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Caro Padre Angelo,
Le volevo fare una domanda che è questa: in Purgatorio ci sono diversi livelli, nell’ultimo stato quello vicino l’inferno, le anime sante possono essere attaccate da Lucifero? Ovvero Dio permette questo come forma di espiazione per loro?
Grazie in anticipo!!!


Carissima,
1. dalle Sacre Scritture non abbiamo alcun appiglio per poter dire che le anime del purgatorio siano tormentate dai demoni.
Anzi san Tommaso è abbastanza categorico nell’escluderlo tanto che scrive: “È ingiusto che uno dopo aver trionfato di un nemico venga a lui assoggettato dopo la vittoria. Ora, quelli che sono in purgatorio hanno vinto i demoni, morendo senza peccato mortale. Dunque essi dopo questa vita non saranno assoggettati ai demoni, per essere da loro purificati” (Supplemento alla Somma teologica, appendice 1, 5, sed contra).

2. E poi specificando ulteriormente ammette che è possibile che le anime del Purgatorio vedano i demoni:
“Come dopo il giorno del giudizio universale la giustizia di Dio provvederà a tener acceso il fuoco col quale i dannati saranno puniti eternamente, così fin da adesso la sola giustizia divina provvede a purificare gli eletti dopo questa vita: senza servirsi dei demoni, di cui essi furono vincitori; e senza servirsi degli angeli, i quali non tormenterebbero così crudamente i propri concittadini.
Tuttavia è possibile che essi li accompagnino nel luogo di pena.
E anche i demoni, i quali si rallegrano delle sofferenze umane, può darsi che accompagnino e osservino le anime purganti, sia per godere delle loro pene, sia per riscontrare in esse qualche cosa di loro morte.
Invece in questo mondo, quando ancora si svolge il combattimento, gli uomini vengono tormentati sia dagli angeli cattivi, come appare evidente nel caso di Giobbe, sia dagli angeli buoni, com’è evidente nel caso di Giacobbe, il cui nervo di una coscia rimase senza forza dopo essere stato percosso dall’angelo.
Del resto Dionigi insegna espressamente che talora gli angeli buoni puniscono” (Supplemento alla Somma teologica, appendice 1, 5).

3. Vi sono però rivelazioni private che attestano quanto tu hai detto.
Così infatti avrebbe detto papa Benedetto VIII ad Odilone, abate di Cluny, apparendogli dal Purgatorio: “Ti scongiuro per il nome terribile di Dio che tu ripeta fedelmente ai santi fratelli quanto ti ho detto e ancora tu aggiunga da parte nostra che essi insistano sempre più nelle elemosine e nelle preghiere, specialmente a questo scopo: liberare dalle mani dei demoni quelli che sono da essi tormentati, cosicché da questi quotidiani furti (di anime ai demoni) abbia dolore il nemico del genere umane e cresca la gioia del paradiso”.
In seguito a questo il venerabile abate Odilone nel 998 emanò un decreto generale per tutti i suoi monasteri affinché il 2 novembre fosse celebrata con salmi, elemosine e specialmente con Messe solenni la memoria di tutti i defunti in Cristo.
La Chiesa poi farà propria l’iniziativa dell’abate Odilone estendendola dappertutto.

4. Un segno di questa credenza c’era nella Messa per i defunti secondo il Rito antico.
Lo rivela il responsorio previsto per l’offertorio “Domine Jesu Christe”, che in italiano suona così: “Signore Gesù Cristo, Re della gloria, libera le anime di tutti i fedeli defunti dalla mano dell’inferno e dal profondo abisso; scampale dalle fauci del leone perché il tartaro non le ingoi, perché non cadano nelle tenebre, ma il santo alfiere Michele le conduca nella luce santa. A quella che un giorno tu promettesti ad Abramo, e alla sua discendenza.
Sacrifici e preghiere a te, Signore, noi offriamo; tu accettali in suffragio delle anime che noi oggi ricordiamo; fà, Signore, che passino dalla morte alla vita. A quella che un giorno tu promettesti ad Abramo, e alla sua discendenza”.

5. L’abate Gueranger, nella sua monumentale opera “l’anno liturgico”, quando arriva alla Messa per i defunti celebrata il due novembre commenta così quel responsorio:
“Facciamo nostri i sentimenti che ispira l’Offertorio dei defunti.
Sebbene l’eterna beatitudine resti finalmente assicurata alle anime purganti ed esse abbiano di questo coscienza, il cammino, ancora più o meno lungo, che le conduce al cielo, si apre tuttavia nel pericolo di un supremo assalto diabolico e l’angoscia del giudizio.
La Chiesa, estendendo la sua preghiera a tutte le tappe di questa via dolorosa, non si preoccupa di custodirne l’inizio e non ha paura di mostrarsi qui tardiva. Per Dio, che con uno sguardo solo abbraccia tutti i tempi, la sua supplica di oggi, già presente all’ora del terribile passaggio, procura alle anime il soccorso implorato.
Questa supplica le segue nelle peripezie della lotta contro le potenze dell’abisso, quando Dio permette che esse pure servano la sua giustizia per espiazione, come più volte hanno sperimentato i Santi.
In questo momento solenne in cui la Chiesa offre i suoi doni per l’augusto e onnipotente Sacrificio, moltiplichiamo anche noi le nostre preghiere per i defunti.
Imploriamo la loro liberazione dalle fauci del leone, otteniamo dal glorioso Arcangelo, preposto al Paradiso, appoggio delle anime all’uscita da questo mondo, loro guida inviata da Dio (come si evince dalle Antifone e dai Responsori della festa di San Michele), che le conduca alla luce, alla vita, a Dio, promesso come ricompensa ai credenti nella persona di Abramo, loro padre (Gn 15,1).

6. Senza giungere a parlare di diversi livelli del Purgatorio, in conclusione si può dire che non è possibile escludere che le anime che lì si trovino si purifichino anche alla vista dei demoni, senza tuttavia subire i loro tormenti, come pare di comprendere dall’affermazione di San Tommaso.

Con l’augurio di passare direttamente dalla terra al Cielo senza passare dal Purgatorio, ti ricordo al Signore e ti benedico.
Padre Angelo