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Quesito
Caro padre Angelo,
stamane nell’Emilia domenicale il sacerdote officiante ha detto che nella Summa theologiae del padre Tommaso non sono presenti citazioni dalla Sacra Scrittura.
Secondo lui perché l’autore avrebbe privilegiato la filosofia a scapito della Parola di Dio e ciò a differenza di Bonaventura.
Ad una mia interrogazione, ha ribadito che nel testo della Summa non vi sono citazioni dalla Scrittura e questo farebbe la differenza per una eccessiva “filosofizzazione’, per così dire, della fede cristiana.
Che ne pensa?
Risposta del sacerdote
Carissimo,
1. l’affermazione di quel sacerdote è senza fondamento. Probabilmente non ha mai preso la Somma teologica in mano.
Proprio nella prima riga del Prologo della Somma teologica c’è subito una citazione biblica ed è la seguente: “Come bambini in Cristo vi ho dato da bere dell’atte, non del cibo solido” (1 Cor 3,1ss).
Poi, girando la pagina, nel primo articolo della prima questione si possono scorgere subito le varie citazioni: su cinque, quattro sono della Sacra Scrittura e precisamente due del Siracide, una di Isaia e una dalla seconda lettera a Timoteo.
2. Per comprendere il posto della Sacra Scrittura nella teologia è utile ricordare quale tipo di scienza sia la teologia.
Ebbene San Tommaso che secondo gli antichi si distinguono tre modi di fare scienza a seconda della minore o maggiore astrazione compiuta dalla mente nei confronti della realtà.
– Al primo grado di astrazione appartengono le scienze che studiano la realtà nella sua mutabilità materiale. Aristotele le chiama “ta jisika”, e vi include la storia, la cosmologia, la psicologia, la geografia… Questo modo di fare scienza si interroga sul come si manifesti la realtà.
– Al secondo grado appartengono le scienze che studiano la realtà esclusivamente sotto il profilo della quantità. Sono costituite dalla matematica con le sue due componenti: l’aritmetica e la geometria. Essa si interroga sul quanto delle cose. Sebbene più alta del primo modo di fare scienza, alla matematica sfuggono le realtà spirituali perché prive di quantità. Pertanto con la matematica non si giunge alla conoscenza dell’esistenza di Dio.
– Al terzo grado appartengono le scienze che astraggono da tutti gli accidenti per conoscere la realtà solo nella sua sostanzialità. Si domandano che cosa sia l’essere, quale la sua origine e il suo fine. In una parola, si interrogano sul perché delle cose. Abbiamo così l’ontologia, la teologia naturale, l’etica… e si riconducono alla metafisica, che viene definita cognitio certa per altissimas causas.
3. Ebbene, secondo San Tommaso la Teologia o Sacra Doctrina non appartiene a nessuno di questi modi di fare scienza, perché i suoi principi li riceve dalla scienza stessa di Dio.
Cosicché coglie lo statuto della Teologia ricorrendo al concetto di “scienza subalternata” osservando che alcune scienze hanno il loro oggetto specifico in un grado di astrazione, e la luce sotto cui lo considerano in un altro. Ad esempio: la musica ha il suo oggetto nel sonoro (primo grado di astrazione), ma esso viene considerato con criteri aritmetici. Si tratta pertanto di una scienza subalternata alla matematica. Così pure l’arte figurativa o prospettiva ha come suo oggetto il colorato (primo grado di astrazione), ma il “lumen sub quo” è nel secondo (la geometria).
Analogamente anche la Teologia è scienza subalternata alla scienza di Dio, perché considera le realtà divine alla luce di quello che Dio ha detto di se stesso[3] .
Pertanto il fondamento stesso della teologia è la Divina Rivelazione che consiste nella Sacra Scrittura e nella Sacra Tradizione.
4. Poiché riceve i suoi principi da Dio, si comprende perché abbia un metodo proprio e come mai il teologo debba procedere con la massima docilità nei confronti innanzitutto della divina Rivelazione e poi anche del Magistero della Chiesa, che di quella Rivelazione è il custode e l’interprete garantito.
Tale modo di procedere è un “argomentare per autorità” (I,1, 8, ad 2). ed “è particolarmente proprio di questa dottrina…
Per questo è necessario che si creda all’autorità di coloro ai quali fu fatta la Rivelazione.
Né ciò deroga alla dignità della sacra dottrina, perché sebbene l’argomento di autorità umana sia il più debole di tutti, l’argomento di autorità fondata nella Rivelazione divina è il più forte” (Ib.).
5. Ugualmente afferma che la Rivelazione fu fatta gli apostoli e ai profeti i quali non soltanto hanno comunicato oralmente la rivelazione, ma l’hanno anche trasmessa con gli scritti.
Scrive infatti San Tommaso: “La nostra fede poggia sulla rivelazione fatta agli apostoli e ai profeti, i quali hanno scritto i libri canonici, e non già in qualche altra rivelazione fatta a qualche teologo privato, supposto che esista” (Ib., ad 2).
6. Va osservato che la Somma teologica tratta di molti argomenti, sempre in riferimento a Dio.
Proprio la diversità dei vari argomenti fa sì che le citazioni della Sacra Scrittura non siano sempre nella medesima abbondanza.
7. In conclusione mi piace riportare quanto scritto il padre Marcolino Daffara a proposito delle fonti della teologia dalle quali si traggono i principi basilari di questa scienza divina: “Queste fonti sono: la Sacra Scrittura e la Sacra Tradizione, che fanno autorità assoluta in teologia, i Dottori o Padri che hanno importanza grande come interpreti della Sacra Scrittura e testimoni della Tradizione. Decisiva autorità nell’interpretare la Sacra Scrittura e la Tradizione hanno i concili universali della Chiesa, i romani pontefici, l’insegnamento comune della chiesa di cui sono organi i vescovi e teologi” (La Somma teologica (ed. ESD), I, pp. 62-63, nota 3).
Con questo ho detto tutto su quanto ti è capitato di sentire e di riaffermare con sicurezza.
Ti auguro ogni bene, ti benedico e ti ricordo nella preghiera.
Padre Angelo