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Quesito

Caro Padre,
secondo me la catena alimentare non è frutto del peccato originale, ma è uno di quei “mali” voluto da Dio per la perfezione e conservazione dell’universo.
Sbaglio?
Grazie.
Luca


Risposta del sacerdote

Caro Luca,
penso che per catena alimentare tu intenda questo: che alcuni esseri, per sopravvivere, devono nutrirsi di altri esseri.
Ciò significa che la corruzione degli uni è necessaria per la generazione o sopravvivenza di altri.
Ti riferisco in proposito il pensiero di san Tommaso:

“Altro è il caso di chi ha la gestione di un bene particolare e altro quello del provveditore universale. Il primo infatti elimina, per quanto può, ogni difetto da ciò che è affidato alle sue cure, mentre il provveditore universale, per assicurare il bene del tutto, permette qualche difetto in casi particolari” (Somma teologica, I, 22, 2, ad 2).
Dio pertanto ha previsto la corruzione di un determinato essere perché se ne possa generare un altro.
Se il chicco di grano non morisse, non potrebbe conservarsi la sua specie.
Pertanto se la distruzione delle cose create è contro la loro natura particolare, perché di suo tenderebbero alla conservazione di se stesse, tuttavia Dio ha previsto questo perché ridondi al bene di tutto l’universo.
“Essendo dunque Dio il provveditore universale di tutto l’essere, appartiene alla sua provvidenza il permettere alcuni difetti in qualcosa di particolare perché non sia impedito il bene perfetto dell’universo. Se infatti venissero impediti tutti i mali molti beni verrebbero a mancare all’universo: come non vi sarebbe la vita del leone se non vi fosse la morte di altri animali, né vi sarebbe la pazienza dei martiri se non vi fosse la persecuzione dei tiranni. Quindi S. Agostino [Enchir. 11] può dire: «L’onnipotente Dio non lascerebbe trascorrere alcun male nelle sue opere se non fosse tanto potente e buono da trarre il bene anche dal male»” (Somma teologica, I, 22, 2, ad 2).

Più avanti San Tommaso spiega ancor più precisamente.
“Il male che deriva da una cattiva azione non è minimamente imputabile a Dio…
Mentre il male che consiste nella corruzione o distruzione di qualcosa si riallaccia alla causalità di Dio” (Somma teologica, I, 49, 2).
E dice che questo è evidente nelle cose materiali. Infatti se un falegname vuole trarre una sedia dal legno, deve corrompere in qualche modo la forma del legno precedente per produrre una realtà più perfetta.
Dice poi espressamente: “è evidente che la forma voluta da Dio nelle realtà create è il bene, consistente nell’ordine dell’universo. E l’ordine dell’universo richiede che esistano degli esseri che possono venir meno, e che via via vengono meno. E così Dio, quando causa nelle cose quel bene che è l’ordine dell’universo, per concomitanza e indirettamente causa la corruzione delle cose, secondo l’espressione della Scrittura (1 Sam 2,6): «Il Signore fa morire e fa vivere». Mentre l’altro passo (Sap 1,13): «Dio non ha creato la morte», va spiegato: «come cosa direttamente voluta» (Ib.).

Tuttavia dalla sacra Scrittura è manifesto che Dio ha concesso di mangiare la carne degli altri animali solo dopo il peccato originale, anzi dopo il diluvio universale: “Quanto si muove e ha vita vi servirà di cibo: vi do tutto questo, come gia le verdi erbe” (Gn 9,3).

Ti ringrazio per la domanda, ti seguo con la preghiera e ti benedico.
Padre Angelo