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Caro Padre Angelo,
innanzi tutto voglio complimentarmi per il meraviglioso lavoro che compie attraverso il sito (ormai per me punto di riferimento per tanti dubbi), ogni volta che leggo un suo articolo o una risposta imparo sempre qualcosa e per questo la ringrazio molto.
Le ho scritto perchè avrei alcuni dubbi per quanto riguarda l'universo. Mi spiego meglio: Perchè Dio ha creato anche altri pianeti, che a quanto ne sappiamo, sono disabitati e molti inadatti alla vita? Proprio oggi al telegiornale hanno detto che su Marte ci sarebbero tutti i presupposti per l'insediamento di forme di vita.
Se ciò fosse vero, come dovremmo reagire ad un eventuale forma di vita su altri pianeti?
Comprometterebbe qualcosa nella nostra Fede? Nella Bibbia si fa riferimento alla Terra in diverse occasioni, per esempio quando Gesù è venuto sulla Terra….
La ringrazio anticipatamente e la ricorderò con molto piacere nelle mie preghiere.
Con stima,
Michele


Risposta del sacerdote

Caro Michele,
1. certamente stupisce il numero infinito di stelle e di pianeti che vi sono nell’universo.
Stupisce ancora di più il saperli disabitati.
Verrebbe da dire: perché questa sovrabbondanza di creazione? A quale scopo?
Credo che si possa dare una duplice spiegazione.

2. La prima è di carattere scientifico: perché il moto centripeto e centrifugo della terra fosse perfettamente bilanciato all’interno di un cosmo in continuo movimento.
In tal modo non solo la terra, ma ogni altro pianeta o stella si muove nella propria orbita secondo un meccanismo perfetto e non occasionario.
Una sola deroga a questa meccanismo scatenerebbe un caos inimmaginabile e una conflagrazione universale.
Non si può non rimanere stupefatti di fronte ad un simile prodigio,  pieni di lode e di gratitudine per il Creatore.

3. Per questo San Paolo dice che quelli che non hanno saputo riconoscerlo dalle opere da Lui fatte sono inescusabili (Rm 1,20)
E soggiunge: “Perciò Dio li ha abbandonati all'impurità secondo i desideri del loro cuore, tanto da disonorare fra loro i propri corpi” (Rm 1,24) e a “a passioni infami” (Rm 1,26).
È terribile questo essere abbandonati o consegnati all’impurità del cuore.
San Tommaso commenta: “Dal momento che tale impudicizia è peccato, sembra che Dio non consegni ad essa gli uomini, perché, come si dice in Gc  1,13 Dio non tenta al male.
Bisogna dire che Dio non viene detto consegnare all'impudicizia gli uomini direttamente, inclinando il loro desiderio al male, perché Dio ordina tutto a sé, Pr 16, 4: Dio ha fatto tutto per sé, mentre il peccato è qualcosa che si verifica distogliendosi da lui.
Ma indirettamente consegna gli uomini al peccato, in quanto giustamente sottrae la grazia mediante la quale gli uomini sono trattenuti dal peccare; come se qualcuno togliendo il sostegno a qualcun altro, si dicesse averlo fatto cadere. E in questo modo il primo peccato (il mancato riconoscimento di Dio) è causa del peccato successivo (l’essere consegnati all’impurità del loro cuore e a passioni infami), il seguente è la pena del precedente” (Commento ai Romani 1,24).

4. Il testo di San Paolo non permette di generalizzare e di affermare che tutti gli atei sono così.
Ma è fatale che quando non si cerca Dio – sempre per dirla con San Paolo – si finisca per fare del proprio ventre il proprio dio: “La loro sorte finale sarà la perdizione, il ventre è il loro dio.
Si vantano di ciò di cui dovrebbero vergognarsi e non pensano che alle cose della terra” (Fil 3,19).

5. La seconda spiegazione mira ad esaltare la grandezza dell’uomo, al cui servizio ha messo tutto il cosmo.
Davide nel Salmo 8 dice: “Davvero l'hai fatto poco meno di un dio, di gloria e di onore lo hai coronato” (Sal 8,6).
L’uomo è l’unica creatura di questo universo materiale che è fatta ad immagine e somiglianza di Dio.
Anzi, quando vive in grazia, possiede addirittura Dio all’interno  del proprio cuore.
È grande la perfezione del cosmo.
Ma la perfezione di una persona la supera.
Infinitamente di più la supera un’anima in grazia.

6. San Tommaso d’Aquino con due espressioni afferma che la persona umana è più grande e più perfetta di tutto il cosmo infinito:
La prima è questa: “la persona significa quanto di più perfetto si trova in tutto l’universo, cioè il sussistente di natura razionale” (Somma teologica, I, 29, 3).
In quanto è razionale è capax Dei: “Solo la creatura razionale è capace di Dio, perché essa solo può conoscerlo e amarlo esplicitamente” (De Veritate, 22, 2, ad 5).
La seconda è la seguente: “il bene della grazia di una sola persona è più grande del bene naturale di tutto l’universo” (Somma teologica, I-II, 113, 9, ad 2).

7. Di per sé non è contrario alla fede che vi siano altri abitanti nell’universo materiale.
Ma di fronte ad eventuali forme di vita negli altri pianeti reagiremo nella misura in cui le potremo conoscere.
Per ora si tratta solo di fantasia.

Ti ringrazio del quesito che mi ha dato l’opportunità di esprimere grandi affermazioni.
Ti ricordo al Signore e ti benedico.
Padre Angelo