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Quesito

Caro Padre Angelo,
vorrei sottoporle questo problema. Nell’azienda in cui lavoro, ho sviluppato un buon rapporto con la mia dirigente, che reputo essere una persona in gamba e una brava ragazza. Peraltro, anche lei mi stima. Un giorno, però, lei racconta in ufficio, alla presenza di tutti quanti, che prossimamente andrà a convivere col suo ragazzo, per poi sposarsi a settembre. Conoscere ciò mi è dispiaciuto, perchè così facendo certamente non si mette sulla strada di ottenere la benedizione del Signore.
Tuttavia, dirle in quel momento ciò che pensavo sarebbe stato certamente inopportuno, sia perchè le persone non amano mai essere riprese in pubblico, sia perchè potevo essere contraddetto da altri.
Ora, mi chiedo cosa sia giusto fare: spiegarle cosa penso della sua scelta potrebbe indirizzarla a non convivere, anche considerato la stima che lei ha di me. Tuttavia, potrebbe anche sussistere il rischio opposto, cioè percependo la mia osservazione come un’invasione nella sua vita privata, non vorrei si indurisse nella sua volontà.
Pertanto, le chiedo
1) cosa è giusto fare in questa situazione?
2) dato che situazioni simili nella vita quotidiana non sono infrequenti, cosa è giusto fare in casi simili? Quando è opportuno riprendere una persona che sbaglia e quando no?
Grazie
T.M.


Risposta del sacerdote

Caro T.M.,
forse sul momento, quando la tua dirigente ha dato l’annuncio, sarebbe stato opportuno fare una battuta che facesse intuire che la cosa non va bene. Ma non sempre si possiede questa presenza di spirito.
Adesso però mi pare che sia giusto che tu dica qualcosa.
È vero che se hanno deciso di andare a convivere è perché la loro condotta, sotto il profilo dell’etica sessuale morale, non è certo del tutto conforme alla legge di Dio. Se fossero decisi di perseguire un cammino di santificazione farebbero senz’altro le cose come Dio comanda.
Ma legittimare una situazione, ostentando pubblicamente un atteggiamento disordinato, è sbagliato e non favorisce quella benedizione del Signore di cui il loro matrimonio ha bisogno.
Potresti chiederle se di questo problema ne stanno parlando nel corso di preparazione al matrimonio che stanno facendo.
Non so se questa tua dirigente frequenti i sacramenti e la Chiesa. Nel qual caso potresti chiederle se il suo comportamento sia da portare come esempio.
Il Signore ci chiede di essere luce del mondo. La scelta di questa ragazza è invece un allineamento verso il basso: non giova né al loro rapporto né agli altri.
È solo il consenso coniugale che cambia le persone, le fa essere marito e moglie e dà loro il diritto di donarsi e riceversi in totalità.
Prima del consenso il donarsi e il riceversi in totalità non è vero, perché i due non sono ancora l’uno dell’altro, con la trasformazione attuata dal matrimonio.
Come vedi, qui il discorso si sposta sulla castità e sulla contraccezione, sulla purezza dell’amore, etc…
E toccare questi argomenti, a meno che non vi sia un’affinità di idee e sentimenti molto grande, diventa difficile.
Intanto prepara questo colloquio pregando molto la Beata Vergine e lo Spirito Santo perché il tutto avvenga nel momento giusto, nelle disposizioni migliori e senza dire neanche una mezza parola sbagliata.
Anch’io ti accompagno con la preghiera e con ricordo nella S. Messa.
Intanto ti saluto e ti benedico.
Padre Angelo