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Quesito
Buonasera Padre Angelo,
le scrivo per dirle se l’effetto placebo può incidere anche nell’ambito religioso con la concezione di Dio, perché purtroppo all’improvviso mi è venuto il dubbio se Dio esiste veramente o è tutta una questione psicologica.
Questo dubbio mi è venuto martedì sera vedendo un video su YouTube che appunto citava questo effetto placebo, e essendo un ragazzo giovane e molto credente andando a Messa quasi ogni giorno, ponendomi questo dubbio e andando a cercare i diversi miracoli per accertarmi dell’esistenza di Dio, è come se avessi rotto un legame con Dio e non me lo sento vicino come a prima e che non mi guidi più.
Infatti prima di martedì sera io vivevo in sintonia con Dio in modo che ogni cosa che accadeva era per una ragione voluta da Dio come se avesse una sorta di piano nella mia vita. Ma purtroppo da martedì da quando mi sono posto questo dubbio e ho cercato i vari miracoli per accertarmi l’esistenza è come se avessi rotto questa sintonia e mi sento una sensazione come se ho deluso Dio ponendomi questo dubbio che tutt’ora mi assale.
Però posso dire che senza Dio io non sono nulla perché Dio è il senso della mia vita, perché senza Dio la mia vita non avrebbe senso e ho paura che ponendomi questo dubbio io abbia deluso Dio anche se so che non è così ma avverto questa bruttissima sensazione che mi ha portato anche a chiedere alcuni segni da Dio per mostrarmi la sua vicinanza e il suo amore perché è come se non li sento come prima.
Risposta del sacerdote
Carissimo,
1. per effetto placebo in medicina si intende somministrare qualche prodotto che non ha alcun effetto terapeutico ma serve solo a sollevare psicologicamente una persona. Si tratta di un benevolo inganno che non comporta alcun danno.
2. Ora è necessario distinguere tra effetto placebo e soddisfazione vera.
La soddisfazione vera, quale è quella che si prova mangiando qualche buon cibo, comporta un rimedio ad uno stato di sfinitezza perché attua un recupero di forze.
L’effetto placebo invece non fa recuperare nulla.
3. Riconoscere l’esistenza di Dio non è un benevolo inganno, ma risponde ad un reale interrogativo che è esclusivo della persona umana. Solo gli uomini tra tutti gli esseri di questo mondo si pongono tale domanda.
Ora, la persona umana proprio perché è dotata di ragione, ha la capacità di giudicare se una determinata proposizione sia vera o falsa.
Questo modo di procedere non è valido solo per la matematica ma anche per altri ambiti della nostra vita.
Proprio per questo, discutendo su un determinato problema e proprio in forza della discussione, siamo in grado di dire se un determinato ragionamento sia corretto o sbagliato, logico o illogico.
Giungere ad una conclusione certa e inequivocabile non è pertanto un effetto placebo, ma è secondo le esigenze della ragione. Ed è proprio per questo che dà soddisfazione.
4. Per riconoscere l’esistenza di Dio non è necessario cercare miracoli.
Tutto parla di lui. È sufficiente guardare il creato. Tutto rivela la sua onnipotenza, la sua infinita sapienza e la sua bontà perché tutto sussiste per suo volere, tutto è fatto secondo una precisione e una sapienza mirabile, tutto è stato creato per pura sua bontà.
Per questo San Paolo dice che “l’ira di Dio si rivela dal cielo contro ogni empietà e ogni ingiustizia di uomini che soffocano la verità nell’ingiustizia, poiché ciò che di Dio si può conoscere è loro manifesto; Dio stesso lo ha manifestato a loro. Infatti le sue perfezioni invisibili, ossia la sua eterna potenza e divinità, vengono contemplate e comprese dalla creazione del mondo attraverso le opere da lui compiute. Essi dunque non hanno alcun motivo di scusa perché, pur avendo conosciuto Dio, non lo hanno glorificato né ringraziato come Dio, ma si sono perduti nei loro vani ragionamenti e la loro mente ottusa si è ottenebrata. Mentre si dichiaravano sapienti, sono diventati stolti” (Rm 1,18-22).
5. Di recente mi è capitato di leggere un libretto intitolato “Conversazioni sul cristianesimo” (editrice ESD). Sono le conversazioni di Napoleone con alcuni generali dell’esercito francese che gli facevano compagnia nell’isola di Sant’Elena.
Uno di questi si pose diverse domande tra le quali: “Lei crede in Dio. Ma Dio chi è?”.
Napoleone, che era consapevole di essere un genio militare, rispose: “Che cosa ne so io?
Piuttosto risponda lei a questa domanda: che cos’è il genio?
Le faccio un esempio, se durante una battaglia le cose si mettono male, lei che cosa fa? Non guarda al genio dell’imperatore. Il genio non si vede da solo, ma dagli effetti, perché degli effetti se risale la causa.
Così anche per questo mondo, quando rifletto e quando guardo la natura: dico: Dio! Sì, Dio c’è”.
Come a dire: se le mie vittorie hanno convinto tanti a credere in me, così l’universo convince a credere in Dio. I mirabili effetti dell’onnipotenza divina non sono più eloquenti delle mie vittorie?
6. Poco più avanti si leggono altre sue parole: “Dio perdona molte cose, ma non l’orrore degli atei e dei materialisti. Che cosa vuole che abbia in comune con l’uomo che non crede all’esistenza dell’anima e che crede che l’uomo sia un mucchio di fango? Che cosa vuole che abbia in comune con un uomo che pretende che io sia, come lui pensa di essere, solo un mucchio di fango?”.
Queste parole sembrano un eco di quelle di San Paolo quando afferma che quelli che non riconoscono l’esistenza di Dio dalle opere da lui fatte “sono senza scusa” (Rm 1,20).
7. I turbamenti che hai provato sono più di carattere psicologico che di indole morale.
Dio stesso a volte permette i dubbi perché possiamo trovare in maniera più profonda le motivazioni della nostra fede.
Pertanto devi stare sereno.
8. Mi piace concludere con una bella espressione di Sant’Agostino: “Interroga la bellezza della terra, del mare, dell’aria rarefatta e dovunque espansa; interroga la bellezza del cielo… interroga tutte queste realtà. Tutte ti risponderanno: guardaci pure e osserva come siamo belle. La loro bellezza è come un loro inno di lode. Ora, queste creature, così belle ma pur mutevoli, chi le ha fatte se non uno che è bello in modo immutabile?” (Sermoni, 24).
Con l’augurio che tu possa ritrovare il fervore nella comunione con Dio, ti benedico e ti assicuro la mia preghiera.
Padre Angelo