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Quesito
Salve Padre,
mi chiamo … seguo la sua rubrica da tantissimo tempo.
Le dirò: all’inizio tante cose che diceva la Chiesa mi sembravano "assurde" (io ho ricevuto i sacramenti, ma vengo da una famiglia poco religiosa, mio padre è ateo e nessuno di noi comunque è "praticante") però piano piano ho capito "il senso" di molte cose… Anche quelle su cui "non concordo" ora mi sembrano perlomeno logiche. Anche il suo sito ha contribuito a chiarirmi le idee e di questo le sono estremamente grato!
Vengo al dunque, così da non farle perdere troppo tempo! Da tanto tempo (direi quasi due anni) desidero tornare in Chiesa, confessarmi e fare la comunione (addirittura una parte di me vorrebbe trascorrere del tempo in un monastero ecumenico come Bose o in ritiro presso i Francescani… Cose che avrei trovato inconcepibili fino ad alcuni mesi fa). Ma "non ci riesco"… Provo una sorta di ansia a riguardo, che proprio non riesco a superare! (Prego anche per cercare di vincerla, ma proprio non ci riesco).
La cosa che mi imbarazza di più è l’idea della confessione, che mi mette molto in imbarazzo. Io mi sono riavvicinato al cattolicesimo attraverso la preghiera del rosario (grazie anche di questo: leggendo il suo sito ho capito la forza di questa preghiera) però ancora non mi sento del tutto "cattolico", perché ho un certo scetticismo su alcune "dottrine" della Chiesa (in cima alla lista il dogma dell’infallibilità papale, ma anche "Extra Ecclesia nulla salus") e soprattutto perché "fisicamente" non vado a messa. Se io continuassi a non essere d’accordo con certi dogmi, potrei comunque accostarmi ai sacramenti? Le vorrei scrivere e chiedere tante altre cose, ma l’email diventerebbe lunghissima… Per favore può ricordarmi nella preghiera? Ha qualche consiglio per superare aiutarmi a sconfiggere l’ansia?
La ricorderò nella preghiera,
grazie
Risposta del sacerdote
Carissimo,
1. sono contento che ti sia riavvicinato a Cristo mediante la preghiera del Santo Rosario.
Il Rosario è essenzialmente una preghiera che mette in comunione con il Signore.
È una comunione attuale con gli eventi della sua vita, che noi chiamiamo misteri a motivo della loro ricchezza mai pienamente raggiungibile.
Senza accorgertene da Maria sei stato portato a Gesù: non c’è via migliore, più breve e più sicura.
2. Agganciandomi ad uno dei temi della tua mail (l’ansia), ti posso dire che non c’è di meglio per te che stare in compagnia di Gesù e della Madonna per sentirti più sereno, più tranquillo.
Non posso dimenticare che a Fatima, proprio qualche giorno fa abbiamo ricordato i 98 anni dalla prima apparizione ai tre pastorelli, nel pieno della guerra mondiale che tardava a finire la Madonna ha chiesto di pregare con il Rosario per ottenere la pace nel mondo.
Il Rosario non è una specie di incantesimo che fa smettere di guerreggiare.
Nel Rosario si viene riempiti dei sentimenti di Cristo.
E con i sentimenti di Gesù nel cuore gli altri come potrebbero essere considerati nemici?
Non sono anch’essi nostri fratelli, nostri consanguinei, persone alle quali doniamo tutti i meriti delle nostre azioni e delle nostre preghiere?
Il Rosario porta pace anche in quel piccolo mondo che è la famiglia, e anche in quell’altro piccolissimo mondo che è il nostro cuore.
3. Il Rosario porta pace perché porta Gesù, che “è la nostra pace” (Ef 2,14). Lo introduce dentro il nostro cuore, dentro la nostra vita.
Nel Rosario viene Gesù, proprio come l’ha visto profeticamente Zaccaria: “Ecco, a te viene il tuo re. Egli è giusto e vittorioso, umile, cavalca un asino, un puledro figlio d’asina” (Zc 9,9).
Viene con umiltà, nel silenzio, ma è il vittorioso.
4. La sua presenza accanto a te in ogni istante della vita è il motivo della tua pace e della tua sicurezza.
Ed ecco il perché.
Quando dici il Rosario, come sai, è necessario ricostruire l’evento menzionato all’inizio della decina.
Lo ricostruisci non come pio ricordo, ma sapendo che il Signore vuole rendere contemporaneo a te quell’evento, con tutta la potenza dei suoi meriti e con l’onnipotenza della sua preghiera.
Giovanni Paolo II – parlando del Rosario – ha detto che “diventa naturale portare a questo incontro con la santa umanità del Redentore i tanti problemi, assilli, fatiche e progetti che segnano la nostra vita. «Getta sul Signore il tuo affanno, ed egli ti darà sostegno» (Sal 55, 23).
Meditare col Rosario significa consegnare i nostri affanni ai cuori misericordiosi di Cristo e della Madre sua.
A distanza di venticinque anni, ripensando alle prove che non sono mancate nemmeno nell’esercizio del ministero petrino, mi sento di ribadire, quasi come un caldo invito rivolto a tutti perché ne facciano personale esperienza: sì, davvero il Rosario «batte il ritmo della vita umana», per armonizzarla col ritmo della vita divina, nella gioiosa comunione della Santa Trinità, destino e anelito della nostra esistenza” (Rosarium Virginis Mariae, 25).
5. Ha detto anche: “Il Rosario mi ha accompagnato nei momenti della gioia e in quelli della prova. Ad esso ho consegnato tante preoccupazioni, in esso ho trovato sempre conforto. Ventiquattro anni fa, il 29 ottobre 1978, ad appena due settimane dall’elezione alla Sede di Pietro, quasi aprendo il mio animo così mi esprimevo: «Il Rosario è la mia preghiera prediletta. Preghiera meravigliosa! Meravigliosa nella sua semplicità e nella sua profondità….
Difatti, sullo sfondo delle parole Ave Maria passano davanti agli occhi dell’anima i principali episodi della vita di Gesù Cristo. Essi si compongono nell’insieme dei misteri gaudiosi, dolorosi e gloriosi, e ci mettono in comunione viva con Gesù attraverso – potremmo dire – il Cuore della sua Madre.
Nello stesso tempo il nostro cuore può racchiudere in queste decine del Rosario tutti i fatti che compongono la vita dell’individuo, della famiglia, della nazione, della Chiesa e dell’umanità. Vicende personali e vicende del prossimo e, in modo particolare, di coloro che ci sono più vicini, che ci stanno più a cuore. Così la semplice preghiera del Rosario batte il ritmo della vita umana»” (Ib., 2).
6. Nel Rosario c’è poi la presenza di Maria, la piena di grazia, che da sola mette in fuga tutti i demoni.
Aveva ragione padre Pio da Pietrelcina a dire che il Rosario è l’arma che vince su tutto e su tutti.
7. Ma adesso nella tua vita cristiana devi fare altri passi.
Il primo è quello che riguarda la confessione sacramentale che è il sacramento della liberazione e della guarigione.
Non aver alcun timore nell’accostarti al sacerdote, perché, come diceva il santo Curato d’Ars, egli sa già quali sono i peccati che può commettere una persona. Non si scandalizzerà.
Il Catechismo della Chieda Cattolica dice che “in coloro che ricevono il sacramento della Penitenza con cuore contrito e in una disposizione religiosa, ne conseguono la pace e la serenità della coscienza insieme a una vivissima consolazione dello spirito” (CCC, 1468).
Dopo esserti confessato sperimenterai un po’ di quella gioia che si prova in Paradiso quando ci si lascia purificare dal sangue di Cristo: “Ci sarà più gioia in cielo per un peccatore convertito, che per novantanove giusti che non hanno bisogno di penitenza” (Lc 15,7).
8. Poi andrai a Messa per lasciati nutrire di Cristo, della sua presenza, della sua parola e del suo corpo.
Non tarderai a capire che questo è il momento più liberante, più solenne e più prezioso della tua vita
Non sto a spiegarti il significato dei tre aggettivi che ho usato per non essere troppo lungo.
Ti dico solo che a Messa avviene anche per te quello che avveniva per il popolo d’Israele quando nel deserto si nutriva della manna: “Invece sfamasti il tuo popolo con un cibo degli angeli,dal cielo offristi loro un pane gia pronto senza fatica,capace di procurare ogni delizia e soddisfare ogni gusto.
Questo tuo alimento manifestava la tua dolcezza verso i tuoi figli;esso si adattava al gusto di chi l’inghiottiva e si trasformava in ciò che ognuno desiderava” (Sap 16,20-21).
Questo si realizzerà anche per te.
9. In te vi sono infine ancora talune perplessità su alcune verità di fede.
in particolare sull’infallibilità del Papa e sull’assioma “Extra Ecclesia nulla salus”.
Circa l’infallibilità del Papa non si deve credere che ogni parola o gesto del Papa sia infallibile. Il Papa è un uomo mortale e può sbagliare, ma è preservato dall’errore da Cristo quando deve esprimere in maniera definitiva la dottrina salvifica del Signore.
Il Catechismo della Chiesa Cattolica, riprendendo quanto ha affermato il Concilio Vaticano I, scrive: “Di questa infallibilità il romano Pontefice, capo del collegio dei vescovi, fruisce in virtù del suo ufficio, quando, quale supremo pastore e dottore di tutti i fedeli, che conferma nella fede i suoi fratelli, proclama con un atto definitivo una dottrina riguardante la fede o la morale…” (CCC 891).
Del resto come potrebbe Cristo portare alla salvezza l’umanità quando nell’interpretazione del Vangelo ognuno sbanda secondo la propria strada?
10. Sull’assioma teologico “Extra Ecclesia nulla salus” ti riporto quanto ho scritto il 5 marzo 2012 in questo nostro sito:
“2. Rimane sempre vero che per essere salvati è necessario far parte della Chiesa.
Infatti per essere salvati è necessario essere rivestiti della grazia di Cristo.
Nessuno può salvarsi, e cioè avere remissione dei peccati se non per i meriti della passione di Cristo.Né può essere rivestito della grazia santificante se non perché gliela dà Cristo.
3. La Chiesa ha sempre insegnato che la comunicazione della grazia non è legata ai sacramenti (gratia non alligatur sacramentis).
Dio la comunica anche al di fuori dei sacramenti. E poiché vuole che tutti gli uomini si salvino, la offre a tutti.
4. Nel momento in cui ogni persona acquista la grazia, fa parte della Chiesa.
Non farà parte del corpo visibile della Chiesa, perché rimane mussulmano o buddista.
Ma fa parte dell’anima della Chiesa, e cioè di ciò che è proprio della Chiesa, di ciò che la unisce vitalmente a Cristo nell’ordine soprannaturale.
5. Far parte del corpo della Chiesa è importante.Ma far parte del corpo della Chiesa ed essere privi della grazia non permette di entrare in paradiso. Mentre entra in paradiso chi fa parte solo dell’anima della Chiesa, ma non del suo corpo.
6. Pertanto rimane sempre vera l’affermazione “extra Ecclesia nulla salus” (fuori della Chiesa non c’è salvezza).Ma intendendo per Chiesa quello che la Chiesa ha sempre inteso: e cioè almeno l’appartenenza all’anima della Chiesa”.
Ti ringrazio molto per la preghiera che mi hai assicurato.
Da parte mia ho già cominciato pregare per te e prometto di continuare.
Intanto ti benedico e ti auguro un progresso nella vita cristiana pieno di gioia.
Padre Angelo