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Quesito
Caro padre Angelo,
approfitto della sua disponibilità per rivolgerle un quesito: sappiamo che il suicidio è un atto intrinsecamente grave e così pure l’eutanasia, spesso compiuta assecondando la volontà del malato (entrambi le volontà portano alla morte).
Mi chiedevo: quali sono le motivazioni che hanno spinto la Chiesa a reintrodurre la possibilità del rito dei funerali e quando ciò è accaduto?
D’altro canto, perchè l’eutanasia è considerata diversamente ed i funerali vengono invece negati?
Sempre in comunione di preghiera.
Antonio
Risposta del sacerdote
Caro Antonio,
1. il suicidio è un atto intrinsecamente grave, al pari dell’eutanasia. Ambedue sono peccati contro Dio che è l’unico Signore della nostra vita.
2. Ma quando si tratta di esequie la Chiesa non ha davanti a sé dei problemi teorici, per quanto importanti e gravi, ma delle persone.
E allora si tratta di soppesare le motivazioni che hanno spinto una persona per l’una o per l’altra soluzione.
Ebbene, quando ci si trova di fronte a persone suicide si è inclinati a pensare che abbiano compiuto questo gesto insano perché sono andate fuori di mente. Talvolta si tratta di un vero raptus e pertanto di un gesto non imputabile al soggetto.
La Chiesa ha cominciato a tenere maggiormente presente questo stato d’animo soggettivo per lo più a partire dagli anni sessanta, settanta. Potremmo dire dal moltiplicarsi delle persone affette da depressione.
Per coloro che chiedono l’eutanasia il discorso è diverso: è difficile pensare ad un raptus. Si tratta in genere di persone che prendono tali decisioni in perfetta lucidità di mente e magari anche di salute, molti anni prima, sapendo che una simile disposizione è del tutto contraria ai precetti di Dio e della Chiesa.
3. Tuttavia, a rigore, la disciplina della Chiesa, quando parla di coloro che sono esclusi dalle esequie religiose, non menziona esplicitamente coloro che hanno scelto l’eutanasia.
Ad essi vanno negate le esequie, come del resto anche ai suicidi, se si tratta di peccatori manifesti e che prima di morire non hanno dato alcun segno di pentimento (cfr Codice di Diritto canonico 1184,1).
Certamente la dichiarazione di optare per l’eutanasia mette nella categoria dei peccatori manifesti, ma si deve verificare anche la seconda condizione: che prima di morire non abbiano dato alcun segno di pentimento.
Ti ringrazio della comunione di preghiera, alla quale ci tengo in modi particolare.
Ti prometto la mia preghiera e ti benedico.
Padre Angelo