Questo articolo è disponibile anche in: Italiano

Quesito

Gentilissimo padre Angelo
Ho un problema di morale che mi è stato posto. Il tutto è nato con il recente fatto di cronaca di Firenze per cui un prete ha sposato un uomo diventato donna con un uomo.
La mia famiglia è cattolica praticante tuttavia i miei genitori hanno problemi a capire perché un transessuale non si possa sposare in chiesa. Io gli ho spiegato che l’uomo diventato donna può diventarlo per l’anagrafe ma non per la Chiesa e soprattutto per Dio che lo ha creato uomo.
Ho detto che anche le ragazze anoressiche hanno problemi psicologici e vanno aiutate ma nel senso di farle guarire psicologicamente aiutandole ad accettare il loro corpo non aiutandole a dimagrire ancor di più. Il problema va affrontato non scavalcato con l’operazione chirurgica. Se un uomo diventa donna per la chiesa resta uomo e quindi non può sposarsi con un uomo. Ciò implicherebbe dire che Dio si è sbagliato nel creare una persona: io credo che in realtà tutto sia stato causato dal peccato originale.
I miei genitori sembravano convinti ma poi mi hanno obiettato che la condizione degli ermafroditi non si può superare con il mio ragionamento.
Mi chiedo allora: è giusta la mia spiegazione?
Come è disciplinata la condizione degli ermafroditi? Possono operarsi ( diventando uomini o donne ) e poi sposarsi in chiesa?
La ringrazio molto.
Daniele


Risposta del sacerdote

Caro Daniele,
1. la prima sessualità di cui ogni persona è dotata è quella genetica.
In ogni cellula del nostro corpo vi è scritta la sua identità sessuale: XX per le donne, XY per i maschi.
Questa identità è presente fin dal primo costituirsi di un nuovo soggetto umano, dal momento della comparsa dello zigote, la prima cellula di un nuovo organismo.
La sessualità morfologica (per comprenderci: la differenziazione degli organi genitali) compare successivamente.

2. L’identità biologica precede quella psicologica.
Quando quest’ultima non è conforme alla prima, vi è uno stato di sofferenza. È la patologia tipica dei transessuali, i quali non si sentono appartenenti al sesso morfologico, ma a quello psicologico.
Come puoi osservare: i transessuali sono diversi dagli omosessuali, i quali psicologicamente si sentono appartenenti al loro sesso morfologico e lo amano.

3. Alcuni transessuali pensano di eliminare la patologia di cui sono soggetti conformando il sesso morfologico a quello psicologico.
Ma, per quanti interventi chirurgici facciano, la loro identità sessuale rimane sempre quella del loro DNA, inscritta in ogni cellula del loro organismo.

4. Per questo sono incapaci di sposarsi essendo appartenenti geneticamente al medesimo sesso e come coppia sono ontologicamente incapaci di procreazione.

5. Un caso diverso invece è rappresentato dagli ermafroditi, i quali sono morfologicamente appartenenti ai due sessi.
Si tratterà di aggiustare il loro sesso morfologico rendendolo conforme a quello genetico.
A questa condizione possono sposarsi perché capaci di compiere secondo natura quegli atti che di per se stessi sono ordinati alla procreazione.
I transessuali invece non sono capaci di compiere atti per se stessi ordinati alla procreazione. In fondo il loro rapporto è omosessuale, per quanto gli organi genitali siano stati morfologicamente adattati ai propri gusti.

6. Giustamente osservi che per i transessuali il problema non va scavalcato, ma affrontato. E i dati di fatti confortano la tua tesi: perché i transessuali dopo un pò di tempo tornano ad amare ciò che hanno perduto, sentendo molto deludente la loro attuale situazione.
Il fatto è che per i transessuali il problema non è di ordine fisiologico, ma psicologico: psicologicamente non si sentono psicologicamente conformi al proprio sesso genetico e morfologico.
E allora se la patologia è psichica, anche la terapia – per essere adeguata – non potrà che essere psichica.

Ti saluto, ti ricordo al Signore e ti benedico.
Padre Angelo