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Quesito

Caro Padre,
torno alla questione della vita dopo la vita per gli animali.
Non posso non citare un grande teologo molto stimato da Giovanni Paolo II, il cardinale Giacomo Biffi, il quale non escludeva una possibilità di sopravvivenza. In una nota intervista rispondeva infatti:
D: E i nostri cani e gatti che fine faranno?
R: Questo io non lo so. Quando insegnavo teologia, tanti anni fa, dicevo che non è contro la dottrina cattolica pensare che, almeno per qualcuno, ci potrebbe essere… Che il mio affetto abbia bisogno in qualche modo, per la completezza della mia gioia, anche di qualche animale…Devo dire che non lo so. Siamo sempre lì, insomma.
Molti saluti
Grazie
Claudio


Risposta del sacerdote

Caro Claudio,
1. non so se il Card. Biffi sottoscriva a piene mani quanto è riportato nell’intervista.
Ho l’impressione che se la sia voluta cavare senza scontentare nessuno e per questo ripetutamente ha detto non so…

2. La vita futura consiste nella visione di Dio e gli animali sono incapaci di accogliere Dio dentro di sé, perché ciò che è materiale (la vista degli occhi) non può cogliere ciò che è spirituale (Dio).

3. Ma, come ho detto più volte, tutto ciò che esiste in questo mondo è presente eternamente nella mente di Dio.
Allora tutte le creature, animali compresi, esistono eternamente nella mente di Dio.
In paradiso li potremo vedere nella luce meravigliosa e soprannaturale di Dio. Ma di là non esistono materialmente in se stessi. Esistono solo nel pensiero di Dio, che è eterno.

4. La visione degli animali, dicono i teologi, appartiene alla gloria accidentale che avremo in paradiso, non alla gloria essenziale che corrisponde alla visione di Dio e nella comunione di vita con Lui.

Ti ringrazio, ti prometto una preghiera e ti benedico.
Padre Angelo