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Quesito
Caro Padre Angelo,
spero che Lei stia benissimo. Vengo a porLe due domande che mi arrovellano fastidiosamente, essendo io piuttosto ignorante (e orgogliosa, come vedrà).
Eccole:
1. Non riesco proprio a capire l’affermazione (già del nostro carissimo papa Giovanni Paolo II), che i mussulmani, i cristiani e gli ebrei sono discendenti di Abramo. Lo capisco per gli ebrei (discendenti per il sangue e la circoncisione), lo capisco per i cristiani (discendenti per la promessa fatta ad Abramo e che si è realizzata in Gesù Cristo), ma non lo capisco per i mussulmani. Infatti, mi sembra che i mussulmani siano forse, solo per alcuni di loro, discendenti di Abramo per Ismaele. Ma tanti mussulmani non sono arabi, ma indonesiani, africani, etc. e dunque non hanno sangue di Abramo. Potremmo dire che sono acquisiti perché circoncisi per desiderio di essere discendenti di Abramo. Ma la loro Fede non è la Fede di Abramo, altrimenti sarebbero Cristiani (idem per gli ebrei, e questo è proprio Gesù che lo dice nel Vangelo), perché Abramo si è rallegrato quando ha saputo che Gesù arrivava. Allora?
2. Non riesco a capire l’affermazione della Madonna di Fatina, che le anime vanno in Inferno perché nessuno prega per loro. Pure, l’ho vissuta nella mia vita, io stessa sarei andata in inferno se non avessi finalmente incontrato dei cuori preganti. Ma non riesco a capire come Dio possa permettere che la negligenza e l’egoismo di tanti possano portare alla dannazione di anime che non hanno mai chiesto di essere create in una tale situazione. Dio è Buono e Giusto… e Gesù ha detto a San Padre Pio che nessun’anima si danna senza saperlo. E c’è tutto il corpo mistico della Chiesa che offre Messe e preghiere tutti i giorni con Gesù, per la salvezza di tutte le anime … E dunque? Nella mia vita ho visto che la preghiera serve, ma che non basta. Ci vuole quel gesto (per me, il dono della Medaglia Miracolosa), quel consiglio, quell’informazione che facciano uscire dalla perdizione dovuta all’oblio.
La ringrazio per il Suo apostolato, Lei non sa quanto ci aiuti! Che Dio Gliene renda Gloria e Merito in eterno.
GRAZIE!!!
Cristina
Risposta del sacerdote
Cara Cristina,
1. si è figli di Abramo in diversi modi.
Gli ebrei sono tali per discendenza di sangue e certamente anche perché si rifanno alla fede di Abramo.
Il loro più grande onore, la fonte di ogni loro privilegio, era proprio quello di essere chiamati figli di Abramo.
2. Gesù però contesta ai giudei che non lo accoglievano questo onore perché non facevano le opere di Abramo. Essi erano figli di Abramo solo per discendenza di sangue, per stirpe carnale, per razza.
Ma a nulla vale la discendenza carnale.
Quello che importa è l’imitazione nelle opere.
Dice Gesù: “So che siete discendenti di Abramo. Ma intanto cercate di uccidermi perché la mia parola non trova accoglienza in voi” (Gv 8,37).
Si noti l’espressione: “discendenti di Abramo” e non figli di Abramo”.
3. Gli ebrei “gli risposero: «Il padre nostro è Abramo». Disse loro Gesù: Se foste figli di Abramo, fareste le opere di Abramo” (Gv 8,38-39).
Ecco il commento della Bibbia di Gerusalemme nell’edizione italiana del 1974: “I giudei non sono figli di Abramo come Isacco perché non credono; sono soltanto della razza di Abramo, come Ismaele il figlio della schiava che fu cacciato, cfr vv. 34-35.
A maggior ragione essi non sono figli di Dio”.
Questa nota così chiara e precisa è stata stranamente tolta nell’edizione del 2008.
Certo l’ultima affermazione della nota della Bibbia di Gerusalemme è forte: a maggior ragione non sono figli di Dio, evidentemente in senso biblico e teologico.
4. L’attuale edizione italiana di tale Bibbia (208) all’affermazione: “a quanti però lo hanno accolto ha dato potere di diventare figli di Dio: a quelli che credono nel suo nome” (Gv 1,12) annota: “la Parola è un seme divino che quando lo riceviamo fa di noi dei figli di Dio”.
La Parola qui è in maiuscolo e rimanda alla Parola (il Verbo) fatta carne, e cioè a Gesù.
Il biblista G. Segalla nel suo commento al Vangelo di Giovanni scrive: “Anche nella tradizione giudaica è conosciuta la distinzione tra figliolanza naturale e spirituale”.
5. Gesù invece chiama figlia di Abramo la donna curva da 18 anni che egli guarì in giorno di sabato: “E questa figlia di Abramo, che Satana ha tenuto prigioniera per ben diciotto anni, non doveva essere liberata da questo legame nel giorno di sabato?” (Lc 13,16)
Ugualmente chiama Zaccheo “figlio di Abramo”: “Gesù rispose: «Oggi per questa casa è venuta la salvezza, perché anch’egli è figlio di Abramo” (Lc 19,9).
Zaccheo viene chiamato figlio di Abramo perché ha imitato le opere di Abramo: come questi lasciò la sua terra per obbedire a Dio, così anche Zaccheo lasciò i suoi beni dividendoli con i poveri (Commento di San Beda).
6. Per gli islamici: buona parte di essi, come tu stessa affermi, sono discendenti di Abramo per via di Ismaele.
Si autodefiniscono discendenti di Abramo, ma non hanno perfettamente la fede di Abramo perché, come giustamente metti in evidenza, Abramo vide il giorno di Cristo e se ne rallegrò.
È interessante ciò che il concilio Vaticano II nel decreto Nostra Aetate sull’ecumenismo dice a proposito dell’islamismo: “La Chiesa guarda anche con stima i musulmani che adorano l’unico Dio, vivente e sussistente, misericordioso e onnipotente, creatore del cielo e della terra, che ha parlato agli uomini.
Essi cercano di sottomettersi con tutto il cuore ai decreti di Dio anche nascosti, come vi si è sottomesso anche Abramo, a cui la fede islamica volentieri si riferisce” (NA 3).
Il concilio non li definisce figli di Abramo, ma riconosce che essi si riferiscono volentieri all’esemplarità di Abramo.
7. In riferimento alle parole della Madonna a Fatima: è vero che nessuno è abbandonato dalla Chiesa, la quale nelle sue membra incessantemente prega, soffre e offre per tutti.
Non c’è da stupirsi per questo perché anche Pio XII nell’enciclica Mystici corporis scrive: “Mistero certamente tremendo, né mai sufficientemente meditato: che cioè la salvezza di molti dipenda dalle preghiere e dalle volontarie mortifica- zioni, a questo scopo intraprese dalle membra del mistico Corpo di Gesù Cristo, e dalla cooperazione dei Pastori e dei fedeli, specialmente dei padri e delle madri di famiglia, in collaborazione col divin Salvatore” (EE 6, 193).
8. A questo proposito va ricordato che la preghiera per gli giova perché ad essi siamo uniti mediante la carità.
E quando la carità è più forte, come quando viene espressa per qualcuno in particolare e non soltanto in maniera generica, rende particolarmente presente e operante Gesù Cristo nelle persone per cui si prega.
Del resto Gesù Cristo stesso ci ha dato l’esempio: ha pregato per tutti, ma per qualcuno ha pregato anche in particolare come si evince da Lc 22,31-32: “Simone, Simone, ecco: Satana vi ha cercati per vagliarvi come il grano; ma io ho pregato per te, perché la tua fede non venga meno. E tu, una volta convertito, conferma i tuoi fratelli”.
Ugualmente ha pregato in particolare per coloro che lo stavano crocifiggendo: “Padre, perdona loro, perché non sanno quello che fanno” (Lc 23,34).
Inoltre il Signore ha chiesto di pregare per alcune in particolare, come quando cha chiesto di pregare per i nemici.
Allo stesso modo la Chiesa primitiva prega per alcune intenzioni particolari come si legge in Atti degli Apostoli per la scelta di Mattia: “Poi pregarono dicendo: Tu, Signore, che conosci il cuore di tutti, mostra quale di questi due tu hai scelto” (At 1,24).
Nella stessa linea San Paolo chiede che si preghi per lui in particolare: “E pregate anche per me, affinché, quando apro la bocca, mi sia data la parola, per far conoscere con franchezza il mistero del Vangelo” (Ef 6,19); “Pregate anche per noi, perché Dio ci apra la porta della Parola per annunciare il mistero di Cristo” (Col 4,3). “Per il resto, fratelli, pregate per noi, perché la parola del Signore corra e sia glorificata, come lo è anche tra vo” (1 Ts 3,1).
9. Per cui possiamo dire che le nostre preghiere e i nostri sacrifici, mentre vanno a beneficio di tutta la Chiesa, impetrano in modo particolare per alcuni.
È quanto afferma Pio XII nell’enciclica Mystici Corporis (29.6.1943): “Tuttavia bisogna anche ritenere, benché a prima vista possa destar meraviglia, che anche Cristo ha bisogno delle Sue membra. (…). Il nostro Salvatore, governando da Se stesso la Chiesa in modo invisibile, vuol essere aiutato dalle membra del Suo Corpo mistico nell’esecuzione dell’opera della Redenzione.
Ciò veramente non accade per Sua indigenza e debolezza, ma piuttosto perché Egli stesso così dispose per maggiore onore dell’intemerata sua Sposa.
Mentre infatti moriva sulla Croce, donò alla Sua Chiesa, senza nessuna cooperazione di essa, l’immenso tesoro della Redenzione; quando invece si tratta di distribuire tale tesoro, Egli non solo comunica con la Sua Sposa incontaminata l’opera dell’altrui santificazione, ma vuole che tale santificazione scaturisca in qualche modo anche dall’azione di lei” (EE 6, 193).
Pertanto non sbagli se preghi anche per me. Fai un’opera preziosissima.
Mentre ti assicuro la mia preghiera, ti benedico e ti auguro ogni bene..
Padre Angelo