Questo articolo è disponibile anche in: Italiano
Quesito
Seconda puntata prosegue dal precedente quesito leggilo adesso
Risposta del sacerdote
Caro Alessandro,
Ti presento adesso la seconda maniera con cui satana agisce, sempre con la permissione di Dio, sugli uomini
Ti saluto e ti benedico.
Padre Angelo
2. L’ossessione diabolica
La semplice tentazione è la forma più comune di cui si serve il demonio per esercitare la sua nefasta azione sul mondo.
Nessuno ne va esente, neppure i più grandi santi.
L’anima sperimenta i suoi assalti in tutte le tappe della vita spirituale.
Variano le forme, aumenta o diminuisce l’intensità, ma il fatto della tentazione rimane. Anche il Signore volle essere tentato per insegnarci come vincere il nemico delle nostre anime.
A volte però il demonio non si accontenta della semplice tentazione.
Contro le anime molto progredite, che le tentazioni ordinarie appena impressionano, dispiega tutto il suo potere infernale, e giunge, con la permissione divina, fino all’ossessione e alle volte alla possessione corporale delle sue vittime.
Nell’ossessione l’azione diabolica rimane estrinseca alla persona che la patisce, mentre nella possessione il demonio entra realmente nel corpo della sua vittima e la controlla dal di dentro.
1. Natura dell’ossessione
C’è ossessione ogni volta che il demonio tormenta l’uomo dal di fuori in una maniera tanto forte, sensibile e certa da non lasciare dubbi sulla sua presenza e sulla sua azione.
Nella tentazione non sempre appare chiara l’azione diabolica, perché, assolutamente parlando, essa potrebbe dipendere da altre cause.
Ma nella ossessione, la presenza e l’azione di Satana sono così manifeste e così ben caratterizzate, che né l’anima né il suo direttore ne possono dubitare. L’anima conserva la coscienza della sua azione vitale e motrice sugli organi corporali, ma avverte in pari tempo l’azione esterna di Satana, che cerca di sopraffarla con una veemenza inaudita.
L’ossessione – avverte molto bene un autore spirituale, il Ribet – è l’attacco del nemico, che si sforza di entrare in una piazzaforte della quale non è ancora padrone; e questa piazzaforte da conquistare è l’anima.
La possessione, invece, è la presenza del nemico nel cuore stesso della piazzaforte che governa in modo dispotico; e questa piazzaforte invasa e ridotta in schiavitù è il corpo.
C’è, come si vede, una notevole differenza tra questi due interventi diabolici. L’uno è esterno, l’altro interno; l’uno si dirige al corpo, che muove e agita; l’altra si dirige all’anima, e ha per fine immediato di sollecitarla al male. L’ossessione è più pericolosa della possessione: la schiavitù del corpo è da temersi infinitamente meno di quella dell’anima.
2. Specie di ossessione
L’ossessione può essere interna ed esterna.
La prima si rivolge alle potenze interiori, in modo particolare all’immaginazione, provocando impressioni intime.
La seconda tende ai sensi esterni in forme e gradi svariatissimi.
È raro che l’esterna si trovi sola, dal momento che il tentatore mediante i sensi intende turbare la pace dell’anima. Tuttavia le vite dei santi ci offrono esempi in cui ai più furiosi attacchi di ossessioni esterne si accompagnava la più serena pace dell’anima.
1) L’ossessione interna si distingue dalle tentazioni ordinarie soltanto per la sua violenza e durata. Non è facile determinare con esattezza fin dove giunga la semplice tentazione e dove incominci la vera ossessione, tuttavia, quando il turbamento dell’anima è molto profondo e l’attrattiva verso il male molto violenta è lecito pensare ad una ossessione diabolica.
L’ossessione interna può prendere gli aspetti più diversi.
Alcune volte si manifesterà in forma di idea fissa sulla quale sembrano concentrarsi tutte le energie intellettuali; altre volte in forma di immagini e di rappresentazioni tanto vive, che s’impongono con la forza delle più toccanti e assorbenti realtà; ora causa una ripugnanza quasi insuperabile per i doveri del proprio stato, ora fa desiderare con ardore ciò che è proibito, ecc.
Il turbamento dello spirito, dato l’intimo nesso che lega le facoltà, si riflette nella vita affettiva. L’anima, suo malgrado, si sente ricolma di immagini importune, ossessionanti, che la spingono al dubbio, al risentimento, alla collera, all’antipatia, all’odio, alla disperazione, e talora anche a pericolose tenerezze e al richiamo seducente della voluttà.
Il miglior rimedio contro tali assalti è l’orazione, l’umiltà di cuore, il disprezzo di sé, la fiducia in Dio e nella protezione di Maria, la frequenza ai sacramenti e la cieca obbedienza al direttore spirituale, che deve essere tenuto al corrente di tutto.