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Quesito

Caro Padre,
una domanda (spero) semplice…
Parlando con (più di uno) sacerdote ho scoperto come in realtà questi fossero in qualche modo favorevoli a rapporti prematrimoniali e contraccezione, pur comunque affermando che questi (al momento) sono peccato.
Quindi in realtà si sta affermando che questo è un insegnamento della Chiesa, ma che può essere soggetto diciamo così a “revisioni”.
In qualche modo potrebbero avere ragione, ad esempio se qualche Papa o Vescovo cominciasse un ragionamento “diverso” rispetto alla dottrina odierna.
Quale è la posizione di questi? Commettono peccato? E’ quindi vero che tale insegnamento si può “evolvere”?
D’altra parte, non è stato mai promulgato un dogma riguardo a questo e parlare di magistero universale in questo caso è difficile, dal momento che bisognerebbe trovare il consenso di TUTTI i vescovi, cosa che mi pare non vi fosse stato al momento della Humanae Vitae.
Mi illumini sull’argomento.
Grazie della sua infinita disponibilità.
Un saluto


Risposta del sacerdote

Carissimo,
1. la legge morale riguardante la contraccezione e il pre-matrimonio non è una legge disciplinare, che la Chiesa può mutare a suo piacimento, ma è una legge divina, è una legge naturale.
E la Chiesa sa di non avere alcuna autorità sulla legge di Dio se non quella di custodirla intatta e di preservarla da ogni deformazione.

2. Questo è il convincimento della Chiesa di sempre.
Ti riferisco le testimonianze dei Pai dell’ultimo secolo.
Pio XI nella Casti Connubii dice che “non vi può essere ragione alcuna, sia pure gravissima, che valga a rendere conforme a natura e onesto ciò che è intrinsecamente contro natura. E poiché l’atto del coniugio è, di sua propria natura, diretto alla generazione della prole, coloro che nell’usarne lo rendono studiosamente incapace di questa conseguenza, operano contro natura e compiono un’azione turpe e intrinsecamente disonesta” (CC 20).

3. Pio XII nel Discorso alle ostetriche (29.10.1951) riprende il medesimo insegnamento e afferma che “questa prescrizione è in pieno vigore oggi come ieri, e tale sarà domani e sempre, perché non è un semplice precetto di diritto umano, ma l’espressione di una legge naturale e divina”.

4. Giovanni XXIII nella Mater et Magistra dichiara che “la trasmissione della vita è affidata dalla natura ad un atto personale e cosciente, e, come tale, soggetto alle sapientissime leggi di Dio: leggi inviolabili e immutabili che vanno riconosciute e osservate” (MM 183).

5. Paolo VI nell’enciclica Humanae vitae ricorda che l’insegnamento della Chiesa su questa materia è “dottrina fondata sulla legge naturale illuminata e arricchita dalla rivelazione divina. Nessun fedele vorrà negare che al magistero della chiesa spetti di interpretare anche la legge morale naturale. È infatti incontestabile che Gesù Cristo, comunicando a Pietro e agli apostoli la sua divina autorità e inviandoli a insegnare a tutte le genti i suoi comandamenti, li costituiva custodi e interpreti autentici di tutta la legge morale, non solo cioè della legge evangelica, ma anche di quella naturale. Infatti anche la legge naturale è espressione della volontà di Dio, l’adempimento fedele di essa è parimenti necessario alla salvezza eterna degli uomini” (HV 4).

6. Giovanni Paolo II, in un passo saliente del suo magistero, si è espresso così: “La prima, ed in certo senso la più grave difficoltà (sul nostro tema), è che anche nella comunità cristiana si sono sentite e si sentono voci che mettono in dubbio la verità stessa dell’insegnamento della Chiesa. Tale insegnamento è stato espresso vigorosamente dal Vaticano II, dall’enciclica Humanae vitae, dalla esortazione apostolica Familiaris consortio e dalla recente istruzione Donum vitae. Emerge a tale proposito una grave responsabilità: coloro che si pongono in aperto contrasto con la legge di Dio, autenticamente insegnata dal magistero della Chiesa, guidano gli sposi su una strada sbagliata.
Quanto è insegnato dalla Chiesa sulla contraccezione non appartiene a materia liberamente disputabile tra i teologi. Insegnare il contrario equivale a indurre nell’errore la coscienza morale degli sposi” (5.5.1987).

7. Il Vademecum per i confessori del Pontificio Consiglio per la famiglia (12.2.1997) scrive: “La Chiesa ha sempre insegnato l’intrinseca malizia della contraccezione, cioè di ogni atto coniugale intenzionalmente infecondo. Questo insegnamento è da ritenere come dottrina definitiva ed irreformabile. La contraccezione si oppone gravemente alla castità matrimoniale, è contraria al bene della trasmissione della vita (aspetto procreativo del matrimonio), e alla donazione reciproca dei coniugi (aspetto unitivo del matrimonio), ferisce il vero amore e nega il ruolo sovrano di Dio nella trasmissione della vita umana” (n. 2.4).

8. La dottrina espressa da Paolo VI è stata riproposta con motivazioni personalistiche nella Familiaris consortio (1981) di Giovanni Paolo II, frutto del Sinodo dei Vescovi del 1980 su questo argomento.
Se fino a Paolo VI si poteva parlare di costante magistero ordinario da parte di Pietro, ora si aggiunge il magistero collegiale, quello di tutti i Vescovi uniti a Pietro.
La Familiaris consortio afferma: “Questo sacro Sinodo, riunito nell’unità della fede col Successore di Pietro, fermamente tiene ciò che nel Concilio Vaticano II (GS 50) e, in seguito, nell’enciclica Humanae vitae viene proposto, e in particolare che l’amore coniugale deve essere pienamente umano, esclusivo e aperto alla nuova vita” (HV 9.11.12)” (FC 29).

9. Benedetto XVI, nel 40° della pubblicazione dell’Humanae vitae, ha affermato: “Il Magistero della Chiesa non può esonerarsi da riflettere in maniera sempre nuova e approfondita sui principi fondamentali che riguardano il matrimonio e la procreazione. Quanto era vero ieri, rimane vero anche oggi. La verità espressa nell’Humanae Vitae non muta” (10.5.2008).

9. Come vedi, la Chiesa è convintissima che si tratta di legge naturale, di cui Dio è l’Autore.
Le affermazioni che ti ho portano sono così forti e chiari, che dovrebbero dissipare ogni dubbio.
C’è da stupirsi che un sacerdote non sappia queste cose. Come minimo, prima di proporre il proprio insegnamento, dovrebbe portare l’insegnamento e il convincimento della Chiesa.

10. Ma c’è da stupirsi che ardisca proporre il suo personale insegnamento accanto della Chiesa: primo, perché il suo pensamento non è garantito da niente, mentre quello della Chiesa è garantito dallo Spirito Santo; secondo, perché ha accettato di essere ministro di Cristo e della Chiesa all’interno del popolo cristiano, e ad ogni ministro si richiede di essere fedele all’incarico assunto.

11. Sant’Agostino diceva: “Roma locuta, causa finita” (Roma ha parlato, la discussione è terminata).
Questa è una regola ecclesiale che tutti dovrebbero conoscere.
C’è da augurarsi che il sacerdote che tu hai sentito si sia espresso male o che tu abbia frainteso.

12. Quanto detto sulla contraccezione vale anche per i rapporti prematrimoniali, la cui menzogna (è il linguaggio di Giovanni Paolo II) è visibilizzata dalla contraccezione, dal non voler donarsi in totalità.
E d’altra parte non potrebbero donarsi in totalità perché non si appartengono ancora vicendevolmente.

Ti auguro ogni bene, ti ricordo al Signore e ti benedico.
Padre Angelo