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Quesito

carissimo Padre Angelo,
intanto come sempre grazie.. infinitamente grazie.
Ho letto tante volte tutte le sue risposte e ho capito tante cose che prima non capivo o proprio sconoscevo del tutto.
Ma mi rimangono 1 dubbio IMPORTANTE.

Come si sentono le anime in purgatorio?
Hanno uno stato d’animo positivo oppure no?
Lei mi ha scritto: "il purgatorio è una grazia. Santa Caterina da Genova dice che il purgatorio è una grande grazia, un grande dono dell’amore di Dio per noi e se non vi fosse la possibilità di purificarsi, uno sentirebbe questa impossibilita come un inferno."
Da queste parole io immagino che, se è una grazia, in purgatorio non si soffre.

Dall’altra parte però mi ha scritto che “solo chi è in Paradiso può in base al merito conoscere l’essenza di Dio e tutte le altre cose che Dio conosce (le cose di quaggiù); il rimpianto è presente non solo in quelli che sono all’inferno ma anche in quelli che sono in purgatorio (il rimpianto di non aver sfruttato il tempo assegnato dal Signore);
e poi in una sentenza della chiesa che mi ha riportato si dice: "dopo la morte le loro anime sono purificate dalle pene del purgatorio e i suffragi dei fedeli viventi giovano a sollevarli da queste pene…"; ed ancora nel n.1032 del catechismo:"…..perchè dovremmo dubitare che le nostre offerte per i morti portino loro qualche consolazione? non esitiamo a soccorrere coloro che sono morti e ad offrire per loro le nostre preghiere".
Da queste parole io invece capisco che in purgatorio 1)non si vive in Dio, 2) si soffrano pene (il solo rimpianto è una delle pene secondo me peggiori che ci possano essere), quindi i nostri defunti non hanno consolazione da nessuno se non da noi nelle nostre preghiere…
insomma lo vedo come un luogo dove si soffre, certo non come all’inferno ovviamente, ma in una sorta di "continuazione di una vita terrena".. dove però, lontano dai propri cari, ci si sente molto soli..
…e non posso negare che ovviamente pensare questo mi intristisce.
…Io vorrei solo poter pensare che, anche se si trovano in purgatorio, i miei cari non soffrano e non si sentano soli.
Preziosissimo Padre Angelo, grazie in anticipo e veramente di cuore.
Daniela


Risposta del sacerdote

Carissima Daniela,
a proposito del Purgatorio dici che non riesci a capire se le anime sia nel godimento o nella sofferenza.
Mi dici: se il Purgatorio è una grazia, allora non si soffre.

1. È vero. Ci sono molti motivi di godimento in Purgatorio.
San Bernardino da Siena, Dottore della Chiesa, elenca i seguenti:
Vi è anzitutto la “confermazione in grazia”, e cioè l’incapacità di commettere peccati.
In secondo luogo vi è la certezza della salvezza.
In terzo luogo c’è l’amore di Dio, ed è sempre piacevole amare.
In quarto luogo si riceve la visita degli angeli.
E infine la visita dei santi.
E conclude: “Sebbene quelli che si trovano in Purgatorio soffrano gravissimi tormenti, tuttavia il loro stato è migliore e più felice di quelli che si trovano in questo mondo” (Dict. de théol. cath., t. II, coll. 790).

2. Tuttavia è un luogo di purificazione o espiazione (proprio per questo è chiamato Purgatorio).
Come ti ho già detto, secondo la Sacra Scrittura in paradiso “non entrerà in essa nulla d’impuro” (Ap 21,27). E siccome tutti noi, o quasi, quando usciamo da questo mondo abbiamo almeno qualche imperfezione, è necessario passare attraverso la purificazione.
Santa Caterina da Genova dice che se Dio non avesse creato il Purgatorio, le anime lo richiederebbero.
Sono esse stesse che, presentandosi al tribunale di Dio, al vedersi macchiate anche di piccolissime colpe, si gettano nel Purgatorio. E questo perché vedono e sentono che a motivo delle colpe o imperfezioni non possono amare Dio con tutto il cuore come esse ormai vogliono e desiderano.
Ed è anche la presenza di quelle colpe che impedisce loro di essere pienamente felici.
Ormai detestano il peccato e per questo vogliono eliminarlo del tutto dalla loro vita.
Nel Purgatorio si purificano come il ferro nel fuoco si purifica dalla ruggine.
Per il loro grandissimo desiderio di purificazione, desiderano tutto e solo quello che Dio desidera. E man mano che la ruggine scompare, esse sentono sempre di più la vicinanza e la presenza del Signore.
Il loro dolore è il dolore di chi ama con tutto se stesso e per ora non può ancora appagare il proprio desiderio.
È come il tormento di chi è assetato e sa che c’è acqua fresca a portata di mano, ma deve attendere che qualcuno gli porti lo strumento per poterla attingere.
Per questo le anime del Purgatorio, a motivo delle pene che sopportano, hanno bisogno di consolazione, di essere soccorse, come dice il catechismo della Chiesa Cattolica.

3. Al dire di Santa Caterina da Genova, se il gaudio che provano le anime del Purgatorio è più grande di tutte le gioie che si possono provare in questo mondo, tuttavia il dolore che sopportano è più grande di qualsiasi dolore che si possa sperimentare sulla terra.
La stessa Santa conclude il suo trattato sul Purgatorio dicendo che Dio le stava facendo fare il Purgatorio di qua, purificandola da ogni scoria attraverso la sofferenza.
In realtà alcuni Santi hanno chiesto al Signore la grazia di fare il Purgatorio di qua piuttosto che di là: infatti di là il Purgatorio ha solo valore espiatorio, di qua invece, oltre ad essere espiatorio, è anche meritorio.

Come al solito, ti ringrazio molto per avermi dato la possibilità di presentare a te e ai nostri visitatori il pensiero della Chiesa e dei teologi su questa realtà che tocca così da vicino i nostri cari defunti e che tocca da vicino anche ognuno di noi.
Ti seguo con la preghiera e ti benedico.
Padre Angelo