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Quesito

Caro Padre Angelo,
le scrivo per un dubbio che riguarda una decisione presa dal mio parroco.
Ha deciso che a breve vorrà introdurre, per i genitori che vorranno far battezzare il loro figlio/a, un anno obbligatorio di catechismo preparatorio; cosa che si fa già, ma che dura due-tre mesi. A me è sembrata una cosa eccessiva, considerando che magari i genitori lavorano entrambi, ma lui dice che bisogna pretendere di più dai genitori. Ma quello che mi ha lasciata ancora più perplessa è stata la sua giustificazione: e cioè che tanto il limbo "non esiste più" quindi non c’è pericolo per i bambini non battezzati. Sapevo che l’esistenza del limbo non era riconosciuta come ufficiale dalla Chiesa, ma da qui ad uscirne con questa cosa infelice… !
Le chiedo un parere, perchè mi sento confusa… mi sembra che certe decisioni "rivoluzionarie" facciano più male alla Chiesa che bene…
La ringrazio per il servizio prezioso che svolge per tutti noi.


Risposta del sacerdote

Carissima,
1. certamente è eccessiva la prassi che vuole introdurre il tuo parroco.

2. E poi, a parte la questione del Limbo, la Chiesa è sicura della salvezza eterna dei bambini che non hanno raggiunto l’uso di ragione solo se hanno ricevuto il Battesimo.
Senza il battesimo ha molte speranze, ma non la certezza.

3. Inoltre la Chiesa chiede che i bambini vengano battezzati poco dopo la nascita, e cioè entro le prime settimane.
Vi sono dei motivi precisi.
Vi è da ricordare anzitutto che la grazia del sacramento non è inerte dentro l’anima di un bambino battezzato. Perché impedire questo sviluppo? Perché dilazionare questo dono inestimabile?
E poi bisogna ricordare che la grazia del sacramento protegge il bambino da tanti mali. A questo proposito il Catechismo della Chiesa Cattolica dice: “anche i bambini hanno bisogno della nuova nascita nel Battesimo per essere liberati dal potere delle tenebre” (CCC 1250).

4. Il Rito per il Battesimo dei bambini dice:
“Nel fissare la data del Battesimo, si tenga conto anzitutto del bene spirituale del bambino, perché non resti privo del beneficio del sacramento; poi delle condizioni di salute della madre, affinché possa essere presente di persona; si tenga conto infine — salvo il bene preminente del bambino — delle esigenze pastorali, e cioè del tempo indispensabile per preparare i genitori e disporre la celebrazione in modo che appaia chiaramente il significato e la natura del rito.
Pertanto:
1) Se il bambino è in pericolo di morte, lo si battezzi quanto prima nel modo che verrà indicato (n. 21).
2) Normalmente, i genitori al più presto chiedano al parroco il Battesimo per il loro bambino: così si potrà preparare adeguatamente la celebrazione del sacramento. È desiderabile che il parroco sia informato anche prima della nascita.
3) La celebrazione del Battesimo si faccia entro le prime settimane dopo la nascita del bambino” (Rito per il Battesimo dei bambini 8,3).

5. Ed ecco che cosa dice per esteso il Catechismo della Chiesa Cattolica: “Poiché nascono con una natura umana decaduta e contaminata dal peccato originale, anche i bambini hanno bisogno della nuova nascita nel Battesimo per essere liberati dal potere delle tenebre e trasferiti nel regno della libertà dei figli di Dio, alla quale tutti gli uomini sono chiamati. La pura gratuità della grazia della salvezza si manifesta in modo tutto particolare nel Battesimo dei bambini. La Chiesa e i genitori priverebbero quindi il bambino della grazia inestimabile di diventare figlio di Dio se non gli conferissero il Battesimo poco dopo la nascita” (CCC 1250).

6. La durata di un anno rimane sempre un tempo eccessivo anche per le frequenti indisposizioni di un bambino nel primo anno di vita.
Piuttosto: perché non fare qualche incontro prima del parto in modo che dalla nascita del bambino i genitori non abbiano più problemi se non quello di fissare la data quando ritengono più opportuno il Battesimo?

Ti ringrazio per la fiducia, ti ricordo al Signore e ti benedico.
Padre Angelo