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Quesito

Salve Padre Angelo,
sono … e sono un ragazzo di 2… anni. Sono credente ma con una fede vacillante (vorrei affrontare questa questione prossimamente).
Le scrivo per un problema che vorrei affrontare e vorrei rimanere nell’anonimato.
Ho un fardello che mi porto ormai da tempo e dal quale non riesco/voglio a liberarmene, la masturbazione.
So che se solo lo volessi veramente smetterei, so che ogni uomo ha la capacità di rinunciare a piaceri di ogni tipo se veramente lo volesse, sta tutto nella forza di volontà.
Ho cercato più volte di smettere ma la mia superficialità ha sempre dato la possibilità a questo vizio di tornare.
So che è sbagliato masturbarsi in quanto si abusa della facoltà sessuale, strumentalizzandola ai fini del godimento, quando invece il godimento deve solo arricchire di piacere sessuale l’atto della procreazione, ma nonostante ciò ci ricasco.
Quando mi viene voglia di masturbarmi lascio da parte volontariamente questa consapevolezza ed è come quando che venisse soppiantata da giustificazioni del tipo: "Anche se sbagliato non è poi così grave, tanto non guardo materiale pornografico ma solo immagini o video di belle ragazze nude seducenti e provocanti e non immagino nemmeno di avere rapporti sessuali con loro ma ovviamente, giustamente essendo ragazzo, determinate visioni mi eccitano.
Ho fatto promesse su promesse, a me stesso e a Dio, penitenze su penitenze e mi sono addirittura umiliato per ciò che di deplorevole commetto.
Dopo aver compiuto l’atto mi faccio schifo, sento di non valere nulla e sento come se qualcosa mi avesse lasciato un vuoto.
A volte capita di spingermi anche un pò oltre con ciò che vado a guardare per eccitarmi e mi vergogno profondamente di me. Come posso cadere così in basso?! Mi faccio schifo, merito solo le peggiori pene per tutto ciò.
Nel momento in cui commetto quell’atto vengo catturato da qualcosa e tutti i motivi per non farlo diventano piccoli rispetto a quelli per farlo. Il godimento che ne viene fuori è molto forte e non voglio rinunciare. A volte ho cominciato a masturbarmi solo per mettermi alla prova, per vedere se fossi riuscito a fermarmi e ce l’ho fatta, quindi, se solo lo volessi davvero, non lo farei.
Però, quando invece mi assale la voglia la mia mente si annebbia e prevale il desiderio di godere.
Mi do giustificazioni del tipo: Se masturbarsi è peccato, lo è anche bere e mangiare se non lo si fa per necessità. Non so che pensare.
Essendo comunque sia consapevole che la masturbazione è abuso della facoltà sessuale e che se solo lo volessi veramente smetterei, il mio è deliberato consenso e sono il peggior peccatore agli occhi di Dio. Ho bisogno di aiuto.
Vorrei solo sguainare la spada della fede e sconfiggere il peccato. Il male non può vincere se Dio è dalla mia parte…probabilmente sono io a non essere dalla parte di Dio.
Mi risponda, per favore.


Risposta del sacerdote

Carissimo,
1. le espressioni che hai usato esprimono in maniera vera alcuni effetti del peccato e della masturbazione in particolare.
Desidero confrontarle con quelle usate dal Concilio Vaticano II nella Costituzione pastorale Gaudium et spes al n. 13.

2. Scrivi: “Dopo aver compiuto l’atto mi faccio schifo, sento di non valere nulla e sento come se qualcosa mi avesse lasciato un vuoto”.
Il Concilio dice che “il peccato è una diminuzione per l’uomo stesso, in quanto gli impedisce di conseguire la propria pienezza”.
Sì, ti senti diminuito, degradato, svilito davanti ai tuoi occhi.
Come vedi, il peccato è seduzione. Ti trovi poi svenduto.
Verrebbe da dire: svenduto al diavolo, perché con il peccato grave l’uomo si sottomette al potere del suo avversario.

3. Dici inoltre: “Nel momento in cui commetto quell’atto vengo catturato da qualcosa”.
La stessa cosa la dice anche il Concilio: col peccato “l’uomo si trova incapace di superare efficacemente da sé medesimo gli assalti del male, così che ognuno si sente come incatenato”.
Catturato, incatenato: questa è l’esperienza vissuta da chi abusa della libertà che Dio gli ha dato.
Questi abuso si rivolta contro di lui, sicché si sente catturato, incatenato.

4. E ancora: “quando mi assale la voglia, la mia mente si annebbia e prevale il desiderio di godere”.
Il Concilio: a motivo del peccato “l’uomo si trova diviso in se stesso”.
È brutta cosa sentirsi divisi perché si perde l’unità interiore e si rimane svigoriti, privi di forze.

5. Cerchi di giustificarti dicendo: “Se masturbarsi è peccato, lo è anche bere e mangiare se non lo si fa per necessità”.
Il confronto non tiene, perché quando si mangia e si beve senza necessità, tuttavia non si ostacola il processo della natura: quel cibo e quella bevanda fanno la loro parte in chi li assume.
Invece qui il procedimento è del tutto fuori del suo significato naturale.
Sicché giustamente la masturbazione è stata definita “egoismo allo stato puro”. Ed è per questo che fa star male.

6. Sei consapevole che con un atto della volontà puoi cambiare e puoi resistere a qualsiasi tentazione.
È vero.
Molti ce l’hanno fatta.

7. Tuttavia io desidero ricordare un’altra cosa: se non si ha dentro di sé una forza superiore a quella del peccato e a quella di chi lo istiga, la lotta è durissima e facilmente si soccombe.
Per questo è necessaria una forza di ordine soprannaturale ed è in riferimento a questo che Gesù ha detto: “Vegliate e pregate per non entrare in tentazione” (Mc 14,38).
Pertanto è necessario pregare.
Quando preghi apri la porta a Cristo perché possa entrare nella tua vita. Ee Egli ti comunica la sua forza soprannaturale per vincere.

8. Ti consiglio in modo particolare il santo Rosario quotidiano.
Con il Rosario, non dici una preghiera, ma ti metti in stato di preghiera  e permetti al Signore e alla Madonna di entrare nella tua vita con la loro potenza salvatrice.
Vi entrano mentre tu dicendo il Pater e il susseguirsi delle Ave Maria ricostruisci la scena dell’evento menzionato. Senza accorgertene il tuo sguardo si fissa altrove.
È come se tu chiudessi una porta e ne aprissi un’altra, dalla quale entrano coloro che ti liberano, che ti salvano, che ti rinvigoriscono e che ti colmano di grazia e di grazie. Perché chi supera le tentazioni, come ricorda San Tommaso, merita di essere servito dagli Angeli.

9. Prendi dunque in mano questo mirabile mezzo di ordine soprannaturale.
Tieni sempre la corona del Rosario a portata di mano, e cioè in tasca, in modo che ti risulti agevole usare quest’arma, come la chiamava padre Pio, in qualunque momento e sotto qualunque tentazione.

Ti accompagno con la mia preghiera e ti benedico.
Padre Angelo