Questo articolo è disponibile anche in: Italiano
Quesito
Buongiorno Padre Angelo,
ho preso di recente l’impegno di andare a Messa tutti i giorni. L’orario lavorativo me lo consente.
Volevo dirle che è proprio vero quanto mi dice sulla Messa!
In questi ultimi tempi, poi, ho proprio l’impressione della Messa come di un’inondazione di grazie su di me, mentre io sono come un ditale nel raccogliere queste grazie, e per di più un po’ coperto.
Cerco di viverla ognuna nel modo più intenso possibile, cercando di liberare questo "ditale" con la confessione frequente e dilatandolo con atti d’amore compiuti lungo la giornata, offerti a Gesù per la messa. Quanto la vivo bene, da "presente", sento una grande carica e pace interiore dopo la celebrazione.
Tuttavia sento di essere ancora molto lontano dal viverla appieno!
Volevo confidarle questo.
La ringrazio e la saluto cordialmente.
Risposta del sacerdote
Carissimo,
1. mi parli della Messa e la presenti come un’inondazione di grazia e osservi che noi siamo piccoli come un ditale.
È vero.
Di questa grazia ne fruiamo poco per la piccolezza del recipiente e per di più ancora perché queste piccolo recipiente è già mezzo o quasi del tutto occupato da altre cose.
2. Andare a Messa è la stessa cosa che partecipare alla Cena del Signore.
Qui ci si può dissetare al torrente delle sue delizie e saziare dell’abbondanza della sua casa (Sal 36,9).
Di questi beni il Signore ne dà ai commensali finché ne vogliono (Gv 6,11) e fino a saziarsi (Gv 6,12).
Sant’Ignazio di Loyola si saziava di questi bene per la durata di due ore, Santa Caterina per tre ore.
3. Come è bello vedere la gente che esce di Chiesa ristorata dalla presenza di Gesù e dalla comunione con i fratelli.
Ne vedo alcuni che se ne vanno frettolosi verso casa, ma camminano raccolti, come persone che stanno custodendo un tesoro preziosissimo che da poco hanno ricevuto dentro il loro cuore.
Sono persone somiglianti al popolo d’Israele che quando peregrinava nel deserto del Sinai aveva una colonna di fuoco davanti sé che serviva per illuminare il percorso e per tenere lontano le bestie selvatiche e nocive.
4. Quella colonna di fuoco per noi è Gesù.
Quando torniamo da Messa, la teniamo dentro il cuore.
È luce per i nostri passi, per le nostre decisioni, per i nostri sentimenti da raddrizzare e perfezionare.
E nello stesso tempo, senza che ce ne accorgiamo, tiene lontano da noi da tante insidie che ci potrebbero venire dal maligno e dai suoi collaboratori.
5. Non si sbagliava dunque San Gregorio Magno, papa dal 590 al 604, a dire che “per l’ascolto o la partecipazione alla Messa l’uomo viene liberato da molti mali” (“ob auditionem Missae homo liberatur a multis malis”).
6. Mi compiaccio dunque per questa tua partecipazione alla Messa quotidiana.
Mi viene da dirti: “bravo, ti tratti bene!”.
O meglio: sono che contento che ti lasci trattare bene da Nostro Signore tutti i giorni!
7. Ma desidero anche sottolineare la tua preparazione alla Messa.
Consapevole che sei piccolo come un ditale e che per di più questo ditale è anche occupato da altre cose, ti sforzi di liberarlo con la confessione frequente e di dilatarlo con tanti atti di amore.
Ecco come si dilata il nostro cuore e come lo si rende capace di saziarsi di Dio: facendo due cose, che dovrebbero diventare un programma di vita per tutti, la confessione frequente e gli atti di amore.
8. Non c’è niente che liberi tanto il nostro cuore quanto la confessione sacramentale.
Il senso di leggerezza che si prova dopo la confessione anche dei soli peccati veniali ne è un segno eloquente.
Lo ricorda anche il Catechismo della Chiesa Cattolica: “In coloro che ricevono il sacramento della Penitenza con cuore contrito e in una disposizione religiosa, ne conseguono «la pace e la serenità della coscienza insieme a una vivissima consolazione dello spirito» (DS 1674)” (CCC 1468).
Mi pare che questa consolazione sia prolungamento della consolazione legata al pentimento dei peccati di cui ha parlato San Pietro nel giorno di Pentecoste quando ha detto: “Pentitevi dunque e cambiate vita, perché siano cancellati i vostri peccati e così possano giungere i tempi della consolazione da parte del Signore” (At 3,19-20).
Con la confessione giungono i tempi della consolazione!
9. E poi cerchi di dilatare il tuo cuore con tanti atti di amore.
Non c’è altra maniera di dilatarlo che quella di tanti atti di amore per il Signore.
Durante la giornata si presentano in continuo occasioni per compiere questi atti di amore.
Sono le occasioni che ci sollecitano all’esercizio delle virtù per amore del Signore, come la perseveranza o fedeltà nel compimento dei nostri doveri per amore suo, la pazienza ben vissuta senza lamentarsi e offerta al Signore, la custodia del silenzio sugli aspetti meno belli della vita altrui, le attenzioni a chi ci sta accanto come se avessimo accanto il Signore da servire o il Signore con il quale siamo chiamati a portare la croce.
9. Mi pare di poter dire che quanto Santa Teresa del Bambin Gesù ha fatto in preparazione della prima Comunione e ha descritto nella “Storia di un’anima” possa essere buon criterio per la preparazione di ogni nostra Comunione.
Scrive la Santa: “Si ricorda, Madre mia cara, dell’incantevole libretto che lei mi aveva composto tre mesi avanti la mia prima Comunione? Proprio quelle pagine mi aiutarono a preparare il cuore in modo conseguente e rapido, perché, se da lungo tempo già lo preparavo, bisognava ben dargli uno slancio nuovo, empirlo di fiori nuovi affinché Gesù potesse riposarsi in lui gradevolmente. Ogni giorno facevo un gran numero di "pratiche", che formavano altrettanti fiori, facevo un numero anche più grande di aspirazioni che lei aveva scritte nel mio libriccino per ogni giorno, e quegli atti d’amore formavano i bocci” (Storia di un’anima 102).
10. Per noi non si tratterà di dire: “il "giorno bello tra tutti" arrivò finalmente” (Storia di un’anima 109).
Ma certamente possiamo dire che finalmente arriva il momento più bello, più alto e più prezioso della giornata.
E che la nostra Comunione quotidiana può sortire effetti analoghi a quelli della prima Comunione di Santa Teresina: “Fu un bacio d’amore, mi sentivo amata, e dicevo anche: "Vi amo, mi do a Voi per sempre". Non ci furono domande, non lotte, non sacrifici; da lungo tempo Gesù e la povera piccola Teresa si erano guardati e si erano capiti… Quel giorno non era più uno sguardo, ma una fusione, non erano più due, Teresa era scomparsa come la goccia d’acqua nell’oceano. Gesù restava solo, era il padrone, il re” (Storia di un’anima 109).
Continua dunque così, salendo ogni giorno sempre più in alto nell’amore di Dio e del tuo prossimo.
Ti ricorderò questa sera nella Messa e nella S. Comunione.
Ti benedico.
Padre Angelo