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Quesito
Salve, padre Angelo!
sono una ragazza cattolica che crede fermamente negli insegnamenti della Chiesa e dei suoi genitori.
Tra i vari quesiti posti in materia di cui all’oggetto, quello di una ragazza catechista (https://www.amicidomenicani.it/leggi_sacerdote.php?id=1952) mi ha fatto venire in mente un mio carissimo amico che in molti tratti corrisponde al ritratto di quel ragazzo che lei frequenta.
Il mio amico non è praticante e ha una fede ancora molto poco maturata e fatta propria.
In merito alla questione dei rapporti prematrimoniali, lui asserisce che questi costituiscono un modo per conoscere davvero la persona che si frequenta, perchè si mostra così com’è, senza filtri, si apre completamente; e sostiene anche che se qualcuno ha per me un interesse fortissimo è anche in condizioni di aspettare i miei tempi (io non smetterò mai di credere nella forza del sacramento del matrimonio e nel fatto che a questo bisogna prepararsi anzitutto attraverso la castità e la condivisione di tante cose, la più importante delle quali è un cammino di fede e un insieme di valori e ideali forti).
Sostiene anche che "ci sono persone che vorrebbero e potrebbero amarmi, ma così facendo precludo loro la possibilità di farlo e mi perdo gli anni più belli della mia vita senza godermi niente di tutto ciò che riguardi l’intimità tra due persone"… chissà che non faccia riferimento a se stesso???
Io so solo che non mi pento delle mie scelte e del mio percorso di vita (denso di esperienze formative di spessore come scout e movimento giovanile salesiano) e ritornando indietro le rifarei sempre e comunque, perchè non mi sono persa niente di tutte le cose belle che la vita può riservare, tra cui la stima e la fiducia sconfinata di persone che mi ammirano per questo! Questo mio amico, nonostante io la pensi diversamente dalla mentalità corrente, mi rispetta e non oltrepassa mai limiti che sa invalicabili, in quanto oltre all’amicizia c’è anche una forte attrazione da ambo le parti, stima e confronto (essendo medico, mi insegna un sacco di cose che io non potrei apprendere altrimenti, in quanto vive ogni giorno a contatto con la sofferenza).
Come questa ragazza catechista, anche a me ogni tanto mi viene da interrogarmi, perchè ciò in cui credo deve essere assimilato e maturato, non deve essere frutto di "indottrinamento" ma di una scelta consapevole. In questo il mio padre spirituale è stato illuminante, ma, come sa, ogni tanto bisogna "rispolverare l’argenteria"! Ebbene, volevo chiederLe il suo parere su come poter spiegare a chi non crede/pratica l’importanza della castità prematrimoniale e l’inutilità di un punto di vista così superficiale, che non usa l’intelletto (=intus legere) per conoscere davvero chi si ha accanto… dal momento che per me una persona è ciò che pensa, ciò che vive, ciò che crede, ciò che sogna, oltre che "co-soggetto" di un desiderio d’amore autentico e profondo e non "oggetto" di desiderio semplicemente…
La ringrazio di cuore anticipatamente per la risposta, che Dio la benedica!
Sia lodato Gesù Cristo… oggi e sempre sia lodato!!!
Risposta del sacerdote
Carissima,
per castità non s’intende semplicemente l’astensione dall’esercizio della genitalità.
Il Magistero della Chiesa la presenta come “energia spirituale che libera l’amore dall’egoismo e dall’aggressività” (pontificio consiglio per la famiglia, Sessualità umana: verità e significato, 19).
Ma tu parli espressamente di rapporti sessuali prima del matrimonio e allora io restringo la risposta ai soli rapporti sessuali prematrimoniali.
Mi chiedi dunque come spiegare la castità a chi non crede o non pratica i sacramenti.
Ebbene, io ti risponderei con una domanda da presentare al tuo amico medico: perché manifestare l’amore prima del matrimonio attraverso gesti che sono procreativi?
L’affetto lo può manifestare in mille maniere. Ma domando: perché lo vuole manifestare con gesti procreativi?
2. Mi dici che il tuo amico è medico.
Certamente come medico avrà studiato molto bene l’anatomia.
E sa che determinati organi tanto nei maschi quanto nelle femmine sono ordinati alla procreazione.
Si tratta infatti dell’apparato riproduttivo.
3. La mia domanda è semplice: perché comunicare l’affetto con gesti procreativi e non avere l’intenzione di procreare?
Dovrebbe rispondere a questa domanda.
4. Perché allora viene il sospetto (ed è pure il tuo!) che cerchi quei gesti per quello che è connesso al gesto procreativo, e cioè il piacere venereo.
Lui stesso sa che questo piacere è legato ad attività importanti per la vita umana e che costituiscono come un incentivo a compiere i propri doveri.
C’è un piacere legato al mangiare. E per fortuna che c’è: così dagli stessi cibi che ingeriamo siamo stimolati a cercare tutto ciò che giova al nostro organismo.
5. Analogamente anche il piacere venereo è un richiamo fortissimo della natura. È ordinato alla procreazione, al farsi dono perdutamente, alla conservazione del genere umano.
Ma usare quegli atti per frustrare il loro intrinseco significato manifesta evidentemente una contraddizione, una bugia.
Per questo un medico francese, diventato poi prete e docente di morale, ha potuto scrivere: “la lussuria è una bugia a fior di pelle, un possesso che si maschera da dono”.
6. La bugia nascosta è la propria sensualità, la propria immaturità, che vuol far passare per donazione quello che invece è ricerca del piacere slegato dagli impegni o valori cui quel piacere è intrinsecamente connesso.
7. Non possiamo dimenticare di esser tentati in continuazione dalla concupiscenza, la quale, in quanto tale, non fa cresce l’amore e il rispetto per la persona amata.
Anzi, lo fa solo arrestare, e molto spesso anche involgere e degenerare nella ricerca della propria libido. Alla fine può anche spegnere il poco di amore che c’era.
L’esperienza di tante coppie che prima hanno inteso amarsi perdutamente e spasmodicamente con rapporti sessuali e che poi si sono dissolte tra bisticci, veleni e rancori, lo dimostra ampiamente.
8. Ecco l’intus-legere che mi chiedevi.
Per vederlo sempre in maniera ben chiara è necessario essere liberi dalla concupiscenza, in altre parole è necessario essere casti.
Benedico insieme con te Nostro Signore, a Lui ti raccomando e ti benedico.
Padre Angelo