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Quesito
E’ quasi mezzanotte. Si è fatto molto tardi. E’ da mezz’ora che navigo nel vostro sito, cercando risposte per il mio quesito.
La scorsa Pasqua per la prima volta in vita mia mi sono confessata e il sacerdote non mi ha assolta. Ha detto che non manifestavo il proponimento di non commettere più il "mio peccato". Ho un fidanzato, e di tanto in tanto il nostro rapporto va al di là di semplici baci. Io non posso promettere che la cosa non succederà più. Questo significa che non posso più ricevere l’eucarestia, se non mi sposo?
Mi pare di avere letto da qualche parte che i rapporti fuori dal matrimonio siano peccato mortale. E’ vero? Non mi pare vero che il Signore ci abbandoni così. Indietro non posso tornare, posso solo lasciarlo. Ma perché ….
Mi viene difficile, ho paura di cadere in depressione.
Lo scorso ottobre ho fatto la comunione e sono stata assolta, pur avendo confessato lo stesso peccato. Avevo promesso di non farlo più. Ma l’ho rifatto, dunque è meglio non fare più queste promesse al confessore…. Tra l’altro anche nel momento che proponevo di non farlo più, nel mio cuore non ero sicura di ciò che dicevo, perchè il mio compagno per me è importante. Dunque ho fatto una comunione sacrilega?
Per favore rispondetemi
Maria
Risposta del sacerdote
Cara Maria,
1. I rapporti sessuali prematrimoniali sono in se stessi menzogneri.
Di fatto i due con quel gesto dicono di essere l’uno dell’altro, di appartenersi totalmente mentre sanno di essere liberi. Manca ancora quel sì che non è una pura formalità, ma li cambia interiormente.
Inoltre la contraccezione, con cui spesso questi atti sono accompagnati, manifesta ulteriormente che i due non si danno in totalità, ma si riservano qualcosa. Non si donano la capacità di diventare padre e madre.
Per questo sono intrinsecamente menzogneri.
Giovanni Paolo II dice: “La donazione fisica totale sarebbe menzogna se non fosse segno e frutto della donazione personale totale, nella quale tutta la persona, anche nella sua dimensione temporale, è presente: se la persona si riservasse qualcosa o la possibilità di decidere altrimenti per il futuro, già per questo essa non si donerebbe totalmente” (Familiaris Consortio 11).
Per questo il Magistero della Chiesa afferma che “qualsiasi uso onesto della facoltà data da Dio per la generazione… secondo la legge di Dio e la stessa legge di natura è, di diritto, prerogativa del solo matrimonio” (Casti connubii).
La CEI, in un documento su “matrimonio e famiglia oggi in Italia” (1969), dice che “i fidanzati possono comprendere la legge divina che riserva il dono definitivo di se stessi all’impegno di amore perenne nel matrimonio. Solo il matrimonio sancisce in maniera irreversibile e definitiva la decisione di due persone di appartenersi come coniugi. La morale cattolica non approva i rapporti intimi prematrimoniali”.
2. Forse in confessionale non ti sei intesa bene col sacerdote.
Da una parte questi è tenuto a verificare se c’è il pentimento di aver offeso Dio. Il sacramento infatti non è un lasciapassare per fare la Comunione e poi tornare come prima.
E se il pentimento è vero, vi è incluso anche il proposito di comportarsi come si deve per il futuro.
Questo è il dovere del sacerdote.
Da parte tua, forse hai equivocato. Forse pensavi che il sacerdote ti chiedesse la certezza matematica che tu non saresti mai più caduta. E questa non gliela potevi garantire perché potevi pensare che, stanti i precedenti e nonostante la buona volontà, forse avresti offeso il Signore di nuovo.
Il sacerdote invece ti chiedeva una certezza morale, per la quale uno dice: “sì, mi impegno, anzi farò di tutto per non offendere il Signore”. E, dicendo questo, uno può prevedere che la sua debolezza forse lo porterà di nuovo a commettere il medesimo peccato.
Pertanto era sufficiente che tu dicessi: “mi impegno a vivere secondo il Vangelo o secondo la dottrina cristiana”. E avresti risparmiato al sacerdote il dispiacere di negarti l’assoluzione e a te lo sconforto e il turbamento che ne sono seguiti, soprattutto in prossimità della Pasqua.
3. La comunione che hai fatto a ottobre non è stata sacrilega. Tu avevi promesso, e la promessa era sincera, ma poi non sei riuscita a mantenere la promessa. Pazienza. Il Signore ti attendeva un’altra volta per rialzarti e darti forza.
4. Ti faccio un’ultima esortazione: fidati della legge di Dio.
Dio non è nemico del tuo amore, ma con la sua legge lo vuole tutelare e portare al massimo incremento.
Non è quello che vuoi anche tu?
E allora cammina tenendo la tua mano nella mano del Signore.
Adesso torna a confessarti e dì al sacerdote che l’ultima volta ti è stata negata l’assoluzione. Dirai che tu non avevi garantito nulla perché pensavi che esigesse da te una certezza matematica, mentre di fatto ti chiedeva la certezza che si chiede a tutti i comuni mortali.
Ti saluto, ti prometto un ricordo nella preghiera e ti benedico.
Padre Angelo