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Quesito
Caro Padre Angelo,
Sono Francesco, un ragazzo che le aveva scritto un paio di settimane fa.
Il mio professore di filosofia afferma che è impossibile dimostrare la reale esistenza di Dio con la ragione umana, perché ciò appartiene ad un ordine diverso e costituisce un mistero della fede.
Qual’è la sua opinione in proposito?
Le volevo chiedere inoltre: riguardo al miracolo eucaristico di Lanciano, ho letto che è stato riconosciuto anche dall’OMS che si tratta di tessuto vivo di miocardio umano. Quale atteggiamento dobbiamo assumere nei suoi confronti? Non lo possiamo considerare come una sorta di "prova scientifica" di Dio?
La ringrazio per la risposta che mi aveva dato l’ altra volta, e anche per quella che spero mi darà.
Francesco.
Risposta del sacerdote
Caro Francesco,
1. dal momento che molte persone dotte sono giunte con la ragione alla dimostrazione dell’esistenza di Dio, il tuo professore di filosofia dovrebbe dire che lui non vi è giunto, ma altri vi sono giunti.
Vi è giunto Platone, Aristotele, Cicerone che sono stati pensatori di primo calibro.
Vi è giunto S. Agostino prima della sua conversione, rimanendo dunque su un piano puramente razionale.
Vi è giunto San Tommaso con le sue famose 5 vie, senza scomodare la fede.
Vi sono giunti per altre vie Sant’Anselmo e Cartesio e mille altri.
Su questo punto il tuo professore di filosofia, se hai riportato correttamente il suo pensiero, sbaglia.
2. Tra l’altro San Paolo, che è stato riconosciuto da un punto di vista umano il più grande pensatore del primo secolo dell’attuale era, nella lettera ai Romani riporta il suo convincimento che i pagani possono giungere alla conclusione dell’esistenza di Dio. Scrive infatti: “poiché ciò che di Dio si può conoscere è loro manifesto; Dio stesso lo ha manifestato a loro. 20Infatti le sue perfezioni invisibili, ossia la sua eterna potenza e divinità, vengono contemplate e comprese dalla creazione del mondo attraverso le opere da lui compiute” (Rm 1.19-20).
Nel discorso all’Areopago, dinanzi ad un consesso di filosofi parla dell’esistenza di Dio portandone nel sottofondo la prova che risale ad una causa efficiente prima e all’ordine cosmico: “Il Dio che ha fatto il mondo e tutto ciò che contiene, che è Signore del cielo e della terra, non abita in templi costruiti da mani d’uomo né dalle mani dell’uomo si lascia servire come se avesse bisogno di qualche cosa: è lui che dà a tutti la vita e il respiro e ogni cosa. Egli creò da uno solo tutte le nazioni degli uomini, perché abitassero su tutta la faccia della terra. Per essi ha stabilito l’ordine dei tempi e i confini del loro spazio perché cerchino Dio, se mai, tastando qua e là come ciechi, arrivino a trovarlo, benché non sia lontano da ciascuno di noi. In lui infatti viviamo, ci muoviamo ed esistiamo, come hanno detto anche alcuni dei vostri poeti: «Perché di lui anche noi siamo stirpe” (At 17,24-28).
I filosofi lì presenti hanno accettato questo suo discorso, che non fa una piega.
Non concordarono con lui invece quando parlò della risurrezione dei morti.
Ma sul tema dell’esistenza di Dio non fecero obiezioni. Ciò significa che ne erano convinti.
3. Il tuo professore di filosofia invece ha ragione quando dice che uno sbaglia a passare con prove razionali dall’esistenza di Dio al Dio che si è rivelato.
Per aderire alla rivelazione di Dio, e cioè a Dio che è Trinità di persone, alla divinità di Gesù Cristo, alla sua incarnazione, passione, morte e risurrezione, alla presenza reale di Gesù nell’Eucaristia… – poiché si tratta di verità di ordine soprannaturale – è necessaria la fede.
Gesù ha detto in maniera molto chiara: “Nessuno può venire a me, se non lo attira il Padre che mi ha mandato” (Gv 6,44).
Pertanto bisogna fare una distinzione tra piano naturale e piano soprannaturale.
Se si rimane sul piano naturale la ragione può concludere all’esistenza di Dio e ad alcune sue perfezioni.
Ma non può concludere alle verità di ordine sopranaturale, perché la nostra mente con le sue sole risorse umane può conoscere solo ciò che è sul piano della natura.
Per aderire a verità di ordine soprannaturale la nostra intelligenza ha bisogno di essere ulteriormente potenziata da Dio, con un lume di ordine soprannaturale.
Questo lume di ordine soprannaturale è la fede.
Allora con questo lume si possono cogliere le verità di ordine soprannaturale.
4. La Chiesa nel suo magistero ci tiene a fare questa distinzione e tra l’altro propone come dogma di fede la seguente affermazione: “Se qualcuno dice che il Dio unico e vero, nostro creatore e signore, non può essere conosciuto con certezza dall’umana ragione, attraverso le cose create: sia anatema (scomunicato)” (DS 3026).
5. Circa il miracolo eucaristico di Lanciano dove nel sec. VIII le particole consacrate si convertirono in carne umana e il vino in sangue, gli esperti hanno potuto dirci che si tratta veramente di carne appartenente al miocardio e di vero sangue, che la carne e il sangue sono di natura umana e appartengono all’emogruppo AB.
Gli uomini possono dire che quello che si è potuto vedere con i propri occhi: prima c’erano pane e vino e dopo sono comparsi carne e sangue.
Più che una prova scientifica di Dio c’è una prova scientifica che si tratta di vera carne e vero sangue umano.
Ma per concludere che quella carne e quel sangue appartengono a Gesù Cristo e sono segno della sua presenza reale è necessario di nuovo un aiuto che viene dall’alto e cioè l’aiuto della fede.
6. Stante la stretta concomitanza tra pane, vino, carne e sangue e il fatto che il sacerdote che celebrava aveva qualche dubbio sulla reale presenza del Signore, possiamo dire che si tratta di un fatto clamoroso e inspiegabile dal punto di vista naturale.
Questo fatto clamoroso e inspiegabile noi lo chiamiamo miracolo ed essendo avvenuto in riferimento all’Eucaristia, parliamo di miracolo eucaristico ordinato a confermare nella fede sulla presenza reale del Signore.
7. In conclusione possiamo dire che quando uno esprime la propria fede in questo miracolo, in quel momento interviene la mano di Dio che lo conduce ad assentire a realtà di ordine soprannaturale.
Proprio come avvenne per l’apostolo Tommaso: vide l’evento straordinario del corpo risorto di Gesù segnato dalle sue piaghe e lo toccò con le dita e con la mano. Per riconoscere questo non era necessaria la fede perché l’evebto era imposto dall’evidenza dei fatti.
Ma vedendo il fatto reale, Tommaso fu condotto da Dio ad una conclusione soprannaturale perché disse; “Mio Signore e mio Dio”.
Così analogamente anche per Lanciano, dove noi adoriamo in quella Carne e in quel Sangue Nostro Signore stesso.
Ti auguro ogni bene, ti ricordo al Signore e ti benedico.
Padre Angelo