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Quesito
Caro Padre Angelo,
ho una zia suora di clausura, ho telefonato per dirle che domani volevo andare da lei per visita, non la vedo da molto, mi ha chiesto un altro giorno perchè domani attendono il Confessore straordinario. C’è quindi anche un Confessore ordinario allora… Che differenza passa? Cosa confessare con l’uno e cosa confessare con l’altro?
Forse è lo stesso come in Parrocchia. Una o due volte l’anno il Parroco fa venire altri Confessori da fuori.
Io mi chiedo: se ci sono peccati da confessare specie i mortali si è sempre detto che non bisogna aspettare, quindi se uno la confessione la fa in modo regolare cosa deve confessare in modo straordinario? oppure è lecito solo per quelle suore come zia, o come certi malati, carcerati, eccetera… confessare tutto l’anno solo i veniali e potersi comunicare tutto l’anno e attendere il Confessore Straordinario per i mortali? perchè loro non possono andare in giro a scegliere e non hanno alternative perchè hanno solo il cappellano, e se con lui non se la sentono come devono fare?
Grazie per le delucidazioni. M.
Risposta del sacerdote
Caro M.,
1. in passato nelle comunità religiose e anche nei seminari accanto ai confessori ordinari si dovevano garantire anche i confessori straordinari.
2. Il motivo però non è quello al quale tu hai pensato: ai confessori ordinari si dicono i peccati veniali, mentre si tengono i peccati mortali per i confessori straordinari.
Che senso avrebbe allora la confessione ordinaria se uno continuasse a tenere macchiata la propria anima col peccato mortale?
E come potrebbe fare la S. Comunione col peccato mortale?
3. Soprattutto nei monasteri di clausura si conserva ancora la figura del confessore straordinario. Ed ecco il motivo.
Le monache, proprio perché di clausura, non possono uscire dal monastero neanche per la confessione.
Di fatto si garantisce loro uno o più confessori ordinari che settimanalmente o al massimo ogni quindici giorni vadano in monastero per ascoltare le confessioni.
Può succedere però che qualcuna non si trovi bene nell’esporre le proprie difficoltà col confessore ordinario oppure che per qualche particolare necessità (metti ad esempio il discernimento di un possibile fenomeno mistico) abbia bisogno di un confessore più esperto.
Allora si garantisce la presenza, almeno qualche volta all’anno, del confessore straordinario, che dovrebbe essere più esperto.
4. Può darsi che una monaca non abbia nulla da chiedere al confessore straordinario.
Ma intanto si dà la possibilità a qualcuna di esporre i propri problemi.
E chiedendo a tutte di passare dal confessore straordinario, si neutralizza la possibilità di vedere chi ha problemi particolari rispetto alle altre.
5. Anche nelle parrocchie vengono chiamati altri sacerdoti a confessare per particolari circostanze.
In genere vengono chiamati perché sarebbe troppo elevato il numero delle confessioni per un solo sacerdote, che nel frattempo deve provvedere anche alle celebrazioni liturgiche e a tante altre cose.
Talvolta vengono chiamati anche per dare la possibilità di confessarsi ad un sacerdote diverso dal proprio parroco presso il quale o per la troppa confidenza o per altri motivi uno potrebbe non trovarsi a proprio agio nel confessare i propri peccati.
Pertanto nelle parrocchie non si tratta propriamente di confessore straordinario, ma di sacerdoti che aiutano nelle confessioni.
6. Tieniti cara la zia monaca di clausura.
La sua preghiera e l’immolazione della sua vita sono particolarmente preziose davanti a Dio e certamente sono una benedizione anche per voi, che ne siete parenti.
Ti saluto, ti ricordo al Signore e ti benedico.
Padre Angelo