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Quesito
Gentilissimo Padre Angelo
sono …, ricorro nuovamente a lei perché avrei davvero bisogno di un consiglio spirituale per un avvenimento che mi è accaduto quest’estate, il cui ricordo mi fa ancora soffrire e venire i sensi di colpa. Cerco di spiegarmi brevemente:
Quest’estate ho avuto una gravidanza extra-uterina che mi ha portato ad avere un’emorragia interna ed essere operata d’urgenza con conseguente asportazione della tuba. È stato un avvenimento sofferto in quanto nessun medico voleva operarmi e io per quasi 2 mesi ho convissuto con la paura che, se la tuba si sarebbe rotta in un momento sbagliato, avrei potuto rischiare anche la vita proprio per emorragia.
Detto ciò, il problema che mi tortura è un altro: quando ho saputo di essere incinta ho avuto tantissima paura umana, sia perché data la malattia di cui soffro (sono epilettica), le gravidanze dovrebbero essere il più possibile programmate in quanto i farmaci che prendo sono teratogeni, avevo quindi paura di un’eventuale malformazione del feto, e poi perché anche economicamente sarebbe stato un grande sacrificio.
Premetto che non ho mai pensato, neanche un secondo, di abortire, ma la paura era tanta e non riuscivo ad abbandonarmi alla provvidenza di Dio Padre.
Per questo mi sento tremendamente in colpa perché non vivo questa perdita come un lutto, anzi, a volte sono quasi sollevata che, per cause naturali, non devo affrontare la difficoltà di un secondo figlio.
Sto dicendo delle cose bruttissime, lo so.
Da quando è successo ho una tristezza di fondo ma non riuscivo bene ad identificare il perché; ho pensato che la sofferenza fosse dovuta al rapporto con mio marito che è inevitabilmente cambiato, portando ad un allontanamento reciproco.
La scorsa domenica però il Signore mi ha fatto vedere con grande lucidità il motivo di questa tristezza, che mi porta ad avere anche attacchi di panico o pianti improvvisi: un grande senso di colpa verso questo bambino che non è mai nato, cioè io non mi sento mamma di questo bambino, come mio padre con grande saggezza una volta mi ha detto (senza approfondire la cosa perché stavamo parlando di altro); un sacerdote una volta mi chiese se avessi dato un nome a questo bambino, e questo mi ha lasciato completamente spiazzata.
Immagino questo bambino orfano di una mamma “terrestre”, non ho mai pregato per lui e non ho mai pensato che io ho anche un figlio in cielo.
Ho un grande senso di colpa non solo per questo, ma anche perché penso alla sofferenza che tante mamme desiderose di un figlio proverebbero nella mia situazione. Io non la vivo questa sofferenza.
Il pensiero che questo bambino in cielo non abbia sulla terra nessuno che gli vuole bene e che sia arrabbiato con me mi fa sentire tremendamente in colpa e penso che lui non mi perdonerà mai per questo mio atteggiamento, che continuo ad avere. Come posso essere in grazia di Dio se penso queste cose?
Da quando tutto mi è stato chiaro non riesco più ad accostarmi all’eucaristia.
Non vivo il dolore di aver perso un figlio, forse perché dopo 2 giorni dal test di gravidanza il ginecologo mi ha detto che avevo avuto un aborto, non ho avuto il tempo di “sentirmi mamma” o sentire il battito del suo cuore….
Cosa devo fare?… Io non sono una vittima di tutto questo, ma solo una mamma snaturata e crudele… e da chi posso cercare consolazione se ho dall’inizio abbandonato questo bambino e sono quasi felice se le cose siano andate in questo modo, anche se ho rischiato la vita?
La ringrazio se vorrà rispondermi e le chiedo scusa se spesso approfitto del suo tempo
Ne approfitto per augurarle una Santa Pasqua.
Risposta del sacerdote
Carissima,
solo oggi sono giunto alla tua mail del 6 aprile dell’anno scorso. Me ne dispiace e te ne domando scusa.
1. Il bambino che è volato prematuramente in cielo vede tutto in Dio. Vede anche il tuo stato d’animo.
Se potesse parlarti, ti direbbe di non demoralizzarti perché succede non di rado che una donna rimanga incinta senza pensare al bambino e senza averne il desiderio.
Tuttavia, una volta presente nel suo grembo, non tarda ad affezionarsene.
Sarebbe successa la stessa cosa anche per te.
2. Tu piangi perché l’interruzione spontanea della gravidanza ti ha dato un senso di liberazione.
Sì, è vero. Ma la liberazione non è tanto sul bambino quanto piuttosto sulla situazione che a te pareva molto difficile da affrontare.
Il tuo bambino dal cielo comprende tutto.
3. Probabilmente Dio gli avrà fatto vedere anche ciò che sarebbe successo qualora avesse potuto condurre un’esistenza normale.
E ha compreso che Dio non si è sbagliato neanche permettendo che la sua vita fosse tolta da questo mondo quando non era ancora sbocciata.
Forse gli avrà risparmiato tante sofferenze fisiche e morali. Forse addirittura avrebbe potuto correre il rischio di perdersi eternamente.
Anche lui, che amiamo pensare in paradiso perché Dio dona a tutti la possibilità di essere rivestiti dalla grazia ed essere degni di stare alla sua presenza, è associato al coro di coloro che cantano festanti: “Alleluia! Salvezza, gloria e potenza sono del nostro Dio, perché veri e giusti sono i suoi giudizi” (Ap 19,1-2).
4. Vede il tuo dolore per lui, bambino che se ne è andato da questo mondo senza essere conosciuto, senza essere stato amato e senza essere stato rimpianto.
Ma questo dolore non è forse segno del tuo grande amore per lui? Non hai potuto dargli il tuo amore prima, ma glielo stai dando adesso piangendo per quella che da un punto di vista umano sembra solo una infelice sorte.
5. Credo che non sia sbagliata pensare che il dispiacere e il pentimento entrato nel tuo cuore siano un dono del tuo nuovo bambino donato al cielo.
Il senso di dispiacere che ti accompagna è il segno tangibile della permanente presenza di questo bambino nella tua vita.
Ed è presente non semplicemente nel tuo pensiero, come frutto della tua immaginazione, ma è lui, con la sua persona, che per un disegno salvifico di Dio entra nella tua vita come segno permanente del suo affetto dal cielo.
Il tuo bambino non è inoperante in paradiso perché ti rimane eternamente grato per avergli dato l’esistenza, anche se non era proprio nei tuoi piani.
L’esistenza che ha ricevuto da te gli permette di godere della pienezza di comunione con Dio e con tutti coloro che in paradiso gli sono familiari e amici.
6. È una cosa bella dargli un nome, ma non è essenziale.
Applicando un testo dell’Apocalisse al tuo bambino possiamo dire che ha già ricevuto un nome da Dio, anche se questo nome per ora rimane segreto. Si legge infatti: “Al vincitore darò la manna nascosta e una pietruzza bianca, sulla quale sta scritto un nome nuovo, che nessuno conosce all’infuori di chi lo riceve” (Ap 2,17).
La Bibbia di Gerusalemme con la sua nota concisione dice: “la manna nascosta è il nutrimento del regno celeste ( Ap 6,31.49).
La pietruzza bianca (colore di vittoria e gioia) è il segno dell’ammissione al regno (perché lì si ricevono diademi, n.d.r.);
Il nome nuovo esprime il rinnovamento interiore che ne rende degni”.
7. Se vuoi un’indicazione concreta per dare il tuo affetto a questo bambino donato inconsapevolmente al cielo fai celebrare qualche Messa per lui.
Non si tratta certo di Messe di suffragio per i suoi peccati perché non ne ha, per la sua maggior gloria.
La gloria del Paradiso consiste nel possesso di Dio.
Ma accanto al possesso di Dio, detto anche gloria essenziale, vi sono altri beni che i santi possono fruire come ad esempio la possibilità di beneficare quelli che sono sulla terra.
Come si può celebrare la Santa Messa in onore della Madonna perché Dio le doni ulteriori possibilità di essere ancora più presente e operante nel mondo e come si può fare celebrare una Santa Messa in onore di un Santo perché abbia la possibilità di ottenere tante grazie dal Signore per coloro che si appellano a lui, così giustamente e opportunamente si può far celebrare qualche Santa Messa a favore di questi tuoi bambini perché dal cielo ottengano di compiere grandi benefici a favore di coloro che li hanno generati e comunque di coloro che sono ancora in via verso la patria eterna.
Augurandoti una grande comunione con quelli che hai generato e che stanno davanti a Dio per l’eternità, ti benedico e ti ricordo nella preghiera.
Padre Angelo