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Quesito

Buona sera, padre Angelo,
volevo ringraziarla per questo bellissimo aiuto che lei e i sacerdoti domenicani offrite al prossimo dubbioso e confuso come me anche.
Il mio problema è molto personale, riguarda la morale sessuale e matrimoniale; mi rendo conto che sia un tema molto delicato e che possa urtare le persone più sensibili, me compreso, ma pregherò il Signore di aiutarvi nel vostro nobile compito di informarci riguardo a ciò che è giusto o sbagliato fare in queste situazioni, per evitare di offendere Gesù.
Ecco, il mio problema è sorto leggendo alcune sue risposte a chi le chiedeva se era giusto o no concedersi, tra fidanzati, alcuni momenti di intimità senza arrivare all’atto vero e proprio.
La mia fidanzata ed io da più di un anno siamo insieme e stiamo parecchio attenti a non infrangere il Sesto Comandamento nelle sue vaste tematiche, tanto che il momento in cui vorremmo entrare in contatto per la prima volta sarà nel giorno del matrimonio.
Leggendo le sue risposte, ho notato che lei ritiene disordinate tutte le azioni tra fidanzati che coinvolgono la "genitalità" o che possono provocare una "polluzione": ecco, che cosa intende, esattamente, con queste espressioni? Scusi, non vorrei imbarazzarla, anche a me dispiace entrare così nel dettaglio, ma capirà il perché lo faccio. Il fatto è che, appena la mia fidanzata ed io ci siamo messi insieme, non ci negavamo alcuni gesti sia pure pudichi, ma notavo che – perdoni il dettaglio – mi capitava di secernere il cosiddetto "liquido di Cowper", che, informandomi, ho scoperto essere sintomo di una eccitazione. Per questo, non volendo offendere Gesù, abbiamo tralasciati nettamente questi gesti, perché sentivo che poteva essere un problema di disordine morale il mio. Questo è stato un fatto relativo ai nostri esordi, ma il problema è che siamo giovani (21 anni), vergini e inespertissimi entrambi, ambiamo a modelli di vita casta e pura sul modello di chi, come lei, ha consacrato la propria vita a Gesù e alla Chiesa, consapevoli che un giorno potremo sposarci e ricevere questo meraviglioso dono che è il Sacramento del Matrimonio col quale vorremmo accogliere Gesù nel piccolo nucleo familiare che costituiamo e che, speriamo, possa accrescersi. Come può capire, teniamo entrambi al Matrimonio e capita che ne parliamo, così come ci piace ricordare quando e come ci siamo conosciuti, i nostri primi e timidi discorsi eccetera; in queste circostanze mi emoziono un pochino, anche perché trovo che la mia fidanzata sia davvero carina e ringrazio il Signore che ci ha concesso di incontrarci, e mi capita, purtroppo, il fenomeno che le avevo descritto prima, cioè quella secrezione. Mi chiedo se sia un peccato mortale o veniale, una cosa normale, data l’assoluta astinenza, vorrei, insomma, saperne di più, onde evitare di dispiacere a Gesù e di macchiarmi di un peccato brutto: le chiedo, inoltre, se mi consiglia di rivolgermi a un andrologo.
La ringrazio di cuore per il bene e l’amore che avete voi sacerdoti per il prossimo e per la funzione pastorale che compite sempre con la massima serietà e col reale e profondo attaccamento verso Gesù. La ricorderò in una preghiera. Che il Signore sia sempre con lei e col suo spirito,
Lorenzo

P.S.: Non mi dispiace se pubblica questa mia mail, perché il mio problema potrebbe essere quello di molti altri.


Risposta del sacerdote

Caro Lorenzo,
1. come vedi, pubblico la tua email perché di fatto diverse persone possono rispecchiare se stesse in quanto hai descritto.
Innanzitutto mi compiaccio per il vostro comune convincimento di vivere il fidanzamento come un itinerario di santificazione.
Quando nella vita di un giovane, e comunque anche di qualsiasi altra persone, questo obiettivo è perseguito con tutte le proprie forze, ci si accorge subito di ciò che ostacola la comunione col Signore e di ciò invece che la favorisce.
La Chiesa, quando parla di materia sessuale, precisa sempre che si tratta di legge di Dio, comprovata dalla retta ragione (e pertanto accessibile ad ogni persona di buona volontà, anche se non è battezzata) e anche dalla comune esperienza dei fedeli.

2. Il fenomeno che talvolta ti è successo non è di per sé un peccato grave perché può sopraggiungere indipendentemente dalla propria volontà.
Inoltre perché, come nel tuo caso, non vi è stata alcuna volontà di andare contro la legge di Dio.

3. Si tratta di un liquido secreto nella fase di eccitazione (pertanto non è necessario ricorrere dall’andrologo).
Tuttavia la sua secrezione è come un campanello d’allarme che sta ad indicare che determinate manifestazioni affettive corrono il pericolo di rimanere prigioniere di un certa sensualità che può bloccare il progresso della comunione spirituale vicendevole e anche della comunione con Dio.

4. Come ti ho detto poco sopra, nel tuo caso non si è trattato di un peccato grave perché non sapevi di determinate reazioni dell’organismo né le hai cercate.
Ma possono diventare peccato quando dall’esperienza si sa che si va a finire in un inizio di disordine, soprattutto quando non è obbligatorio compiere determinate azioni o manifestazioni.

5. Conservati puro, come già stai facendo, insieme con la tua ragazza.
Tieni sempre lo sguardo fisso sull’obiettivo ultimo di tutte le cose (la santificazione), che è da ricercare non solo quando si prega, ma sempre.
Di fatto, come ti sei accorto, ogni nostra azione influisce sul nostro rapporto col Signore.
L’unione col Signore è e deve essere il paradigma di tutto perché “tutto è stato creato per mezzo di Lui e in vista di Lui” (Col 1,16).

6. Chi non vive l’esperienza della grazia santificante e dell’unione col Signore, vede nelle leggi di Dio e della Chiesa solo delle proibizioni, quasi che Dio voglia mortificare l’amore.
Chi invece, come te, vuole avanzare nelle vie di Dio e crescere nell’unione col Signore vede nelle leggi di Dio e della Chiesa un dono singolare che permette di custodire e di accrescere l’autentico amore fra i due e nello stesso tempo conferisce una più profonda esperienza di Dio e di vera felicità.

Ti ringrazio della preghiera che mi hai promesso.
La ricambio volentieri per te e per la tua ragazza e ambedue vi benedico.
Padre Angelo