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Quesito

Caro padre,
Una domanda da corollario: tutti quegli insegnamenti morali (ad esempio la fecondazione assistita etc..) che sono impartiti "sotto pena di peccato mortale" che non trovano spazio nei pronunciamenti dei concili, ma più semplicemente in encicliche o risposte della congregazione per la dottrina della fede (ex sant’offizio), non sono da ritenersi pronunciamenti ex cathedra proprio perché trattano di una materia tale per cui (peccato grave/non peccato grave), una volta che ci si pronuncia,  va da se’ che, per la "gravità" della materia trattata e l’univocità della risposta che se ne da, il pronunciamento ricada nell’infallibilità?
Grazie ancora per l’attenzione,
Giuseppe Celano


Risposta del sacerdote

Caro Giuseppe,
1. Tra i pronunciamenti magisteriali va fatta la seguente graduatoria, sempre in linea decrescente.
Dogma di fede
Di fede definita
Di fede cattolica
Di fede divina e cattolica
Dottrina (giudizio) rivelata, per rivelazione pubblica (S. Scrittura o Tradizione) di fede e morale, proposta dalla Chiesa come rivelata.
Di fede semplicemente cattolica
Di fede divina
Materia rivelata ma non proposta con atto speciale dalla Chiesa
Prossima alla fede
Teologicamente certa
Dalla negazione di questa sentenza segue la negazione di qualche dogma o di qualche verità di fede divina
Dottrina cattolica
     Certa
     Comune e certa
     Moralmente certa
     Sicura
     Più comune
     Comunissima
     Più probabile
     Probabile

2. I pronunciamenti delle Congregazione Romane in materia di bioetica, etc..  appartengono alla categoria di dottrina sicura.
L’essere dissenzienti non comporta la scomunica (l’anathema sit), ma l’essere temerario.

3. Scrivi: “tutti quegli insegnamenti morali (ad esempio la fecondazione assistita etc..) che sono impartiti "sotto pena di peccato mortale"”.
Ti chiederei di citare un solo documento in materia di bioetica dove si dica che l’insegnamento viene impartito "sotto pena di peccato mortale".
Certamente aborti e atti impuri rimangono difformi dalla Sacra Scrittura e pertanto sono già di per se stessi dei peccati mortali.
Mal’insegnamento della Chiesa non viene impartito "sotto pena di peccato mortale". Essere dissenzienti su questi punti comporta l’essere temerari.
L’essere temerari può comportare anche il compimento di un peccato mortale. Ma questo giudizio lasciamolo alle singole coscienze e al Signore.

4. Quando una Congregazione Romana dice che un’espressione è eretica non sancisce un dogma di fede. Dice solo che quell’espressione non è conforme alla dottrina della Chiesa.
Le eresie vere e proprie, quelle che comminano una scomunica, sono quelle che in genere si concludono con l’anathema sit.

5. Per quanto riguarda Galileo, i cardinali – presente il Papa- hanno ratificato le due proposizioni condannate dai teologi del sant’Ufficio. Ma “questa condanna non fu mai pubblicata ufficialmente come atto della Congregazione e restò come regola interna, quale conclusione di uomini dotti e qualificati in materia”.
Ho detto che il documento non fu pubblicato. Ora tu sai, che nei documenti, ciò che vale in definitiva è la promulgazione. Se non c’è la promulgazione, la legge non è legge.
Il Papa poteva essere presente e anche essere d’accordo, ma quanto fece in quella seduta del Sant’Ufficio non fu un pronunciamento ex cathedra. E lo sapeva anche lui.
Ciò che importa sapere è questo: la Chiesa non può sconfessare e non sconfesserà mai un insegnamento infallibile. Se facesse una cosa del genere, con quell’atto sconfesserebbe la propria infallibilità.
E quell’atto non sarebbe infallibile come non lo sarebbero stati neanche i precedenti.

6. Per quanto riguarda Galileo, va detto che fu incarcerato, come si sa, per aver trasgredito i precetti ecclesiastici che lui stesso aveva sottoscritto.
Il precetto era di non sostenere la tesi eliocentrica. Riconosco che con questo la Chiesa fece un errore grosso. Ti ho riportato precedentemente le dichiarazioni del Concilio. Non ho sottomano quelle di Giovanni Paolo II.
Ma né il Concilio né Giovanni Paolo II intendevano sconfessare un insegnamento infallibile della Chiesa.
Inoltre Galileo non fu mai scomunicato, cioè separato dalla Chiesa. E neanche si ipotizzò di condannarlo a morte. Come si sa, la carcerazione fu molto blanda. Oggi parleremo di arresti domiciliari.

Ti ringrazio di questa domanda come per tutti i precedenti quesiti.
Ti assicuro la mia preghiera e la mia benedizione.
Padre Angelo