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Quesito
Reverendissimo Padre Angelo,
Le scrivo poiché ho un momento (iniziato non da poco tempo) di "buio".
Il nocciolo della questione è semplice: la contrapposizione.
Mi spiego meglio.
Nel mio caso personale io mi accorgo (tastando con mano in modo concretissimo) che più cerco di "camminare nella retta via" e più le cose…vanno storte.
Cerco di "camminare nella retta via" essenzialmente con la Confessione frequente (fatta con una minuziositá quasi maniacale e…davvero con il proposito di cambiare) e con la preghiera.
Ovviamente per prima cosa Lei mi additerá la SS. Messa come elemento indispensabile: in effetti a volte mi capita di saltarla ma…mi sto impegnando per ovviare anche a questa mancanza.
Ma…perché????
Conosco persone (tantissime) la cui ultima Confessione risale a vent’anni fa, la partecipazione alla Messa (fatta in modo svogliato) ha frequenza decennale e la preghiera è assente, ebbene a queste persone….va tutto terribilmente bene.
Proprio tutto a 360 gradi: dalla salute al lavoro, dal lavoro al successo sentimentale, dal successo sentimentale alla famiglia.
Queste persone (oltre alle caratteristiche che ho menzionato prima) bestemmiano quotidianamente a "ruota libera" e, ridicolarizzandola, sbeffeggiano la fede (in primis la nostra Cattolica) ed i credenti.
Ma come sarebbe: io che mi impegno a comportarmi in modo diametralmente a loro sono (e per ora permango) nelle più anguste difficoltà mentre questi…vivono alla grande?
Le più colossali ed enormi ingiustizie le riscontro nel campo del lavoro.
Mi può dare un Suo parere? Grazie.
P.S. Conosco bene il libro di Giobbe ed anche il passo del Vangelo sulla "via larga che conduce alla perdizione" ma…questo mi pare davvero troppo.
Risposta del sacerdote
Carissimo,
1. ti dico anzitutto il mio compiacimento per la Confessione frequente, sebbene sia da evitare la minuziosità quasi maniacale di cui mi parli.
L’accusa dei peccati è necessaria, ma è ancor più necessario il vero pentimento.
E poiché tale pentimento è di ordine soprannaturale bisogna domandarlo incessantemente a Dio.
Per questo il beato Giacinto Cormier, maestro generale del domenicani, nelle sue istruzioni ai novizi diceva di preparare la confessione con un’Ave Maria per chiedere alla Madonna di ottenerci un vero pentimento dei peccati.
È il vero pentimento quello che ci rende graditi a Dio, prima e molto più dell’accusa minuziosa, e fa scendere sopra di noi abbondanza di grazie.
2. Mi dici che ti capita di tralasciare qualche volta la Messa.
Non tralasciarla mai. Anzi, ti esorto a parteciparvi non solo di domenica e nelle feste comandate, ma anche tutti i giorno.
La Messa è la sorgente di ogni benedizione.
Ognuno di noi ha bisogno di attingervi quotidianamente.
3. Di san Francesco, che non era sacerdote ma diacono, si legge: “Ardeva di amore in tutte le fibre del suo essere verso il sacramento del Corpo del Signore, preso da stupore oltre ogni misura per tanta benevola degnazione e generosissima carità.
Riteneva grave segno di disprezzo non ascoltare ogni giorno la Messa, anche se unica, se il tempo lo permetteva.
Si comunicava spesso e con tanta devozione da rendere devoti anche gli altri” (Fonti Francescane, 789).
Prova ad andare a Messa tutti i giorni. Vedrai quante cose cambieranno nella tua vita.
La prima cosa che cambierà riguarderà proprio la valutazione delle cose del mondo.
Allora non considererai fortunati quelli che si confessano a ritmo decennale che bestemmiano e ai quali tutte le cose vanno bene.
Non passerà molto tempo che tu ti considererai molto ricco, ma non delle ricchezze di questo mondo, ma di quelle di cui parlava Sant’Ignazio di Lodola quando diceva: “Ricevi, Signore, l’intera mia libertà. Ricevi la memoria, il mio intelletto e la volontà tutta.
Quanto ho o possiedo, tu me l’hai donato; tutto io ti restituisco e rimetto interamente al governo della tua volontà.
Dammi solo il tuo amore con la tua grazia, e io sono ricco abbastanza, né domando più altro”.
4. Adesso vengo al nocciolo della tua mail: agli altri, che non credono e che bestemmiano, va tutto bene.
Se noi vivessimo solo la vita presente, e se dopo questa vita non ci fosse nient’altro, avresti ragione a lamentarti in questo modo.
Ma questo è un modo pagano e ateo di ragionare.
La tentazione di pensare così aveva raggiunto anche Asaf, autore del Salmo 73.
Te lo ripresento. Leggilo tutto perché in questo Salmo Dio ti parla e risponde alla tua domanda:
“Salmo. Di Asaf.
Quanto è buono Dio con gli uomini retti, Dio con i puri di cuore!
Ma io per poco non inciampavo, quasi vacillavano i miei passi,
perché ho invidiato i prepotenti, vedendo il successo dei malvagi.
Fino alla morte infatti non hanno sofferenze e ben pasciuto è il loro ventre.
Non si trovano mai nell’affanno dei mortali e non sono colpiti come gli altri uomini.
Dell’orgoglio si fanno una collana e indossano come abito la violenza.
I loro occhi sporgono dal grasso, dal loro cuore escono follie.
Scherniscono e parlano con malizia, parlano dall’alto con prepotenza.
Aprono la loro bocca fino al cielo e la loro lingua percorre la terra.
Perciò il loro popolo li segue e beve la loro acqua in abbondanza.
E dicono: «Dio, come può saperlo? L’Altissimo, come può conoscerlo?».
Ecco, così sono i malvagi: sempre al sicuro, ammassano ricchezze.
Invano dunque ho conservato puro il mio cuore, e ho lavato nell’innocenza le mie mani!
Perché sono colpito tutto il giorno e fin dal mattino sono castigato?
Se avessi detto: «Parlerò come loro», avrei tradito la generazione dei tuoi figli.
Riflettevo per comprendere questo ma fu una fatica ai miei occhi,
finché non entrai nel santuario di Dio e compresi quale sarà la loro fine.
Ecco, li poni in luoghi scivolosi, li fai cadere in rovina.
Sono distrutti in un istante! Sono finiti, consumati dai terrori!
Come un sogno al risveglio, Signore, così, quando sorgi, fai svanire la loro immagine.
Quando era amareggiato il mio cuore e i miei reni trafitti dal dolore,
io ero insensato e non capivo, stavo davanti a te come una bestia.
Ma io sono sempre con te: tu mi hai preso per la mano destra.
Mi guiderai secondo i tuoi disegni e poi mi accoglierai nella gloria.
Chi avrò per me nel cielo? Con te non desidero nulla sulla terra.
Vengono meno la mia carne e il mio cuore; ma Dio è roccia del mio cuore, mia parte per sempre.
Ecco, si perderà chi da te si allontana; tu distruggi chiunque ti è infedele.
Per me, il mio bene è stare vicino a Dio; nel Signore Dio ho posto il mio rifugio, per narrare tutte le tue opere”.
Sono distrutti in un istante! Sono finiti, consumati dai terrori!
In un istante arriva la morte anche per loro, ma con questo esito: che saranno consumati eternamente dai terrori.
Allora non dimenticare quanto ha detto Nostro Signore: “Che giova infatti all’uomo guadagnare il mondo intero, se poi perde la propria anima?” (Mc 8,36) e “Che giova all’uomo guadagnare il mondo intero, se poi si perde o rovina se stesso?” (Lc 9,25).
Mettere in salvo la propria anima per la vita eterna è in assoluto la cosa più importante della vita presente.
Avere tutto e dimenticarsi della vita eterna al contrario è la più grande sventura.
5. Se le cose stanno così, chi allora è più fortunato tra te e le persone di cui mi parli?
Ti auguro di permanere sempre in questa visione delle cose, ti ricordo al Signore ti benedico.
Padre Angelo