Questo articolo è disponibile anche in: Italiano

Quesito

Caro P. Angelo,
mio padre è un uomo di chiesa, e fin da piccoli alla sera ci leggeva la Bibbia raccontando a noi bambini (siamo diversi figli) le avvincenti storie dell’antico testamento commentandole e adattandole.
Man mano che siamo cresciuti ha proposto il rosario quotidiano, accolto inizialmente con qualche mugugno ma pian piano è divenuta lieta consuetudine per terminare ogni giornata ringraziando il Signore. Anche se ammetto che qualche volta non mancano assopimenti.
Come famiglia non navighiamo nell’oro, e quindi noi fratelli abbiamo imparato (col tempo) a fare richieste più semplici e meno pretenziose.
Credo che Gesù avesse un suo scopo preciso ad affidarmi a due genitori cosi e a una famiglia del genere.
Sicuramente lo spazio per coltivare me stesso è poco, e a volte ne soffro, ma ho imparato a convivere con gli altri accettando i difetti, a volte discutendo ma amandoci. Sono felice di tutto di tutti i castighi e di tutte le liti. Dei momenti belli e brutti.
Il Signore ha fatto sì che non avessimo macchine di lusso o vacanze da favola in isole esotiche ma avessimo un piccolo tempio di Dio in famiglia. Ha fatto sì, secondo me, che io crescessi in un ambiente del genere per uno scopo…


Risposta del sacerdote

Carissimo,
1. sono contento di pubblicare uno stralcio della tua email, per ricordare che anche oggi vi sono genitori preoccupati di dare una autentica educazione cristiana ai loro figli, un’educazione improntata sui criteri dati da Dio stesso nella Divina Rivelazione.
Vostro padre qualche anno fa, quando eravate più piccoli, vi presentava i grandi personaggi della Sacra Scrittura, i personaggi scelti e animati da Dio stesso perché fossero esemplari per gli uomini di tutte le generazioni.
Si è fidato di Dio, del suo insegnamento. Niente è più eloquente e più formativo di quello che esce dalla bocca stessa di Dio.

2. Sono convinto che tuo padre, prima di parlarvi, avrà pur dovuto rileggere quanto già conosceva. Ne avrà fatto la meditazione e poi ha mediato per voi quello che il Signore gli suggeriva.
È bello vedere un genitore intento a rileggere le Sacre Scritture per essere un padre secondo il cuore di Dio!

3. Penso che presentandovi i personaggi della storia sacra avesse sempre Gesù come punto di riferimento. Perché tutti in un modo o nell’altro rimandano a Lui.
Ma quando poi si passa a parlare degli eventi della vita di Gesù succede qualcosa di diverso perché non si tratta di eventi consumati nel passato e sepolti nella storia.
Gesù non è uno dei tanti personaggi passati nella storia, magari il più grande.
Gesù, pur essendo vissuto 2000 anni fa, è vivo e operante anche oggi, nel medesimo modo in cui lo era 2000 anni fa.
Anzi, oserei dire, in maniera ancor più vasta perché è risorto dai morti.
In forza della sua risurrezione Gesù vive accanto ad ogni uomo, gli è contemporaneo.
Sicché il racconto dei suoi eventi non è solo un racconto, ma è in certo modo una riattualizzazione di quell’evento.

4. Ciò significa che l’azione di Cristo provoca nei soggetti una reazione simile a quella provocata 2000 anni fa nella folla, che interloquiva con Gesù, lo supplicava, lo ringraziava.
Sicché il racconto degli eventi della vita di Gesù sfocia logicamente nel dialogo e nella conversazione con  Lui, e cioè nella preghiera.

5. Il santo Rosario è proprio questo: il Vangelo riattualizzato nella vita di ciascuno di noi.
Anzi, il Rosario è Cristo portato di nuovo nella nostra vita nelle stesse azioni compiute 2000 anni fa.
Come ho avuto occasione di ripetere più volte, la ripetizione del Padre nostro e dell’Ave Maria è solo l’aspetto esteriore del Rosario.
Il suo aspetto interiore (la contemplazione) è l’incontro col Signore che viene ripetere nella nostra vita l’evento menzionato all’inizio della decina.

6. Mi ha colpito in particolare l’affermazione centrale della tua email: “Il Signore ha fatto sì che non avessimo macchine di lusso o vacanze da favola in isole esotiche ma avessimo un piccolo tempio di Dio in famiglia”.
Avere “un piccolo tempio di Dio in famiglia” senza dubbio è la cosa più importante.
Me ne compiaccio con te perché ne hai preso coscienza e ne sei fiero.
Capisci bene che se i tuoi genitori non ti avessero dato Dio ogni giorno, ti avrebbero amato troppo poco.
Mi dici che non navigate nell’oro, ma senza dubbio godete della realtà che vale immensamente più dell’oro di tutto il mondo.
Nella vostra famiglia godete della presenza di Dio e fruite della sua onnipotenza salvatrice.

7. Il Signore benedirà largamente tuo padre per aver introdotto in famiglia la preghiera del Santo Rosario.
Capisco che voi ragazzi talvolta si siate mostrati un pò renitenti. Ma intanto, anche se non ne eravate consapevoli, ha questa preghiera ha allontanato da voi molti mali e vi ha attirato molte grazie.
Penso a quanto disse don Bosco al ministro dell’istruzione Taparelli d’Azeglio che aveva fatto visita all’Oratorio di don Bosco per vedere se era il caso di dargli qualche sussidio da parte del governo sabaudo.
Il ministro era rimasto contento di tutto e lo aveva manifestato con tante parole e gesti di soddisfazione. Aveva fatto a don Bosco solo una raccomandazione: di togliere quella preghiera ripetitiva (il Rosario). Ma don Bosco gli rispose: “Eccellenza, lei non avrebbe potuto trovare quello che ha trovato e fare tutti gli elogi che ha espresso se non ci fosse quella preghiera”. E quella preghiera rimase.
Don Bosco era consapevole che il Rosario portava nell’Oratorio la presenza di Gesù e la presenza Maria e che queste presenze vive e operanti mantenevano quella casa al riparo da tante insidie del comune avversario.

8. Quando si entra nel cuore di questa preghiera (l’incontro con Gesù, la contemplazione) diventa difficile distaccarsene.
Penso che per tuo padre da tanto tempo sia successo così.
E mi auguro che lo diventi anche per tutti voi.

9. In tema di Rosario, ti consiglio di portare sempre la corona in tasca, come faceva ad esempio Pier Giorgio Frassati.
Il portare con sé la corona benedetta (e in passato si aggiungeva: con la benedizione propria dell’Ordine domenicano) conferisce a chi la porta tre grazie.
Queste grazie sono menzionate esplicitamente nel vecchio rituale delle benedizioni e sono una più bella dell’altra.
Eccole:
– un’attrazione sempre crescente verso il Signore
– essere difesi nella nostra vita dai nemici visibili e invisibili
– si merita di essere presentati davanti al tribunale di Dio al termine dei nostri giorni dalla Beata Vergine stessa.
Intanto queste grazie sono promesse a chi porta la corona.
Certo, vengono donate in maniera molto più intensa quando, oltre a portare la corona, si recita anche il S. Rosario e lo si recita quotidianamente.

10. Scrivi: “Il Signore ha fatto sì che non avessimo macchine di lusso o vacanze da favola in isole esotiche ma avessimo un piccolo tempio di Dio in famiglia. Ha fatto sì, secondo me, che io crescessi in un ambiente del genere per uno scopo…”.
Dio certamente non fa nulla per caso e neanche per caso ha guidato tuo padre a comportarsi così.
Di scopi in questo disegno divino che ne sono molti.
Ad esempio che anche voi facciate altrettanto quando vi troverete ad essere padri e madri di famiglia.
Ma c’era anche lo scopo che tu ne me parlassi e io potessi mettere la vostra testimonianza di vita cristiana a profitto di tanti giovani che intendono formare una famiglia secondo il cuore di Dio.

Ti auguro ogni bene, ti ricordo al Signore e ti benedico.
Padre Angelo