Questo articolo è disponibile anche in:
Italiano
Quesito
Caro Padre,
ho sentito un’espressione che mi ha alquanto sconcertato, e cioè che Cristo non è venuto per morire in croce. E che la morte è stata solo un caso per Lui.
Che ne dice?
La ringrazio anticipatamente e la saluto.
Risposta del sacerdote
Carissimo,
1. la morte di Gesù non è stata casuale. Egli l’ha affrontata consapevolmente. Anzi è venuto per questo e ne aveva perfetta coscienza.
Ha detto infatti: “E come Mosè innalzò il serpente nel deserto, così bisogna che sia innalzato il Figlio dell’uomo” (Gv 3,14)
Ha detto pure: “Ora l’anima mia è turbata; e che devo dire? Padre, salvami da quest’ora? Ma per questo sono giunto a quest’ora! (Gv 12,27). San Tommaso commenta: “Vale a dire: Non è giusto che io venga salvato da quest’ora della mia Passione, perché sono venuto apposta per morire; non trascinato dalla necessità del destino, non costretto dalla violenza degli uomini, ma sacrificato spontaneamente; cfr Is 53,7 ‘‘è stato sacrificato perché l’ha voluto‘‘ e Gv 10,18: L’anima mia ‘‘nessuno me la toglie, ma la offro da me stesso‘‘.
“Questo diceva per indicare di qual morte doveva morire” (Gv 12,33).
2. Viene da domandarsi: perché allora ha creato l’uomo sapendo che avrebbe peccato?
Sant’Agostino risponde: “Dio, essendo sommamente buono, non permetterebbe in alcun modo che nelle sue opere ci fosse del male se non fosse così potente da trarre il bene anche dal male” (Enchir. 11)
E San Tommaso: “Appartiene all’infinita bontà di Dio il permettere che vi siano dei mali e da essi trarre dei beni” (Somma Teologica, I,1,3, ad 1).
Sant’Ambrogio, e con lui la Chiesa nella Liturgia della Veglia Pasquale, esclama: “O felice colpa che ci ha meritato un così grande Redentore!”.
Ti ringrazio del quesito, ti prometto una preghiera e ti benedico.
Padre Angelo