoci di vivere con serenità e pace la nostra vita spirituale.
Nel manifestarLe la mia stima e la mia riconoscenza per il Suo servizio, le assicuro la mia preghiera e la ricordo al Signore.
Ettore


Risposta del sacerdote

Caro Ettore, 
1. sono contento che i consigli che ti ho dato per custodire la vocazione al sacerdozio li abbia subito messi in pratica e li abbia trovati rispondenti alle tue esigenze.

2. Prima di rispondere alle tue domande mi soffermo su alcune considerazioni che tu hai fatto a proposito della Santa Messa.
Innanzitutto sul potere di allontanare i demoni con le loro tentazioni.
San Giovanni Crisostomo dice che “da quella mensa noi ritorniamo come leoni che spirano fuoco e sono terribili al diavolo (Omelia 61,3 sul Vangelo di Giovanni).
Questo effetto è tanto più forte in proporzione alla devozione con cui ci accostiamo a questo sacramento.
Fatta la Comunione, dovremmo sentirci una cosa sola con il Signore Gesù. E non solo perché lo portiamo sacramentalmente presente all’interno del cuore, ma anche per la nostra conversazione con lui.
Secondo San Tommaso “in virtù di questo sacramento avviene una certa trasformazione dell’uomo in Cristo per via della carità: e questo è l’effetto proprio del sacramento” (Commento alle Sentenze,IV,12, 12, 2).
Allora come i demoni stavano male e fuggivano alla presenza di Gesù, così avviene la stessa cosa anche per noi in forza dell’effetto mirabile di questo sacramento.

3. Nostro Signore disse a Santa Caterina da Siena: “(Nella Santa Comunione) Io lascio nell’anima l’impronta della mia grazia, come fa il sigillo che lascia la sua impronta sopra la cera calda anche dopo che è stato levato.
Così nell’anima rimane la virtù di questo sacramento: vi rimane cioè il caldo della mia divina carità, clemenza di Spirito Santo
Vi rimane il lume della sapienza del mio unigenito Figlio che illumina l’occhio dell’intelletto a conoscere e vedere la dottrina della mia verità.
Rimane nell’anima la fortezza, partecipando essa la mia fortezza e potenza, rendendola io forte e potente contro la sua sensualità, contro i demoni e contro il mondo.
Sicché vedi che rimane in lei l’impronta, levato che sia il sigillo” (Dialogo, 112).

4. Sono contento che il parroco ti abbia concesso di essere ministrante (in altre parole di essere chierichetto) durante la celebrazione della Messa.
Sappiamo che la celebrazione della Messa, essendo lo stesso sacrificio di Cristo reso presente sull’altare, produce un effetto di bene a vantaggio di tutti gli uomini. Ma molto di più per i presenti e per coloro che sono nel cuore dei presenti.
E ancora di più per coloro che cooperano in vario modo alla celebrazione della messa. Tra questi anche il servizio all’altare.
Il beato Pier Giorgio Frassati, che secondo quanto annunciato sarà proclamato santo l’anno prossimo nel centenario della sua morte, tutte le mattine andava a Messa. Vi andava per tempo, 10 minuti prima, lo si vedeva trasformato e poi serviva la Messa.
All’età di 14 anni ottenne addirittura di fare il voto di fare la Santa Comunione tutti i giorni.
Dai sacerdoti che hanno ascoltato le sue confessioni sappiamo che ha sempre conservata la grazia di Dio ricevuta nel battesimo. Non l’ha mai persa con nessun peccato mortale.
Amo pensare che questo sia un effetto particolare della Santa Comunione quotidiana

5. Finita la Messa, conserva la presenza del Signore dentro di te e rimani in conversazione con lui.
Certo, saluterai il sacerdote e magari anche altre persone.
Poi, se puoi, rimani ancora in Chiesa, inginocchiato oppure seduto in grande raccoglimento ripensando a quanto il Signore ti ha detto attraverso le letture che hai ascoltato. Quelle parole le ha dette proprio per te perché siano lampada ai tuoi passi per quella giornata.
Inoltre tratta con Gesù di tutti i tuoi problemi. Santa Teresa d’Avila diceva: “Non vogliate perdere una così buona occasione per trattare i vostri interessi come quella che vi si offre dopo la santa comunione” (Cammino di perfezione, 34,10).
Ti accorgerai di quanto il Signore sia puntuale nel venirti in soccorso nelle parole che devi dire, nelle decisioni da prendere, nella soluzione di tanti problemi.
Se non puoi stare in Chiesa perché devi andare subito via, in ogni caso non tralasciare questo momento. È troppo prezioso ed è anche il momento più santificante per la nostra vita.
Dice ancora santa Teresa d’Avila: “Se quando era nel mondo guariva gli infermi col semplice tocco delle vesti, come dubitare che, stando in noi personalmente, non abbia a fare miracoli se abbiamo fede? Sì, trovandosi in casa nostra, accoglierà ogni nostra domandanon essendo suo costume pagar male l’alloggio che gli si dà, quando gli venga fatta buona accoglienza” (Cammino di perfezione, 34,4).

6. Questo viene raccomandato anche dalla Chiesa.
Nell’Istruzione “Inestimabile donum” (3.4.1980) della Congregazione per il culto divino si legge: “Si raccomandi ai fedeli di non tralasciare, dopo la Comunione, un giusto e doveroso ringraziamento, sia nella celebrazione stessa, con un tempo di silenzio, con un inno o con un altro canto di lode, sia dopo la celebrazione, rimanendo possibilmente in orazione per un congruo spazio di tempo” (n. 17).
Personalmente non trovo di meglio sia dopo la Messa sia stando in Chiesa per la visita al Santissimo Sacramento che la recita del Santo Rosario: aiuta a tenere lo sguardo fisso su Gesù con la materna presenza di Maria. Aiuta anche a determinare un certo lasso di tempo per stare insieme con Gesù.
Mentre deponi le vesti da ministrante non sono previste particolari preghiere.
Tuttavia mentre rientri dall’altare tornando in sacrestia, rimani raccolto in attesa di fare il ringraziamento.

7. Venendo alle domande relative al Santo Rosario: lo puoi recitare dovunque.
La Chiesa però aggiunge l’indulgenza plenaria a chi lo recita in Chiesa o in un oratorio (luogo di preghiera).
Perché non approfittare anche di questo tesoro, che peraltro può essere donato alle anime del Purgatorio?
A questo proposito piace ricordare quanto afferma un documento della Penitenzieria Apostolica (8 marzo1996): “La prassi di pregare col santo Rosario (…) davanti al Santissimo Sacramento, sia conservato sia esposto (…) è da lodare perché in tal modo ad un tempo si adora il Signore nostro Gesù Cristo presente e si venera la beatissima vergine Maria con preghiere che sono essenzialmente bibliche (Padre nostro, Ave Maria nella sua prima parte e i misteri della salvezza).
Pertanto continuando nella pia consuetudine i fedeli faranno ottima cosa”.
Sempre per il Rosario: se si recita un secondo o un terzo Rosario durante la giornata si possono contemplare anche gli altri misteri.
Vi sono non poche persone che ogni giorno dicono il Rosario intero, vale a dire i 15 misteri: gaudiosi, dolorosi e gloriosi. Ad una corona di questi misteri si possono sostituire quelli della luce.
Se ti capita di dirne due o tre puoi fare come vuoi: rimanere fisso sui misteri del giorno oppure aggiungere quelli di un’altra corona.

Ti ringrazio per le domande che mi hai posto.
La tua precedente e-mail è stata utile anche per altri ragazzi che hanno deciso di vivere il tempo antecedente al seminario proprio secondo le indicazioni che ti ho dato.
Ti auguro ogni bene, ti benedico e ti ricordo nella preghiera.
Padre Angelo