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Quesito

Padre Angelo,
mi aiuti a chiarire un dubbio. Secondo la dottrina della Chiesa, la confessione e’ raccomandabile anche in assenza dei peccati mortali e mi sembra giustissimo. Pero’, se non sbaglio, non si puo’ negare la Comunione a chi non commette peccati mortali e nemmeno costringere qualcuno a confessarsi. In questa luce mi sembra molto ingiusto concedere la prima Comunione ai bambini solo dopo una prima Confessione resa obbligatoria, addirittura tutti nello stesso giorno allo stesso prete, anche in assenza dei peccati mortali. In questo modo la prima Confessione non potrebbe essere presa dal ragazzino come una specie di rito o una “prova generale” del Sacramento “vero”? Non sarebbe piu’ giusto lasciare la liberta’, naturalmente dopo una catechesi profonda, di confessarsi o meno prima della Prima Comunione?
Grazie
Olga


Risposta del sacerdote

Cara Olga,
1. il precetto della Chiesa di confessarsi almeno una volta all’anno e di fare la Comunione a Pasqua vale per tutti i cristiani dal momento in cui acquistano l’uso di ragione.
Evidentemente quando si decide di ammettere alla prima Comunione si riconosce che si è giunti all’uso di ragione.
Per questo un documento del Magistero della Chiesa, in data 20.5.1977, ha ribadito l’obbligo di premettere la Confessione alla prima Comunione.

2. L’Osservatore Romano in un commento a tale dichiarazione ricorda che i due Sacramenti devono essere ricevuti in ordine di successione, come risulta dal contesto, e cioè da come sono costantemente elencati e citati nel Decreto.
Poi osserva: “Del resto l’ammonizione di S. Paolo (1Cor 11,28) è veramente orientativa anche riguardo ai fanciulli. Quindi anch’essi prima della Comunione devono esaminarsi. Ora il fanciullo, da solo, generalmente non è in grado di compiere con chiarezza e sicurezza l’esame voluto da S. Paolo, mentre ciò gli è più facile e rassicurante con il sacerdote confessore. Molti sono infatti i fanciulli che si sentono turbati e angosciati per piccole cose, mentre potrebbero ignorare o sottovalutare cose più importanti” (28.5.1977).

3. Ti posso dare ragione sul fatto che praticamente sono costretti a confessarsi dallo stesso prete e non hanno possibilità di scelta.
Ma ho l’impressione che questo sia più un problemi di adulti che dei bambini, i quali, dopo che si è spiegato il significato e il valore della Confessione sacramentale, sentono l’esigenza di confessarsi e lo fanno volentieri.
Vanno poi educati ad accostarsi alla Santa Comunione con i sentimenti più puri. Nell’Antico testamento si legge che Dio non entra in un’anima inquinata dal peccato.
È vero che nei bambini non si tratta di peccati gravi. Anche loro però hanno i loro capricci e i loro egoismi.
Pertanto la loro confessione, oltre ad avere un grande significato pedagogico, ha anche un effetto purificatorio e santificatorio.

Ti saluto, ti prometto un ricordo al Signore e ti benedico.
Padre Angelo