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Quesito

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Risposta del sacerdote

Caro Alessandro,
ti presento la quarta maniera di agire di satana sugli uomini: la possessione.
Ti saluto e ti benedico.
Padre Angelo

3. La possessione diabolica

Molto più impressionante dell’ossessione, ma anche meno pericolosa e più rara, è la possessione diabolica. La differenza fondamentale è data dal fatto che la prima è costituita da una serie di assalti esterni del demonio, mentre nella seconda c’è una vera presa di possesso del corpo della vittima da parte di Satana.

1. Esistenza della possessione diabolica
L’esistenza della possessione diabolica non si può porre in discussione e sembra appartenere al deposito [insieme delle verità rivelate da Dio] della fede.
Nel Vangelo riscontriamo vari casi di vera possessione diabolica ed uno dei caratteri più impressionanti della missione divina di Cristo è l’assoluto dominio da lui esercitato sui demòni.
Cristo li interroga con autorità: «Gli domandò: “Qual è il tuo nome?” Gli rispose: “Legione è il mio nome, poiché siamo molti”» (Mc 5,9); li obbliga ad abbandonare la loro vittima: «Ma Gesù lo sgridò dicendogli: “Taci ed esci da lui!”» (Mc 2,25); proibisce loro di proclamano Messia: «Ma egli insistentemente li rimproverava, affinché non lo facessero conoscere» (Mc 3,12); libera un gran numero di indemoniati: «condussero a lui malati di ogni genere: sofferenti di infermità e dolori vari, indemoniati e paralitici, ed egli li guarì» (Mt 4,24); conferisce ai suoi discepoli il potere di cacciare i demòni: «Guarite gli infermi,.., scacciate i demòni» (Mt 10,8), i quali se ne valgono a più riprese: «Signore, anche i demòni ci obbediscono, quando invochiamo il tuo nome» (Lc 10,17); come pure lo conferisce a san Paolo: «Paolo.., rivoltosi allo spirito disse: “Ti comando, in nome di Gesù Cristo, di uscire da lei”. In quello stesso momento lo spirito se ne uscì» (At 16,18).
Nella storia della Chiesa si sono registrati numerosissimi casi di possessione diabolica e i santi sono intervenuti spesso a liberare le sfortunate vittime. Infine la Chiesa ha istituito gli esorcismi ufficiali contro Satana, contenuti nel Rituale romano. Non si può, quindi, senza manifesta temerità, negare la realtà della possessione diabolica.
Né, d’altronde, ammettendola, ci troviamo di fronte a inconvenienti di ordine metafisico (non implica contraddizione), fisico (non supera le forze del demonio), o morale (Dio la permette come punizione del peccato o per ricavarne un maggior bene).

2. Natura della possessione diabolica
La possessione diabolica è un fenomeno sorprendente in virtù del quale il demonio invade il corpo di un uomo vivo e ne muove gli organi secondo il suo arbitrio come se si trattasse di una cosa propria.
Il demonio s’introduce e risiede realmente nell’interno del corpo della sua vittima e in esso opera e parla.
Coloro che soffrono questa invasione dispotica prendono il nome di posseduti, indemoniati o energumeni.
La possessione suppone e comporta due elementi essenziali:
a) la presenza del demonio nel corpo della vittima e
b) il suo impero dispotico su di esso.
Senza dubbio, non c’è un’”informazione” intrinseca (come nel caso dell’anima che è “forma” sostanziale del corpo), ma soltanto una penetrazione o presa di possesso del corpo.
L’impero su di esso è dispotico, però non come principio intrinseco dei suoi atti o movimenti, ma soltanto per un dominio violento ed esterno alla sostanza dell’atto. Si potrebbe paragonare all’azione dell’autista che maneggia il volante dell’automobile e ne dirige l’energia del motore dove vuole.
In ogni caso, la presenza intima del demonio rimane circoscritta al solo corpo. L’anima resta libera e, se per l’invasione degli organi corporei l’esercizio della sua vita cosciente è sospeso, non ne resta invasa ella stessa. Solo Dio ha il potere di penetrare nella sua essenza con la sua virtù creatrice e di stabilirvi la sua dimora con l’unione speciale della grazia.
Il fine perseguito dal demonio con le sue violenze è di perturbare l’anima e di trascinarla al peccato. Ma l’anima rimane sempre padrona di sé e, se si conserva fedele alla grazia, trova nella sua libera volontà un asilo inviolabile.
Nella possessione possiamo distinguere due momenti: lo stato di crisi e lo stato di calma.
I periodi di crisi si manifestano con esplosioni violente del male e la loro stessa violenza ne impedisce la continuità e la durata. È il momento nel quale il demonio si rivela apertamente con atti, parole, convulsioni, scatti di ira e di empietà, oscenità e bestemmie innominabili.
Nella maggior parte dei casi, i pazienti perdono la nozione di quello che avviene in essi, come càpita nei momenti acuti di certe malattie e di certi dolori; e rientrando in sé non conservano nessun ricordo di quello che hanno detto o fatto, o meglio di quello che il demonio ha detto o fatto per mezzo loro. Qualche volta avvertono la presenza dello spirito infernale all’inizio della crisi, quando comincia ad usare dispoticamente delle loro membra.
In certi casi, tuttavia, lo spirito del posseduto rimane libero e cosciente di sé durante il periodo in cui l’azione diabolica si fa più violenta e assiste con trepidazione a questa dispotica usurpazione dei suoi organi da parte del male.
Nei periodi di calma, nulla rivela la presenza del demonio nel corpo del posseduto. Si direbbe che se n’è andato. La sua presenza si manifesta molte volte mediante una strana malattia cronica che esula dalle categorie patologiche registrate dalla scienza medica e resiste a tutti i rimedi terapeutici.
Ad ogni modo, la possessione non è sempre continua, e il demonio che ne è l’autore può uscire dall’energumeno per un certo tempo, per farvi ritorno e riprendervi le sue odiose vessazioni, finché dura la permissione divina. L’elemento essenziale della possessione, secondo il cardinale De Bérulle, consiste precisamente in un diritto che ha lo spirito maligno di risiedere in un corpo e di farlo agire in qualche maniera; poco importa che la permanenza e l’azione siano continue o interrotte, violente o moderate, che si accompagnino alla privazione di qualche atto debito alla natura oppure aggiungano un tormento sensibile.
Si dà spesso il caso che siano molti i demoni che posseggono la medesima persona.
Il Vangelo dice che la Maddalena fu liberata da Cristo da sette demòni (Mc 16,9), e che erano una «legione» quelli che s’impadronirono dell’uomo di Gerasa ed entrarono poi in una mandria di duemila porci (Mc 5,9-13). Questi esempi evangelici si sono ripetuti lungo i secoli. Occorre notare, tuttavia, che non sempre meritano credito le dichiarazioni del demonio, padre della menzogna.

3. Segni della possessione diabolica
Per non esporre la nostra fede al discredito degli increduli, occorre andare molto cauti prima di pronunciarsi sull’autenticità di una possessione diabolica.
Vi sono numerose malattie nervose che presentano caratteri esterni molto simili a quelli della possessione, né mancano poveri squilibrati e spiriti perversi che hanno tale abilità nel simulare gli orrori della possessione, da indurre in errore il più circospetto osservatore.
Per fortuna, la Chiesa è venuta in nostro aiuto e ha dettato norme sapientissime per scoprire la frode.
Si tenga come regola che i casi di vera possessione sono molto rari e che, dovendo sbagliare, è preferibile peccare di diffidenza che di credulità.
Non bastano le stranezze del male, le agitazioni del paziente, le bestemmie, l’orrore per le cose sante. Tutte queste manifestazioni a volte si accompagnano alla vera possessione, ma non presentano i caratteri della certezza e dell’infallibilità, giacché nessuna oltrepassa le possibilità della malvagità o delle forze umane.

Il Rituale romano, nel titolo XII De exorcizandis obsesssis a daemonio [che ha ceduto il posto al De exorcismis et supplicationibus quibusdam, vale a dire al nuovo Rito degli esorcismi, entrato in vigore il 31 marzo 2002] dopo aver raccomandato prudenza e discrezione prima di emettere un giudizio, elencava alcuni segni che permettono di diagnosticare con una certa sicurezza l’esistenza di un’autentica possessione: parlare «con ricchezza di vocaboli» una lingua sconosciuta al paziente, o intendere perfettamente colui che la parla; scoprire cose occulte o distanti; ostentare forze molto superiori alla propria età e condizione, e altri del genere. Più questi segni sono numerosi più forti diventano gli indizi.

Diamo una breve spiegazione di tali segni:

a) Parlare lingue sconosciute.
Bisogna essere motto cauti nella valutazione di questo segno. La psicologia sperimentale ha registrato casi sorprendenti di soggetti patologici che all’improvviso cominciarono a parlare in un idioma che avevano studiato e che poi avevano dimenticato o nel quale avevano udito parlare o leggere altri che lo sapevano. La serva di un pastore protestante recitava in greco e in ebraico brani che aveva udito leggere dal suo padrone. Perché questo segno costituisca una prova decisiva dev’essere ben assodata la mancanza di ogni precedente relazione del soggetto nei confronti di tale idioma e la presenza di altri segni inequivocabili di possessione, quali lo spirito di bestemmia, l’orrore istintivo e incosciente per le cose sante, ecc.

b) Rivelazione di cose occulte o distanti senza una causa naturale che le possa spiegare. Occorrono anche qui i piedi di piombo. Si sono dati singolari fenomeni di telepatia e di chiaroveggenza la cui spiegazione è puramente naturale. D’altra parte, la conoscenza dei futuri contingenti e del segreto dei cuori sfugge anche agli angeli, che ne hanno solo una cognizione congetturale.
Occorre ancora tenere presente la possibilità di una divinazione puramente fortuita e casuale. Perché questo segno rivesta carattere di vera certezza deve essere molto vario e deve essere accompagnato da altri segni non dubbi di possessione. Da solo non sarebbe sufficiente a dare una certezza assoluta. Il Rituale romano si comporta con molta accortezza quando esige la presenza di più cause per generare una vera certezza.

c) L’uso di forze notevolmente superiori a quelle naturali del soggetto si presta anche all’equivoco. Ci sono stati patologici di particolare frenesia che raddoppiano e triplicano persino le forze normali di un soggetto. Tuttavia, alcuni fatti, come volare ad una grande altezza e distanza quasi si avessero le ali, mantenersi sospesi a lungo nell’aria senza punto d’appoggio, camminare con i piedi sul soffitto o con la testa all’ingiù, sollevare con facilita pesi che più uomini non potrebbero muovere, ecc., sono manifestamente preternaturali.
Quando qualcuno di questi fenomeni si presenta unito ad altri segni sicuri di possessione (soprattutto l’istintivo orrore di quello che è santo e lo spirito di bestemmia), si potrà pensare, senza imprudenza, ad un’azione diabolica.
La forma con cui si presenta non è costante. A volte sopravviene improvvisa e coincide con la causa che la origina. Il segno precursore, quando esiste, è d’ordinario l’ossessione in una delle forme sensibili che abbiamo descritte. Prima di entrare e stabilire la sua dimora nell’uomo, il demonio si agita al di fuori, come il nemico che prepara l’assalto alla piazzaforte che vuole occupare. Dio permette queste manifestazioni esterne allo scopo di far conoscere l’invasione interna, della quale sono il preludio, e per ispirarne un più profondo orrore.