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Quesito
Caro Padre Angelo,
vorrei chiarimenti sul come prendere la Comunione: direttamente in bocca o passando per le mie mani?
Alcuni sostengono che è un sacrilegio e una profanazione.
La ringrazio anticipatamente se vorrà fare chiarezza.
Vorrei che mi rispondesse privatamente.
Grazie Padre
Risposta del sacerdote
Carissimo,
1. il 19 luglio 1989 la Conferenza Episcopale Italiana ha emesso un decreto sulla comunione eucaristica.
Vi si legge: “La Conferenza episcopale italiana nella XXXI assemblea generale ordinaria (C4/1669) (15-19 maggio 1989) ha esaminato e approvato con la maggioranza prescritta la delibera di carattere normativo circa l’introduzione nelle diocesi d’Italia dell‘‘uso di distribuire la comunione nelle mani dei fedeli e la relativa Istruzione Sulla comunione eucaristica”.
Pertanto ricevere la Santa Comunione nelle mani non è un sacrilegio o una profanazione.
2. Desidero presentarti tutta la normativa della Chiesa in materia.
La potrai presentare a chi obbliga di ricevere la Santa Comunione nella mano o a chi obbliga riceverla sulla lingua.
Nell’Istruzione sulla comunione eucaristica, pubblicata dalla Conferenza Episcopale Italiana nella medesima data del 19 luglio 1989, vi si legge fra le altre cose:
3. Sul modo di distribuire e di ricevere la comunione
“15. Accanto all’uso della comunione sulla lingua, la Chiesa permette di dare l’eucaristia deponendola sulle mani dei fedeli protese entrambe verso il ministro, ad accogliere con riverenza e rispetto il corpo di Cristo.
I fedeli sono liberi di scegliere tra i due modi ammessi.
Chi la riceverà sulle mani la porterà alla bocca davanti al ministro o appena spostandosi di lato per consentire al fedele che segue di avanzare
16. In ogni caso è il ministro a dare l’ostia consacrata e a porgere il calice.
Non è consentito ai fedeli di prendere con le proprie mani il pane consacrato direttamente dalla patena, di intingerlo nel calice del vino, di passare le specie eucaristiche da una mano all’altra”.
4. Nelle indicazioni particolari per la comunione sulla mano si legge:
“2. Il modo consueto di ricevere la comunione deponendo la particola sulla lingua rimane del tutto conveniente e i fedeli potranno scegliere tra l’uno e l’altro modo.
4. Il fedele che desidera ricevere la comunione sulla mano presenta al ministro entrambe le mani, una sull’altra (la sinistra sopra la destra) e mentre riceve con rispetto e devozione il corpo di Cristo risponde «Amen» facendo un leggero inchino.
Quindi, davanti al ministro, o appena spostato di lato per consentire a colui che segue di avanzare, porta alla bocca l’ostia consacrata prendendola con le dita dal palmo della mano.
Ciascuno faccia attenzione di non lasciare cadere nessun frammento.
Le ostie siano confezionate in maniera tale da facilitare questa precauzione.
5. Si raccomandi a tutti, in particolare ai bambini e agli adolescenti, la pulizia delle mani e la compostezza dei gesti, anch’essi segno esterno della fede e della venerazione interiore verso l’eucaristia”.
5. Nelle Disposizioni per ricevere la comunione eucaristica si legge:
“10. Perché la comunione eucaristica produca in noi i suoi frutti di salvezza, e non si traduca invece nella nostra condanna (1Cor 11,27-29), essenziali sono le nostre disposizioni, prime tra tutte la fede nella presenza reale del Signore sotto le specie eucaristiche e lo stato di grazia.
Perciò la Chiesa prescrive che «nessuno, consapevole di essere in peccato mortale, per quanto si creda contrito, si accosti alla santa eucaristia senza premettere la confessione sacramentale» (Rito della comunione fuori della messa e culto eucaristico, ed. it. 1979, 23; CIC can. 916) (V4/2533).
Solo qualora vi sia grave e urgente necessità, il fedele che non abbia disponibilità di un confessore può accostarsi al sacramento eucaristico, premettendo un atto di contrizione perfetta che include il proposito di confessarsi quanto prima (ivi).
11. Fin dai tempi piú antichi la Chiesa ha fatto precedere la comunione eucaristica dalla pratica ascetica del digiuno.
Pur avendo attenuato il precedente rigore, la Chiesa prescrive anche oggi di astenersi da qualunque cibo e bevanda – che non sia la semplice acqua o una medicina – per almeno un’ora prima della comunione. Ne sono dispensati i malati, gli anziani e coloro che li assistono (cf. CIC can. 919)”.
L’obbedienza alla normativa della Chiesa è la migliore garanzia di non andare fuori strada.
Ti auguro ogni bene, ti ricordo al Signore e ti benedico.
Padre Angelo