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Quesito
Caro Padre,
ho scoperto questo sito navigando su internet.
Ho molti dubbi, soffro tantissimo ultimamente. Ora le espongo le mie ragioni: sono sempre stato attento ai precetti della chiesa cattolica, ma da bambino ho capito di avere un’inclinazione all’omosessualità. Il desiderio carnale in età adolescenziale si è fatto sempre più immenso e ho finito coll’avere rapporti omosessuali. Ora vivo nella paura di non entrare nelle grazie di Dio. Cosa posso fare per porre rimedio?
Finirò all’inferno? Come posso guarire? Dovrei confessare tutto a mia madre?
Lo psicologo mi ha detto che è normale e non contro natura. Ma io mi sento sporco. Non nego di aver pensato al suicidio, ma farei un altro male a Dio che mi ha concesso la vita.
Ho detto questa cosa solo al mio parroco e si è rifiutato di confessarmi dicendomi di rivolgermi ad un centro di supporto psicologico. Mi dia qualche risposta, per cortesia!
Pregherò per lei se posso permettermelo, vista l’impurità.
Cordiali saluti
Risposta del sacerdote
Carissimo,
1. mi stupisco molto che il tuo parroco si sia rifiutato di confessarti.
Era tuo diritto confessarti.
Ed era suo dovere ascoltarti e darti l’assoluzione se ti riteneva sufficientemente pentito.
2. Non nego che il supporto psicologico possa giovare almeno in alcuni casi.
Ma in altri, come ad esempio nel tuo, è stato deleterio.
Che significato ha mandarti dallo psicologo quando questi ti dice che l’inclinazione e la pratica omosessuali sono normali?
A meno che il parroco non volesse dirti: ascolta lo psicologo e non farti problemi.
Ma mi rifiuto anche solo di pensare che il parroco abbia inteso una cosa simile.
Mi dici che dopo certi peccati ti senti sporco. È naturale che sia così. Non si tratta certo di un uso della sessualità secondo il progetto di Dio, di quel progetto che è scritto nelle profondità della nostra natura sessuata.
3. Che cosa devi fare?
Come prima cosa devi smettere la pratica omosessuale.
Il Magistero della Chiesa dice che “l’attività omosessuale rafforza un inclinazione sessuale disordinata, per se stessa caratterizzata dall’autocompiacimento” (Homoxessualitatis problema 7).
E aggiunge: “Come accade per ogni altro disordine morale, l’attività omosessuale impedisce la propria realizzazione e felicità, perché è contraria alla sapienza creatrice di Dio. Quando respinge le dottrine erronee riguardanti l’omosessualità, la Chiesa non limita ma piuttosto difende la libertà e la dignità della persona, intese in modo realistico e autentico” (HP 7).
4. Di fatto la gratificazione omosessuale viene sentita come inadeguata. Essa si accompagna spesso a sentimenti di frustrazione e di depressione.
Un teologo moralista ha scritto: “Pochi omosessuali, forse nessuno, sono realmente in pace con la loro perversione, stando il fatto che la strada della gratificazione è instabile e incompleta e che il grado di gratificazione nella perversione è sempre limitato. Il fatto della colpa inconscia si fa largamente luce in molti di questi individui” (k. peschke, Etica cristiana, vol. II, p. 577).
5. Inoltre devi cercare di vivere in grazia di Dio.
Solo la presenza di Dio nell’anima mediante la grazia santificante dà un certo senso di pienezza.
La serenità che gode un’anima in grazia è impagabile.
6. Per conservarti in grazia, oltre ad evitare il peccato mortale, dovrai confessarti con regolarità e con una certa frequenza: una volta ogni quindici giorni, meglio ancora se una volta alla settimana.
La confessione anche dei soli peccati veniali conferisce un aumento di grazia, aiuta ad evitare le tentazioni, ti fa avvertire una certa freschezza interiore di cui non riuscirai a farne a meno.
Vai da un sacerdote che ti ispira fiducia e che ti accoglie con benevolenza. Non necessariamente deve essere il tuo parroco.
7. È necessaria poi la preghiera. Gesù ha detto: “Vegliate e pregate per non entrare in tentazione” (Mt 26,41).
Quale preghiera migliore del santo Rosario recitato quotidianamente?
Vedrai quanta pace lascerà nella tua anima questa preghiera che ti porta la compagnia di Gesù, della Madonna e degli abitanti del Cielo.
8. Cerca di vivere nella castità dedicandoti al servizio di Dio, della Chiesa e del prossimo.
La castità da una parte ti impedisce di scadere nella concupiscenza della carne e dall’altra ti spinge a donarti con totale dedizione di energie per incrementare il bene personale e comunitario.
Sotto questo aspetto, la tendenza omosessuale può rivelarsi uno stimolo per fare del bene in altro modo. I maestri di vita spirituale parlano della necessità di trarre profitto anche dai propri difetti.
9. Se vivrai così, sarai sereno e puoi diventare santo.
Riprendi dunque coraggio dalla consapevolezza che il Signore non ti abbandona. Ti è sempre vicino e ti aiuta a rendere posibile quello che umanamente potrebbe sembrare impossibile.
Ti assicuro la mia preghiera e il mio ricordo nella celebrazione della S. Messa. Ti benedico.
Padre Angelo