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Quesito
Caro Padre,
mi scuso innanzi tutto per la lunghezza di questa e-mail, immagino che offrire la disponibilità all’intero web comporti notevole impegno e molta pazienza. Mi auguro che potrà comunque rispondermi. Ho riletto e riletto più volte questo mio testo per essere sicuro che ciò che sento e che voglio dire non dia adito a fraintendimenti o malintesi.
Navigando in internet, il caso (se così si può chiamare) ha voluto che capitassi nelle pagine dove lei con grande diligenza risponde alle più svariate domande sulla fede cristiana. Ero un po’ timoroso e dubbioso, ma visto che in questo periodo il mio parroco non è presente (purtroppo nella zona in cui vivo si inizia a sentire gli effetti della mancanza di nuove vocazioni, e i pochi sacerdoti che ci sono cercano di farsi in quattro per portare avanti tutte le attività parrocchiali) colgo l’occasione per confrontarmi e consigliarmi con lei.
Da tempo sento l’esigenza di una guida spirituale e infatti le scrivo perché sto attraversando un periodo di crisi interiore molto forte. Sono cattolico, e nella mia parrocchia sono impegnato come catechista dei bambini delle elementari, attività che mi da grande gioia e soddisfazione e che mi ha permesso di confrontarmi con la parola di Nostro Signore.
Proprio per questo sento la necessità di trovare e avere uno stile di vita calato nella vita di oggi che segua gli insegnamenti di Gesù Cristo.
Penso che come molte persone, la mia fede negli anni ha conosciuto momenti di grande forza e momenti di grande debolezza, ma ora mi trovo in un momento molto delicato della mia vita.
Ho 27 anni e ho incontrato una ragazza con la quale ho iniziato a frequentarmi. Tra noi le cose stanno andando molto bene, lei è una persona con cui mi trovo bene e che ha alle spalle purtroppo esperienze difficili e dolorose che l’hanno provata, sia nel corpo (in passato è arrivata a pensare di farla finita per intendersi) che nello spirito.
Sono solo due mesi che ci vediamo, e sono perfettamente conscio che è troppo presto per pensare a un futuro assieme ma devo dire che io mi sto affezionando sempre più a lei e se tutto continuerà in questa direzione presto proverò un sentimento molto più forte del semplice affetto.
Fin qui nulla di strano se non che, come le anticipavo ha avuto una vita segnata da eventi purtroppo molto dolorosi. A 18 anni la mia “amica del cuore” (al momento non ho altri termini migliori per definirla) ha perso il padre per un brutto male e questo evento ha segnato la sua famiglia a tal punto che ha iniziato lentamente a sgretolarsi. Lei, che è la più piccola di tre figlie, ha trovato rifugio tra le braccia di un ragazzo che poi ha sposato con rito cattolico. Purtroppo però la scelta fatta non si è rivelata giusta. Suo marito non si è rivelato la persona che credeva, e anche se è una brava persona, col passare del tempo l’ha sempre più trascurata. Tra l’altro per seguirlo lei ha dovuto cambiare regione e città e li la famiglia di lui l’ha sempre osteggiata. Il matrimonio come avrà capito non è andato bene e dopo 8 anni in cui ha provato a farlo funzionare con tutte le sue forse si è separata.
La separazione l’ha sconvolta. Gli ultimi anni del matrimonio l’hanno fatta talmente star male che lei si è ammalata cadendo in depressione e sfiorando l’anoressia. Deve capire che essendo stata cresciuta e educata ai principi cattolici il divorzio l’ha vissuto come un fallimento un dolore, e nello stesso modo è stato vissuto dalla madre e dalle sue sorelle (entrambe sposate con figli).
Tornata a casa da sua madre per cercare di rimettersi in forze (è in questo periodo che lei ha pensato di farla finita) non ha trovato da parte della comunità cristiana una grande accoglienza, anzi tutto l’opposto.
In questo periodo quindi di grande debolezza e sofferenza ha incontrato un uomo che l’ha plagiata e che purtroppo ha “approfittato” di lei.
Da questo breve rapporto è nata una bambina. Rimasta incinta questo uomo l’ha lasciata e lei si è trovata sola ad affrontare tutto. Col tempo e grazie alla presenza di sua madre è riuscita a superare la depressione, la quasi anoressia e pian piano è tornata a sorridere.
A questo punto della storia appaio io. Le premetto che non sono mai stato fidanzato e che con le ragazze non ho mai avuto gran fortuna, anche perché personalmente non sono mai andato in cerca di avventure. Quando ho incontrato questa ragazza entrambi eravamo in un momento in cui eravamo pronti ad accogliere una persona nella propria vita.
Come mi è stato insegnato non credo che averla incontrata sia stato puro caso, ma una volontà superiore. Ora non voglio dire che lei non abbia commesso errori o sbagli, prima nel matrimonio e poi avendo una bambina. Ma ha sofferto molto e ora lentamente con me sta iniziando un percorso in cui sta ritrovando affetto e felicità.
Venendo al dunque di questa lettera, quello che le chiedo è di consigliarmi su alcune questioni per me molto importanti.
Se ci dovessimo innamorare e poi amare (e io lo spero veramente) come mi dovrò comportare? Agli occhi della Chiesa il rapporto sarebbe legittimo? Lei è già stata sposata e ha una bambina che non è mia, come si può considerare il nostro rapporto?
Come le ho detto non mi sono mai fidanzato proprio perché ho sempre sentito dentro una voce che mi diceva che la persona giusta sarebbe arrivata. Ora mi domando, amare questa ragazza è sbagliato? Io ho letto nei suoi occhi la sofferenza e la vergogna per il suo passato, ma mi è anche stato insegnato il perdono e l’amore. Lei chiede in qualche modo perdono e vuole solo trovare una persona che la ami e la rispetti, cosa che fino a oggi non ha avuto.
Se la dovessi sposare in comune il nostro rapporto sarebbe comunque mal visto?
Caro Padre, non voglio uscire dalle fila della Chiesa. So che la via di Cristo è l’unica per la salvezza. Ma ora mi trovo a un bivio, almeno apparente. Sento che i sentimenti che provo per questa ragazza sono sinceri. Io le voglio bene davvero e anche lei. Sono disposto ad assumermi anche la responsabilità dell’educazione e della crescita della sua piccola.
Spero di non averla affaticata troppo e che potrà rispondermi.
Sia lode a Gesù Cristo.
Risposta del sacerdote
Carissimo,
parto da un’affermazione che hai scritto al termine della tua e-mail: “non voglio uscire dalle fila della Chiesa. So che la via di Cristo è l’unica per la salvezza”.
Il Signore ti ha dato una grande luce facendoti capire questo.
E questa luce deve orientare la tua vita e le tue scelte.
Tra l’altro mi dici che sei anche catechista. Sono convinto che per te sia una grazia dover insegnare ai ragazzi la dottrina e la vita cristiana. Ti sollecita ad essere più aderente a Cristo e alla sua parola.
Ma adesso vengo ai tuoi quesiti.
1. Questa ragazza davanti a Dio è sposata con un uomo che l’ha lasciata.
Si è sposata in Chiesa e cioè ha celebrato un sacramento.
E, come sai, i sacramenti sono dei segni sacri, che rimandano e riflettono un’altra realtà.
La realtà cui rimanda e che vuole riflettere il sacramento del matrimonio è l’amore indissolubile e fedele di Dio per l’uomo e di Gesù Cristo per la Chiesa.
Questa ragazza ha promesso di essere fedele al Signore nel rispecchiare con la sua condotta questa realtà: di rispecchiarla nella buona e nella cattiva sorte.
La cattiva sorte (l’abbandono del marito) è arrivata ben presto.
Ora questa giovane sposa è chiamata ad approfondire il suo rapporto con Dio e con Nostro Signore e a manifestare con la propria condotta che Dio è fedele all’uomo anche se questi l’abbandona e Cristo è fedele alla Chiesa anche se questa in alcune sue membra l’abbandona.
Pertanto, nonostante tutto il vissuto di sofferenza, la prima cosa che devo dire è proprio questa: questa giovane sposa va aiutata a vivere nella fedeltà promessa davanti all’altare nel giorno delle sue nozze.
Se non ti ricordassi questa verità, dovrei dire che i sacramenti (“segni sacri”) del matrimonio che celebriamo sono delle farse.
Capisco che l’itinerario indicato è molto duro. Ma il Signore insieme alla prova, dà sempre anche la forza per sopportarla.
E poi non dobbiamo dimenticare che il nostro obiettivo è la santità.
Diversamente ragioniamo come i pagani, come quelli che non hanno fede.
2. Dopo averti ricordato questa prima grande verità, devo soggiungere che potrebbe affacciarsi la possibilità di verificare se il matrimonio celebrato è stato un valido matrimonio.
In termini più spicci: vedere se vi è qualche motivo fondato per tentare una causa che dichiari nullo il matrimonio.
Non posso escludere questa eventualità.
In questo caso, ogni problema sarebbe risolto.
Ma se il matrimonio è valido e continua ad essere considerato valido, vale quello che ho detto al n. 1.
Se invece il tribunale ecclesiastico dicesse che il primo matrimonio è nullo, allora tu puoi cominciare una “storia” con lei. Ma solo da “allora”.
Cominciarla ora, mentre il precedente matrimonio viene reputato valido, non è corretto.
3. Il fatto che poi questa giovane sposa abbandonata abbia avuto una breve relazione con un altro uomo, che da questi sia stata messa incinta e abbia avuto una figlia e poi sia stata lasciata nuovamente sola, non incide per quanto riguarda la vicenda di un suo nuovo eventuale matrimonio (se il precedente fosse nullo) e per l’accesso ai sacramenti della Chiesa (Comunione e confessione).
4. E per te?
La tua posizione, dal momento che cominci a frequentarla pur sapendo che è sposata (sebbene abbandonata), comincia a diventare critica. Questa ragazza non ti può appartenere perché lei appartiene indissolubilmente ad un altro.
Se lei inizia un cammino con te, come l’aveva cominciato con la breve avventura da cui ha avuto una figlia, comincia una relazione adulterina. E questo rende impossibile a lei accostarsi alla Santa Comunione e alla Confessione.
Purtroppo anche per te comincerebbe un itinerario doloroso. Cominceresti ad instaurare una relazione adulterina che ti impedisce di fare la Comunione e di ricevere il perdono dei peccati nella Confessione.
Senza dire dell’impossibilità del matrimonio Sacramento con lei.
Ipotizzare il matrimonio in comune? Ma questo non sarebbe tale davanti a Dio per te e per lei.
E, così, dopo aver insegnato catechismo e aver detto ai ragazzi che bisogna essere testimoni fedeli del Signore, saresti tu il primo a fare quello che hai insegnato a non fare.
Torno alla tua affermazione: “non voglio uscire dalle fila della Chiesa. So che la via di Cristo è l’unica per la salvezza”.
Questa tua volontà significa che non vuoi anteporre nulla all’amore di Dio e all’amore di Cristo. Non vuoi anteporre nulla alla possibilità di ricevere il Signore nell’Eucaristia, di avere la remissione dei peccati e di godere della presenza di Dio dentro di te mediante la grazia.
E allora vedi subito qual è la conclusione, prima che le cose vadano troppo avanti e ti immetta in una strada di non ritorno.
5. Questo non toglie che ci sia il dovere da parte di tutti di aiutare questa ragazza e di non lasciarla sola. Questo vale anche per te. Ma tra questo e l’ipotesi di un cammino anche solo di fidanzamento ce ne corre.
6. Pertanto, se ami sinceramente questa ragazza, affronta il discorso della verifica del matrimonio precedente (se sia stato nullo).
Ma non impegnarti più di tanto. Perché se il tribunale ecclesiastico dicesse che il precedente matrimonio era valido, tu ti troveresti in seria difficoltà.
Sono certo tuttavia che anche in questo sarai capace di rimanere fedele a quanto mi hai scritto e che avrai detto mille volte ai tuoi ragazzi: “non voglio uscire dalle fila della Chiesa. So che la via di Cristo è l’unica per la salvezza”.
Ti ringrazio della fiducia.
Come vedi, ho cercato di parlati con tutta franchezza, senza usare frasi equivoche. In momenti come questi, ci vuole molta lucidità.
Ti assicuro la mia preghiera e ti benedico.
Padre Angelo