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Caro Padre Angelo,
sono …., di 16 anni. Oggi le pongo qualche domanda.
Nel diario di Santa Faustina leggo: La santità di Dio è distribuita sulla Chiesa e su ogni suo membro, ma non in uguale misura. (Pg 181)
Mi chiedo: Perché la “santità di Dio”? Nel senso, la santità che un’anima possiede, è in realtà la Santità di Dio presente in essa?
Sempre nel diario della santa leggo che aveva ricevuto un permesso mensile di pregare sdraiata a terra a forma di croce…È una cosa particolare e mi sembra molto significativa…
Ma è qualcosa che possiamo fare tutti, compreso io, oppure no?
Grazie, padre.
Carissimo,
1. quando si parla di santità o di grazia (che in fondo è la stessa cosa) è necessario fare una distinzione.
Esiste infatti una santità o una grazia increata e una santità o grazia creata.
Quella increata è eterna e si identifica con Dio stesso.
Quella creata è quella che è donata a noi ed è una partecipazione della vita e della santità di Dio.
Viene donata a ciascuno secondo la misura del dono di Cristo e la propria personale partecipazione. Può crescere e si può perdere.
Proprio perché comincia ad esistere, può crescere e si può perdere viene detta santità o grazia creata.
2. Porto un esempio che ne aiuti la comprensione.
Lo traggo nel confronto tra il sole e i suoi raggi.
Una cosa è la realtà del sole con il suo fuoco e la sua luce e un’altra cosa sono i raggi che da esso derivano.
Nel sole fuoco, luce e sole si identificano, sono la stessa cosa.
I raggi invece vengono dal sole, sono una partecipazione della luce e del calore del sole, ma non sono il sole.
Possono crescere d’intensità e possono scomparire.
L’esempio calza fino ad un certo punto perché mentre i raggi sono un’emanazione necessaria del sole, la grazia creata non è un’emanazione divina, ma proprio perché creata è liberamente voluta e donata agli uomini.
3. Proprio perché creata, Dio la può donare a gradi diversi secondo “la misura del dono di Cristo” come dice San Paolo in Ef 4,7 e secondo la capacità e la cooperazione dei singoli, come dice il Signore nel Vangelo nella parabola dei talenti: “il padrone distribuì i talenti secondo le capacità di ognuno” (Mt 25,15).
Come si evince dalla medesima parabola dei talenti, la grazia creata può crescere.
Anzi, non solo può crescere, ma deve crescere senza sosta perché questo è il motivo per cui Dio ci ha creati e ci ha messi in questo mondo: per renderci sempre più partecipi della sua vita e comunione divina.
4. Mi dici poi che Santa Faustina aveva avuto il permesso di pregare per una volta al mese prostrata (non sdraiata) per terra.
La prostrazione è una forma di adorazione. Era frequente in Israele e anche tra i primi cristiani (Mt 17,6; 26,39; Ap 4,10). Si fa con il corpo e con il volto stesi a terra.
Nell’attuale liturgia latina non è più in uso se non nella liturgia del venerdì santo e durante il canto delle Litanie dei Santi nel corso delle sacre ordinazioni e della consacrazione delle vergini.
Può significare la perfetta volontà di conformarsi alla prostrazione (morte) di Cristo, per conformarsi alla sua risurrezione (la levata) e alla sua vita nuova.
A volte viene fatta anche in segno di pentimento.
Questo modo di pregare era abbastanza comune al nostro santo Padre Domenico.
Nel libretto intitolato Le nove maniere di pregare di san Domenico, scritto verso il 1260, si legge:
“Spesso il beato Domenico pregava anche stendendosi completamente per terra con la faccia riversa, suscitando nel suo cuore sentimenti di compunzione e di pentimento; e ripeteva, qualche volta a voce così alta da venir udito, quella invocazione del Vangelo: «O Dio, abbi pietà di me, che sono un peccatore» (Lc 18,13).
Poi con devozione e rispettoso timore richiamava alla mente quel versetto di Davide: «Sono io che ho peccato ed ho agito da iniquo» (2 Sam 24,17). E piangeva ed emetteva alti gemiti, aggiungendo: «Non sono degno di alzare gli occhi al cielo a causa della moltitudine dei miei peccati; perché ho provocato la Tua collera e ho fatto ciò che è male ai Tuoi occhi» (Preghiera di Manasse, 9-10).
Dal salmo «Dio coi nostri orecchi abbiamo udito» riprendeva poi e recitava forte e devotamente quel versetto che dice: «Poiché la mia anima è prostrata nella polvere, il mio corpo è steso a terra» (Sal 43,26) e quell’altro: «Io sono prostrato nella polvere, dammi vita secondo la Tua parola» (Sal 118,25).
Talvolta volendo insegnare ai frati con quanta riverenza dovessero pregare, diceva loro: «I Magi, questi devoti re, entrando nella casa trovarono il Bambino con Maria sua madre, e prostratisi lo adorarono»: Orbene, certamente anche noi abbiamo trovato l’Uomo-Dio con la sua ancella Maria. Perciò “venite, adoriamolo e prostriamoci piangendo davanti al Signore Iddio che ci ha creati”» (Sal 94,6).
I più giovani, poi, li esortava in questi termini: «Se non potete piangere i vostri peccati, perché non ne avete, pensate al grande numero di peccatori che possono essere condotti alla misericordia e alla carità: è per loro che soffrirono i profeti e gli apostoli; è pensando ad essi che Gesù pianse amaramente (Lc 19,41), fu per loro che pianse anche il santo David quando esclamò: “Vidi i peccatori; e venni meno”» (Sal 118,158)”.
5. Non so come mai il Signore desse a santa Faustina l’autorizzazione di pregare prostata solo una volta al mese. Forse c’erano motivi di salute o anche di umidità facilmente contraibile dal pavimento.
Ai tempi di San Domenico i pavimenti erano in legno o in cotto e pertanto di un materiale meno freddo o gelato.
6. Non è proibito che tu preghi anche in questo modo.
Ma se lo fai, devi farlo nella tua cameretta senza che nessuno ti veda perché gli altri potrebbero non comprendere il significato di quella preghiera.
Inoltre potresti farlo dopo averne parlato con il confessore o il direttore spirituale, il quale valuterà l’opportunità di farlo.
In ogni caso io ti direi di procedere in questo modo: lascia che sia il Signore a ispirarti di pregare anche con questa posizione del corpo.
7. Se si tratta di momenti brevi lo puoi fare senza domandare il parere a nessuno.
Ma, come ho detto, se si trattasse di qualcosa di più prolungato e impegnativo, stai alle indicazioni del confessore o direttore spirituale.
Ti auguro ogni bene, ti ricordo al Signore e ti benedico.
Padre Angelo