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Quesito

Caro Padre Angelo,
oggi si esorta a leggere la Bibbia, ma io sarei meno entusiasta nell’incoraggiarne la lettura.
Ho l’impressione che si dia spazio a letture fondamentaliste.
Tanto io quanto altre persone troviamo difficoltà a leggere alcune pagine dell’Antico Testamento.
In particolare le segnalo quella in cui viene ordinato il genocidio (non so trovare un termine diverso) delle popolazioni che abitavano la Palestina prima dell’arrivo degli Ebrei. Ed infatti, nel mentre si può ben dire, ad esempio, che il divorzio era tollerato per la durezza di cuore dei destinatari della legge,l o sterminio delle popolazioni, compresi donne e bambini, e cioè al giorno d’oggi unanimemente ritenuto un atto grandemente criminale, sembra essere stato ordinato direttamente da Dio ,con la minaccia di gravi pene in caso di trasgressione. Non le nascondo che, parlando con persone non credenti, mi trovo in grande difficoltà a controbattere con efficacia critiche sarcastiche.
Le sarei profondamente grato se mi aiutasse a superare questa mia difficoltà.
La saluto rispettosamente.


Risposta del sacerdote

Carissimo,
1. quando si tratta della lettura della Parola di Dio non dobbiamo mai dire che oggi si è andato all’eccesso opposto.
Volesse il cielo che tutti gli uomini si nutrissero ogni giorno della Parola di Dio.
Quando Gesù ha detto “Io sono il pane della vita; chi viene a me non avrà più fame e chi crede in me non avrà più sete” (Gv 6,35) parlava delle necessità di sfamarsi sia del suo corpo sia della sua parola.
E quando ci ha insegnato a dire: “Dacci oggi il nostro pane quotidiano”, alludeva anche al pane della sua parola.

2. Certamente esiste il problema che tu hai evidenziato: il pericolo di una lettura errata e fondamentalista della Scrittura.
Anche per questo in passato la Chiesa voleva che le varie edizioni della Bibbia fossero sempre corredate di note.

3. Venendo adesso al tuo quesito, va detto subito che l’Antico Testamento, come rileva Sant’Agostino, è il libro della pazienza di Dio. Dio si curva su un’umanità che è sprofondata nel peccato al punto da non distinguere più il bene dal male. E questa umanità poco per volta vuole trarla a salvezza.

4. Il tema delle guerre e degli eccidi va letto alla luce di Gn 9,6 là dove viene stabilita la legge del taglione, che è propria dell’Antico Testamento ed è tipica di una società non ancora organizzata come la società nomade e dove la giustizia veniva fatta dai singoli.
Era impensabile a quei tempi ad un società di diritto come è la nostra!

5. In Gn 9,6 Dio dice: “Chi sparge il sangue dell’uomo
dall’uomo il suo sangue sarà sparso,
perché ad immagine di Dio
Egli ha fatto l’uomo”.
La Bibbia di Gerusalemme commenta: “Ogni sangue appartiene a Dio, ma eminentemente il sangue dell’uomo fatto a sua immagine. Dio lo vendicherà e delega a quest’effetto l’uomo stesso”.

6. Le guerre nell’Antico Testamento sono interpretate come un castigo inflitto da Dio a determinate popolazioni a causa di gravi perversioni.
La Bibbia di Gerusalemme dice che il cannibalismo era praticato da alcuni popoli antichi (cfr. nota a Sap 12,5).
Si legge in Sap 12, 3-7: “Tu odiavi gli antichi abitanti della tua terra santa, perché compivano delitti ripugnanti, pratiche di magia e riti sacrileghi. Questi spietati uccisori dei loro figli, divoratori di viscere in banchetti di carne umana, iniziati in orgiastici riti, genitori carnefici di vite indifese, tu li hai voluti distruggere per mano nei nostri antenati, perché ricevesse una degna colonia di figli di Dio la regione da te stimata più di ogni altra” (Sap 12, 3-7).
 Allora “qui ci si trova dinanzi a una specie di taglione divino” (cfr. nota della Bibbia di Gerusalemme a Sap 11,4-14).
E in realtà il testo sacro dice: “Perché capissero che con quelle stesse cose per cui uno pecca, con esse è poi castigato” (“per quae peccavit, per haec et torquetur”, Sap 11,16).
Il tema del contrappasso è ripreso diverse volte nella sacra Scrittura: “Perciò quanti vissero ingiustamente con stoltezza tu li hai tormentati con i loro stessi abomini” (Sap 12,23 e anche 16,1 e 18,4).

7. Fatte queste premesse, è doveroso ricordare che già nell’Antico Testamento poco per volta si fa presente la prospettiva della pace del Regno messianico: “Egli sarà giudice fra le genti e sarà arbitro fra molti popoli. Forgeranno le loro spade in vomeri, le loro lance in falci; un popolo non alzerà più la spada contro un altro popolo, non si eserciteranno più nell’arte della guerra. Casa di Giacobbe, vieni, camminiamo nella luce del Signore” (Is 2,4-5).

8. A questo punto le persone non credenti con cui hai a che fare e che esprimono critiche sarcastiche hanno solo da diventare rossi.

Ti ringrazio del quesito, ti prometto un ricordo al Signore e ti benedico.
Padre Angelo