Questo articolo è disponibile anche in:
Italiano
Quesito
Gentile Padre Angelo,
in cosa si differenzia l’ordine francescano da quello domenicano? In cosa sono associabili?
Grazie per il tempo e buon…tutto ciò che fa!
Risposta del sacerdote
Carissimo,
1. i due ordini religiosi si assomigliano per molti versi: sono nati nel medesimo periodo e vivono l’itineranza, a differenza dei monaci che stanno in monastero, anzi nel medesimo monastero.
All’inizio risplendevano ambedue per la caratteristica della mendicità: non possedevano niente né personalmente né comunitariamente. Vivevano delle elemosine che venivano date dai fedeli.
Oggi, pur vivendo nella povertà evangelica, non sono più mendicanti come un tempo.
2. Le differenze tra i due ordini sono percepite immediatamente da tutti. Ma non è un’impresa semplice verbalizzarle e, soprattutto, sintetizzarle.
Penso di non sbagliare riferendoti quanto l’Eterno Padre in una rivelazione privata disse a S. Caterina da Siena, che era domenicana, sui due ordini religiosi.
È una pagina impareggiabile per sintesi e profondità.
“Pensa a Francesco: con quale perfezione e profumo di povertà, con le perle delle virtù, egli ordinò la navicella del suo Ordine, drizzandone la prua verso l’alta perfezione – ed egli per primo la praticò – dando ai suoi fratelli per sposa la vera e santa povertà, che per primo egli aveva eletta per sé, abbracciando la mortificazione.
Spiacendo a se stesso, non desiderava di piacere ad alcuna creatura, ma solo alla mia volontà; anzi desiderava di essere calpestato dal mondo, macerando il corpo e uccidendo la volontà, vestito di obbrobri, pene e vituperi per amore dell’umile Agnello, con il quale si era confitto e inchiodato sulla croce per slancio d’amore. Tanto che per grazia singolare apparvero nel suo corpo le piaghe della mia Verità, così che appariva esteriormente, nel vaso del suo corpo, quel che albergava nell’affetto del suo animo. In questo modo egli aprì la via ai suoi fratelli.
Ma tu dirai: Forse che le altre navicelle, cioè gli altri Ordini religiosi, non sono fondate sullo stesso fondamento della povertà? Sì, ma anche se così fosse, in ognuna può non essere la virtù principale, perché avviene quel che avviene delle virtù: che tutte hanno vita dalla carità, e tuttavia, come ti ho detto altrove, a chi è propria l’una e a chi l’altra, anche se tutte stanno nella carità. Così è di questi. Al poverello Francesco fu propria la vera povertà, di cui egli fece il principio della sua navicella, per slancio d’amore, con strettissima osservanza che è di gente perfetta e non comune, di pochi e buoni. ‘‘Pochi’, dico, perché non son certo molti quelli che scelgono questa perfezione. Ma per il moltiplicarsi dei difetti si sono moltiplicati in numero e diminuiti in virtù, e ciò non già per difetto della navicella, ma per la disobbedienza dei sudditi e dei cattivi governatori.
Se tu poi pensi alla navicella del padre tuo, Domenico, mio figlio diletto, egli l’ha ordinata perfettamente, perché volle che i suoi attendessero solo all’onore mio e alla salvezza delle anime col lume della scienza. Su questo lume volle porre il suo principio, non togliendo però la povertà vera e volontaria. Anzi, l’ebbe, e in segno di povertà e di odio per il suo contrario, lasciò per testamento in eredità ai suoi figlioli la sua maledizione, qualora essi possedessero o tenessero qualcosa per sé, in comune o in privato: segno che egli aveva eletta come sua sposa questa regina che è la povertà.
Ma quale obiettivo più specifico egli scelse il lume della scienza, per estirpare gli errori che in quel tempo si erano diffusi. Egli assunse dunque l’ufficio del Verbo unigenito mio Figlio. Addirittura un apostolo egli sembrava nel mondo, tanta era la verità e il lume con cui seminava la mia parola, togliendo via le tenebre e donando luce. Egli fu un lume che Io offrii al mondo per mezzo di Maria, posto nel corpo mistico della santa Chiesa come estirpatore di eresie. Perché ho detto ‘‘Per mezzo di Maria’? Perché a lei fu commesso dalla mia bontà l’ufficio di dargli l’abito.
Su quale mensa egli fa nutrire i suoi figlioli col lume della scienza? Alla mensa della croce; sulla croce è posta la mensa del santo desiderio, dove ci si ciba di anime in mio onore. Egli non vuole che i suoi figli ad altro attendano che a stare su questa mensa col lume della scienza, cercando soltanto la gloria e la lode del mio nome e la salvezza delle anime. E affinché niente li distragga, toglie loro la cura delle cose temporali, e vuole che siano poveri. Forse che mancava di fede, temendo che non fossero poi provveduti del necessario? No, ché anzi tanto ne era rivestito, che sperava fermamente nella mia provvidenza” (Dialogo della Divina Provvidenza, versione in italiano corrente a cura di M.A. Raschini, pp. 432-435).
3. Questi due ordini sono stati suscitati dallo Spirito Santo. I loro frutti sono incalcolabili sotto ogni aspetto. Da questi due ordini hanno ricevuto tantissimo sia la società sia la Chiesa.
Penso in questo momento alla mole di sapere filosofico e teologico che l’Ordine domenicano ha donato alla Chiesa.
Penso alla povertà francescana, che continua ad essere un permanente richiamo evangelico rivolto a tutti.
A 800 anni circa dalla loro fondazione hanno ancor oggi una grande vitalità e continuano ad affascinare molti.
Ti ringrazio per il quesito.
Ti ricordo al Signore e ti benedico.
Padre Angelo