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Quesito
Carissimo Padre Angelo,
sono Pamela le chiedo come si rafforza la fede quando la vita ci mette davanti cose molto difficili da superare come nel mio caso che vedo ogni giorno i miei genitori sofferenti per la morte di mia sorella avvenuta l’anno scorso per un tumore cerebrale a soli 48 anni.
Le chiedo cristianamente il significato di una morte prematura e l’approccio migliore per i miei genitori con la consapevolezza che non esiste un manuale di istruzioni.
La ringrazio anticipatamente per i buoni consigli che mi darà.
Buona giornata
Risposta del sacerdote
Cara Pamela,
1. comprendo benissimo la sofferenza dei tuoi genitori.
Sarebbe anche la mia se mi trovassi al loro posto.
Noi non troviamo motivazioni per accettare una simile tragedia, se non quella di rassegnarsi dinanzi ad un evento dinanzi al quale non possiamo fare nulla.
2. Per noi che sopravviviamo alle morti precoci c’è da prendere consapevolezza che non abbiamo alcun diritto nei confronti della vita e che se sopravviviamo in salute non abbiamo alcun merito da accampare. È tutto dono gratuito.
Se rientriamo per un attimo in noi stessi e ci mettiamo davanti a Dio, sentiamo solo il dovere di ringraziare per essere ancora qui.
3. Nello stesso tempo percepiamo che il tempo si fa breve e si potrebbe essere chiamati all’altra riva da momento all’altro. E che la cosa più importante, passando di là, sarà quella di risultare graditi a Dio potendo dire: “Signore, mi hai consegnato cinque talenti; ecco, ne ho guadagnati altri cinque” (Mt 25,20).
Confido che per tua sorella sia proprio avvenuto così e che il Signore accogliendola le abbia rivolto le parole promesse nel Vangelo: “Bene, servo buono e fedele, sei stato fedele nel poco, ti darò potere su molto; prendi parte alla gioia del tuo padrone” (Mt 25,21).
4. Se si è vissuto bene, sono queste le parole più belle e più confortanti, che gettano grande luce sul post mortem.
Sono parole che aprono un orizzonte nuovo per cui, pur persistendo il dolore per la separazione, si continua a vivere una comunione spirituale, un dare e un ricevere reciproco senza più alcun fraintendimento. Se ce ne fosse bisogno, ci si perdona di cuore e si domanda perdono.
Come sono belle e puntuali le parole della liturgia della Chiesa al momento delle esequie quando dice: “Ai tuoi fedeli, Signore, la vita non è tolta, ma trasformata; e mentre si distrugge la dimora di questo esilio terreno, viene preparata una abitazione eterna nel cielo”.
5. E poiché nulla di impuro entra nella Gerusalemme celeste (cfr. Ap 21,27) ci si affretta ad aiutare l’anima del nostro congiunto con la preghiera di suffragio.
Pensando a questo, si sente il bisogno di parlare di meno e di pregare di più.
Non c’è niente di meglio da donare ai nostri defunti che la nostra cordiale preghiera per la loro purificazione e affrettare il loro ingresso in paradiso.
6. Che dire pertanto ai tuoi genitori in questo dramma?
Devi aiutarli a tenere lo sguardo sollevato verso l’alto per accompagnare tua sorella a vivere in Dio, la dove c’è “gioia piena alla sua presenza, dolcezza senza fine alla sua destra” (cfr. Sal 16,11).
7. Solo così non si perde tempo, si evita di rimanere vittime dello sconforto e si guarda al momento in cui ci si potrà riabbracciare di nuovo in Dio.
Pur nel dolore, si è sollevati perché la comunione d’amore continua e si evita di essere “tristi come gli altri che non hanno speranza” (1 Ts 4,13).
Vicino a te e ai tuoi genitori nel dolore, vi benedico e vi ricordo nella preghiera.
Padre Angelo