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Quesito

Buongiorno, 
sfogliando in internet ho visto questo sito, mi permetto di usufruirne, e per questo la ringrazio anticipatamente. 
Il mio quesito forse banale, forse ovvio, è il seguente: 
Brevemente, se leggiamo Gv11: “47Allora i capi dei sacerdoti e i farisei riunirono il sinedrio e dissero: «Che cosa facciamo? Quest’uomo compie molti segni. 48Se lo lasciamo continuare così, tutti crederanno in lui, verranno i Romani e distruggeranno il nostro tempio e la nostra nazione». 49Ma uno di loro, Caifa, che era sommo sacerdote quell’anno, disse loro: «Voi non capite nulla! 50Non vi rendete conto che è conveniente per voi che un solo uomo muoia per il popolo, e non vada in rovina la nazione intera!».
Se lo confrontiamo in modo quasi sinottico con Lc 3 (letto ieri domenica 05 12 2021 secondo il rito romano): “1Nell’anno quindicesimo dell’impero di Tiberio Cesare, mentre Ponzio Pilato era governatore della Giudea, Erode tetrarca della Galilea, e Filippo, suo fratello, tetrarca dell’Iturea e della Traconìtide, e Lisània tetrarca dell’Abilene, 2sotto i sommi sacerdoti Anna (Hanà) e Caifa, la parola di Dio venne su Giovanni, figlio di Zaccaria, nel deserto”.
Quesito: perché in Gv si specifica in quell’anno quando la carica sacerdotale era a vita, salvo impedimenti di forza maggiore? 
Nel ringraziarla anticipatamente per il disturbo, rimango in attesa 
Claudio


Risposta del sacerdote

Caro Claudio,
1. sì, inizialmente il sacerdozio era a vita.
Ma il re siriano Antioco IV Epifane (175-164 a.C.) cominciò a destituire i sommi sacerdoti, che rimanevano nell’incarico a descrizione del potere civile.

2. Lo storico Giuseppe Flavio nelle Antichità Giudaiche dice che l’imperatore romano nominava il sommo sacerdote del tempio di Gerusalemme, che durava in carica al massimo un anno e che talora comprava questa carica col denaro.

3. Quelli che terminavano il loro turno continuavano ad essere chiamati sommi sacerdoti e ne portavano le insegne.
Per questo San Luca parlando della nascita di Gesù dice che a quei tempi erano sommi sacerdoti Anna e Caifa (Lc 3,2).
Anna era stato in carica per sette anni. Caifa, suo genero, lo rimase per 18 anni, dall’anno 18 all’anno 36 d.C.

4. Il Vangelo di Giovanni che hai riportato dice che in quell’anno Caifa era il sommo sacerdote.
Non lo fu solo quell’anno. Ma questo è sufficiente per sottintendere che l’ufficio di fatto durava un anno. 
Quando veniva rinnovato in genere c’era uno sborsamento di denaro, come ricordato da Giuseppe Flavio.

5. Il medesimo storico riferisce che i sommi sacerdoti avevano il monopolio delle vendite presso il tempio.
Ora tutti gli ebrei maschi ogni anno dovevano andare al tempio e fare la loro offerta.
Quelli che provenivano dalla Palestina si portavano dietro l’animale da offrire.
Ma moltissimi altri che venivano dalla diaspora e pertanto da molto lontano, comperavano gli animali sul posto. Alcuni, dice il padre Lagrange, ne offrivano molti per domandare a Dio lunga vita per l’imperatore.
I poveri potevano offrire un paio di tortore o di giovani colombi.
Secondo Giuseppe Flavio li vendevano a peso d’oro.

6. Non ci si meraviglia allora che quando Nostro Signore cacciò i venditori del tempio, manifestando in quel momento un potere divino per cui nessuno riuscì ad opporsi alla sua azione né tra gli uomini né tra gli animali, gli sia stato chiesto con quale autorità agisse in quel modo. Ed egli rispose: “Sta scritto: La mia casa sarà casa di preghiera. Voi invece ne avete fatto un covo di ladri” (Lc 19,46).

7. San Tommaso era conoscenza di tutto questo tanto che commentando il passo di San Giovanni 11,46 scrive: “In proposito va notato che il Signore, come risulta dal Levitico (cap. 8), aveva istituito un unico sommo sacerdote, alla cui morte doveva subentrare un successore, il quale avrebbe esercitato l’ufficio di pontefice per tutta la vita. Ma in seguito, con il crescere dell’ambizione e dei litigi fra i giudei, fu stabilito che ci fossero più sommi sacerdoti, che esercitassero a turno tale dignità, uno ogni anno. Essi talora si procuravano la carica persino col denaro come narra Giuseppe Flavio. E per indicare questo fatto, l’evangelista precisa che gli era sommo sacerdote “in quell’anno””.

Ti benedico, ti auguro ogni bene e ti ricordo nella preghiera. 
Padre Angelo