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Quesito
Terza puntata prosegue dal precedente quesito leggilo adesso
Risposta del sacerdote
Caro Alessandro,
come ti ho già detto nella prima di queste risposte ho osservato che il p. Royo Marin accorpa le vessazioni e le infestazioni nell’ossessione diabolica, classificandole come ossessioni esterne.
Ti saluto e ti benedico.
Padre Angelo
2) L’ossessione esterna e sensibile è più appariscente e impressionante, ma in realtà meno pericolosa. Può estendersi a tutti i sensi esterni, come ci dimostrano le vite dei santi.
a) La vista è vittima di tutta una serie di apparizioni diaboliche.
A volte si tratta di immagini abbaglianti, piacevoli. Satana non esita a trasformarsi in angelo di luce per ingannare l’anima e ispirarle sentimenti di vanità, di compiacenza di sé, ecc.
Da questi effetti e facendo uso delle norme che regolano il discernimento degli spiriti, l’anima riconoscerà la presenza del nemico.
Altre volte Satana prende forme orribili e minacciose per intimorire i servi di Dio e allontanarli dall’esercizio delle virtù, come si legge nella vita del santo Curato d’Ars, di santa Gemma Galgani e di altri.
Altre volte, ancora, si presenta in forme seduttrici e voluttuose per trascinare al male, come fece con sant’llarione, sant’Antonio abate, santa Caterina da Siena e sant’Alfonso Rodriguez.
b) L’udito è tormentato con strepiti e rumori spaventosi (Curato d’Ars), con oscenità e bestemmie (santa Margherita da Cortona), oppure è ricreato con canzoni e musiche voluttuose che eccitano la sensualità.
c) L’olfatto percepisce alcune volte i profumi più soavi, altre volte un lezzo intollerabile.
d) Anche il gusto è provato in vari modi. Talora il demonio cerca di eccitare sentimenti di gola producendo la sensazione di cibi succulenti o di liquori deliziosi.
Più spesso produce nell’anima una forte sensazione di nausea per impedirle di prendere il sostentamento necessario, o fa apparire nel cibo cose ripugnanti (vermi, immondizie di ogni specie), difficili a trangugiare o impossibili a digerire (spine, aghi, pietre frammenti di vetro, ecc.).
e) Il tatto, diffuso per tutto il corpo, risente in mille maniere la nefasta influenza del demonio. Si avvertono percosse terribili come risulta dalla vita di santa Caterina da Siena, di santa Teresa, di san Francesco Saverio e di santa Gemma Galgani; abbracci e carezze voluttuose, come racconta di se stesso sant’Alfonso Rodriguez.
Altre volte l’azione diabolica giunge a estremi e turpitudini incredibili, senza colpa alcuna da parte di colui che le subisce.
(a volte satana agisce attraverso infestazioni locali su case, oggetti o animali; questa è un’aggiunta mia, di p. Angelo; ed è per questo che il popolo cristiano desidera la benedizione delle case).
3. Cause dell’ossessione diabolica
L’ossessione diabolica può avere molte cause:
a) La permissione di Dio che intende così purificare l’anima e aumentare i suoi meriti. In questo caso acquista il valore di una prova passiva o notte mistica dell’anima. Da Giobbe al Curato d’Ars si può dire che non ci sia stato santo che, in una forma più o meno intensa, non l’abbia sperimentata qualche volta in vita.
b) L’invidia e la superbia del demonio che non può tollerare la vista delle anime che cercano con impegno la propria santificazione, la gloria di Dio e la salvezza del prossimo.
c) L’imprudenza dell’ossesso, che ebbe l’audacia di provocare o sfidare Satana come se fosse cosa semplice il vincerlo. Abbiamo vari esempi di queste imprudenze, che le anime veramente umili non si permetteranno mai.
d) Benché più di rado, può avere origine anche dalla propensione naturale dell’ossesso, che offre a Satana il punto debole per attaccarlo. Questa ragione non vale per le ossessioni esterne, che non hanno nulla a che vedere col temperamento di colui che le patisce; ma è importante per le ossessioni interne, che trovano il terreno favorevole in un temperamento melanconico e incline agli scrupoli, alle inquietudini, alle tristezze. In ogni caso, l’ossessione, per quanto violenta, non priva mai il soggetto della sua libertà, e con la grazia di Dio può sempre essere vinta.