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Caro Padre Angelo,
ho partecipato qualche giorno fa alle esequie di un evangelico. Nel discorso che ha tenuto il Pastore ha detto testualmente “non dobbiamo pregare per il nostro fratello, perché era un cristiano. Non ha bisogno della nostra raccomandazione. Egli è già nella casa del padre”.
Ne ho dedotto che gli evangelici non credono all’esistenza del purgatorio e si affidano totalmente alla misericordia di Dio.
Un pò ci ho sorriso su: è molto comodo perché ti risparmi tanta sofferenza.
Però mi è venuto in mente che Gesù al buon ladrone – dunque non proprio uno stinco di santo – ha detto: oggi sarai con me in paradiso. E dunque le rivolgo una domanda secca: al di là di quello che insegna la dottrina della Chiesa e di quello che raccontano i vari veggenti, nel Vangelo c’è un riferimento sicuro all’esistenza del purgatorio?
Grazie per la pazienza con cui ci ammaestra.
Angelo


Caro Angelo,
1. mi hai chiesto di dirti se nel Vangelo ci sia qualche riferimento sicuro al Purgatorio.
Attenendomi strettamente alla tua domanda, ti riferisco solo ciò che dicono i Vangeli, sebbene anche altri testi dell’Antico e del Nuovo Testamento siano Parola di Dio.

2. Ebbene nei Vangeli abbiamo due riferimenti che secondo i santi Padri sono sicuri e certi.
Il primo è il seguente: “Mettiti presto d’accordo con il tuo avversario mentre sei in cammino con lui, perché l’avversario non ti consegni al giudice e il giudice alla guardia, e tu venga gettato in prigione.
In verità io ti dico: non uscirai di là finché non avrai pagato fino all’ultimo spicciolo!” (Mt 5,25-26).
Ecco il commento di san Cipriano che vi scorge una chiara allusione al Purgatorio:
“Altro è l’attendere il perdono, altro il giungere alla gloria; altro è l’esser messo in prigione per non uscirne fino a che non si sia versato l’ultimo centesimo, altro è il ricevere immediatamente la ricompensa della fede e della virtù; altro è l’esser purificati dai peccati con lunghe sofferenze e con fuoco persistente, altro l’aver scontato tulle le colpe con il martirio; altro finalmente è l’attendere fino al giorno del giudizio la sentenza del Signore, altro è l’esser coronato” (Ep. 55 ad Antonianum, n.20).

3. L’altro testo è quello che si trova in Mt 12,31-32: “Perciò io vi dico: qualunque peccato e bestemmia verrà perdonata agli uomini, ma la bestemmia contro lo Spirito non verrà perdonata.
A chi parlerà contro il Figlio dell’uomo, sarà perdonato; ma a chi parlerà contro lo Spirito Santo, non sarà perdonato, né in questo mondo né in quello futuro”.

4. Ecco come tre santi Padri commentano questa affermazione in riferimento al Purgatorio.
Sant’Agostino: “Non si potrebbe dire con verità di alcuni che non sarà loro rimesso né in questa e né nell’altra vita se non vi fossero quelli a cui, anche se non in questo mondo, sarà però perdonato nell’altro” (De Civitate Dei 21).

5. San Gregorio Magno: “Quale si esce da questo corpo, così ci si presenta al giudizio. Occorre però credere che per alcune colpe leggere sia riservato prima del giudizio (sottintenso universale, n.d.r.) un fuoco purificatore.
Dice infatti Gesù Cristo che se qualcuno avrà bestemmiato contro lo Spirito Santo, ciò non gli sarà perdonato né in questa né nell’altra vita.
Da questo si può rilevare che alcune colpe possono esser perdonate in questa vita, mentre altre potranno esser perdonate nell’altra.
Ciò che si nega per una cosa, logicamente si deduce che sia concesso per altre. Ma, come ho già detto, questo dev’essere inteso solo per i peccati più leggeri e più piccoli” (Dialoghi 4,39).

6. E infine San Bernardo: “Coloro che non credono all’esistenza del fuoco del Purgatorio chiedano a Colui che ha detto che vi sono dei peccati che non sono perdonati né in questa vita né nell’altra; chiedano perché ha detto questo, dato che non c’è nella vita nessuna remissione o purificazione dal peccato” (Sermo 66 in Cantica, n. 11).

Mentre fai bene a pregare per l’evangelico defunto, ti auguro ogni bene, ti ricordo al Signore e ti benedico.
Padre Angelo