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Quesito

Caro Padre Angelo,
volevo sottoporle il seguente quesito. Sono conscio del fatto che la masturbazione è un atto deplorevole, anche se fatto per motivi diagnostici.
Io ho un problema alla prostata ed oltre all’esame delle urine mi è stato detto di fare l’esame dello sperma, una spermicoltura.
Ho provato ad indagare riguardo a metodi alternativi, forse con non troppa convinzione, e vedendo che i metodi alternativi comportano un’anestesia, ho preferito ricorrere alla masturbazione, cedendo a mia mamma (che è medico) che insiste, non capendo il male che mi fa.
Certo non che sia contentissimo di quello che ho fatto: devo confessare ciò anche se non l’ho fatto per libidine?
Inoltre lei conosce dei metodi alternativi ed efficaci, che non abbiano lo svantaggio di dover ricorrere all’anestesia per un cosi semplice esame?
Grazie mille! Prego il Signore per lei, perchè le mantenga la grazia nel cuore fino alla fine dei suoi giorni.


Risposta del sacerdote

Carissimo,
1. ti ringrazio anzitutto del bell’augurio che mi hai fatto nella parte finale della tua mail.
Lo ricambio con tutto il cuore.
La grazia di Dio è il bene più prezioso che possediamo, per il quale vale la pena anche di perdere tutto il resto.
Tanti santi martiri si sono esposti a perdere la vita pur non perdere la grazia, che ci dà la possibilità di possedere Dio nel nostro cuore e di fruire della sua presenza e del suo aiuto come si vuole (sono parole testuali di San Tommaso d’Aquino).

2. Proprio questa considerazione mi offre l’opportunità di ribadire, come ho già fatto per la risposta pubblicata ieri sul nostro sito, che la masturbazione è intrinsecamente illecita.
Lo ha ricordato in maniera inequivocabile il Magistero della Chiesa con la Dichiara “Persona humana” (29.XII.1975): “sia il Magistero della Chiesa – nella linea di una tradizione costante – sia il senso morale dei fedeli hanno affermato senza esitazione che la masturbazione è un atto intrinsecamente e gravemente disordinato. La ragione principale è che, qualunque ne sia il motivo, l’uso deliberato della facoltà sessuale, al di fuori dei rapporti coniugali normali, contraddice essenzialmente la sua finalità. A tale uso manca infatti la relazione sessuale richiesta dall’ordine morale, quella che realizza in un contesto di vero amore l’integro senso della mutua donazione e della procreazione umana (GS 51). Soltanto a questa relazione regolare dev’essere riservato ogni esercizio deliberato della sessualità” (PH 9).

3. Trattandosi di un atto intrinsecamente e gravemente disordinato non vi è motivazione alcuna che dia la possibilità di compierlo.
I precetti morali negativi (quelli che proibiscono il compimento di un’azione, valgono semper e pro semper, e cioè sempre e in ogni caso.
Qualche decennio fa un docente di teologia morale aveva detto che se si fa solo per scopo diagnostico si tratterebbe di una tecnica per prelevare il seme e non di una masturbazione perché mancherebbe l’intendimento soddisfattorio. Ma questo teologo evidentemente aveva dimenticato che ciò che è intrinsecamente e gravemente disordinato, non può mai ricevere giustificazione alcuna.
In altre parole, il fine, per quanto buono, non giustifica i mezzi.
Devo dire che dopo l’istruzione Donum Vitae, della Congregazione per la Dottrina della fede, in cui si dice che “la masturbazione mediante la quale viene normalmente procurato il seme, … anche quando è in vista della procreazione, il gesto rimane privo del suo significato unitivo: ‘gli manca… la relazione sessuale richiesta dall’ordine morale, quella che realizza in un contesto di vero amore, l’integro senso della mutua donazione e della procreazione umana” (DV II,6) quel teologo si è ricreduto. Ma pochi sanno della sua ritrattazione.

4. Venendo adesso al tuo problema: tu dovevi opporti alla richiesta di masturbazione perché offendeva la tua coscienza morale, tanto più che anche sotto il profilo scientifico spesso risulta irrilevante e non indispensabile per verificare l’origine della patologia.

5. Chiedere ad una persona di masturbarsi, soprattutto quando tale persona mai avesse compiuto tale pratica, è la stessa cosa che metterla su un piano inclinato e renderla più fragile e più dipendente.
È vero che tu non l’hai fatto per libidine, ma la libidine subentra, guasta la coscienza e insidia gravemente la fermezza morale.

6. In conclusione, secondo me, anche se vi possono riscontare alcune attenuanti nell’atto che hai compiuto, fai bene a confessartene: non solo per la tranquillità della coscienza, ma anche per ricever forza dal sacramento.

7. Ti esorto a continuare ad avere questa delicatezza di coscienza, che è ben altra cosa dall’essere scrupolosi.
La scrupolosità è una malattia psicologica e vede il male dappertutto.
La delicatezza di coscienza è sinonimo di purezza morale davanti a se stesi, davanti a Dio e davanti agli altri. Non sopporta che si offenda Dio e il prossimo, ma è desiderosa solo di fare il bene e di rendere le proprie azioni gradite a tutti, a cominciare da Dio.

Accompagno con la preghiera e la benedizione il bell’augurio che ti ho ricambiato fatto all’inizio di questa mia risposta.
Ti saluto.
Padre Angelo