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Quesito

Caro Padre Angelo,
mi chiamo Alessandro e ho 26 anni. Da sette mesi sono sposato con la mia compagna per la quale nutro un profondo amore da molti anni. Siamo stati fidanzati per circa cinque anni, entrambi da sempre cattolici, siamo caduti nel peccato di lussuria per i primi tre anni perché avevamo l’arroganza di imporre una nostra interpretazione liberalistica del messaggio di Cristo. In seguito ad un lutto familiare, mia moglie si è riavvicinata alla Chiesa, frequentando la parrocchia abbiamo compreso la nostra presunzione, ci siamo pentiti e abbiamo osservato due anni di castità fino a quando la mia posizione lavorativa non è stata sufficientemente stabile per permetterci questo meraviglioso sogno che è il matrimonio.
Tuttavia non possiamo ancora permetterci di crescere un figlio nel migliore dei modi possibili e vorremmo aspettare che anche mia moglie trovi un’occupazione stabile.
Ho letto con molta attenzione la sua esplicitazione della dottrina in materia di contraccezione e avrei dei dubbi di natura (credo) teologica che mi piacerebbe chiare. Mi scuso preventivamente se ha già risposto a queste domande, ma il materiale sul suo sito è tanto e non ho potuto visionarlo tutto.
Da quanto ho capito la cosa più importante per noi e per Dio è che non mettiamo barriere alla vita, che nell’atto siamo totalmente aperti alla sua possibilità.
Lei però sostiene che non costituisce peccato fare l’amore solamente nei giorni di non fertilità della donna. Perché questa non è una barriera? Perché questa volontà deliberata di consumare l’atto solamente quando vi è la possibilità più bassa nel concepire non è considerata una barriera? Non è un modo, mi perdoni, per ingannare Dio?
Volendomi informare ho letto ciò che ha detto Papa Giovanni Paolo II sulla questione. Come lei, ha aperto a queste forme di pianificazione familiare e il suo discorso è contro l’artificialità delle altre forme di contraccezione.
Ma se il problema è solamente l’artificialità del preservativo o della pillola, perché è condannata anche la pratica del coito interrotto? Non vi è un’affinità tra questa pratica e la pianificazione dei rapporti? Non puntano entrambe allo stesso scopo nel modo più naturale possibile? E non è proprio quello scopo a costituire peccato?
Padre, sono molto confuso. In questi sette mesi abbiamo seguito le sue indicazioni (e del fu Santo Padre) per non cadere nel peccato, ma le confesso che mi sfugge la razionalità teologica che le permette. Spero possa farmi luce.
Inoltre volevo chiederle se Persona, quell’anticoncezionale naturale di cui fanno anche la pubblicità in TV, sia permesso. Confesso che appena ho visto quello spot ho pensato subito alle sue risposte, mi è sembrato uno strumento creato apposta per percorrere questa via cristiana al regolamento dei rapporti sessuali. La Chiesa o qualche organo vicino si è espressa sul prodotto?
La ringrazio per l’attenzione.
Che Dio sia con lei.
Alessandro


Risposta del sacerdote

Caro Alessandro,
1. sono contento del percorso di castità che avete intrapreso negli ultimi due anni prima del matrimonio.
Nella mia esperienza pastorale mi è capitato un caso un po’ simile al vostro.
In seguito ad un incontro più serio con nostro Signore, i due fidanzati hanno deciso di interrompere i rapporti sessuali e hanno vissuto almeno gli  due anni  in perfetta castità.
Arrivato al matrimonio, il novello sposo mi ha detto che una delle cose più belle per lui è stato proprio il cammino di castità, che ha permesso ad entrambi una maggiore maturazione, li ha aiutati a camminare secondo Dio e in ordine a Dio, orientando fidanzamento e matrimonio a Dio.

2. Vengo adesso al primo dei quesiti che mi hai posto: se usare volutamente dei periodi infecondi della moglie costituisca una barriera nei confronti dei figli e un ostacolo alla volontà di Dio.
No, non è così.
Perché usando dei periodi infecondi si fruisce di un’indicazione data da Dio stesso e nel contempo si rimane aperti ad un eventuale concepimento.
Il rapporto coniugale e la disposizione intima degli sposi è di comunione col progetto di Dio e di accoglienza dell’eventuale nascituro.
Nella contraccezione invece, come nel coito interrotto che è una forma di contraccezione, ci si sostituisce a Dio e c’è il volontario rifiuto del bambino.

3. Nello stesso tempo fruendo dei ritmi infecondi ci si dona in totalità, mentre nella contraccezione questo palesemente non avviene e l’atto cessa, secondo il Magistero, di essere un atto di autentico amore.
Come vedi, percorrendo la prima strada si rimane alleati di Dio, della sua sapienza, si cammina tenendosi con Dio mano nella mano.
Nella seconda strada, ci si sostituisce a Dio, gli si voltano le spalle.
Quell’atto non solo non è aperto all’eventuale figlio, ma non è aperto neanche a Dio.
E questo avviene nell’esercizio della sessualità che, secondo una bella affermazione di Giovanni Paolo II, tocca l’intimo nucleo della persona.
Pertanto percorrendo la prima strada si rimane aperti a Dio nell’intimo nucleo della persona, nella seconda ci si chiude a Dio nell’intimo nucleo di se stessi.

4. Va aggiunto che percorrendo la strada dei ritmi maturali di fertilità e infertilità i due coniugi si sanno comandare. Nella contraccezione, no.
Anche quest’aspetto è particolarmente importante perché l’atto sia un atto di vero amore, di consegna di se stessi, di dono all’altro, e non un atto in cui ci si lascia trasportare dalle passioni.

5. Insieme con l’autodominio, cresce anche la stima e la fiducia vicendevole.
Perché quando non si è mai capaci di rinnegare se stessi all’interno del matrimonio, diventa difficile rinnegare se stessi quando le tentazioni extraconiugali si fanno più forti.

6. Circa il metodo concreto (“Persona”) che mi hai indicato: viene presentato come un contraccettivo.
Di fatto però non è contraccettivo, ma vuole aiutare a conoscere i ritmi di fertilità e di infertilità.
Lo presentano come contraccettivo a fini di cassetta, perché diversamente tanti non lo comprerebbero.

7. La Chiesa non si pronuncia sui vari metodi naturali.
Ognuno può scegliere quello che vuole, purché nell’atto coniugale si rimanga in un atteggiamento interiore e vicendevole di vero dono, di amore puro.

8. Ti esorto a continuare nella strada intrapresa.
È una strada che ti parla di Dio e ti conduce a Dio insieme a tua moglie e un giorno insieme anche ai tuoi figli.

Ti accompagno con la mia preghiera e ti benedico.
Padre Angelo