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Quesito

Caro padre Angelo,
gradirei un chiarimento sul vangelo di ieri allorché Gesù dice “il Padre è più grande di me”.
Durante l’omelia il prete non ha commentato questa frase- tra l’altro difficile da spiegare-.
Alla fine della messa ho chiesto io spiegazioni, ma il concetto troppo teologico per la mia testolina, non è rimasto impigliato tra le fibre del mio cervello.
Potete consigliarmi un testo… mandarmi una spiegazione scritta in modo da leggerla e rileggerla più volte.?
Il perchè è presto detto: i testimoni di Geova… e altro non dico.
Grazie


Risposta del sacerdote

Carissimo,
1. se riportiamo tutto il versetto l’affermazione di Gesù è più comprensibile.
Gesù dice: “se mi amaste, vi rallegrereste che io vado dal Padre, perché il Padre è più grande di me” (Gv 14,28).
Ebbene, Gesù va al Padre in quanto uomo, non in quanto Dio, perché in quanto Dio è uguale al Padre e in questo senso dice: “Io e il Padre siamo una cosa sola” (Gv 10,30).
E allora in quanto entra in cielo con la sua natura umana può dire “il Padre è più grande di me”.

2. San Tommaso d’Aquino, nel suo Commento al vangelo di Giovanni, scrive: “Da queste parole Ario prese l’occasione per spropositare, dicendo che il Padre è superiore al Figlio. Errore che viene confutato dalle parole stesse del Signore. Infatti la frase: «Il Padre è maggiore di me», è nello stesso contesto dell’altra: «Io vado al Padre». Ora, come il Figlio viene a noi secondo la natura umana (cfr.: “In principio era il Verbo, e il Verbo era presso Dio… e il Verbo si fece carne e venne ad abitare in mezzo a noi”, Gv 1,1.14) così va al Padre secondo la medesima natura umana.
Perciò anche quando dice: «È maggiore di me», lo afferma non in quanto Figlio di Dio, ma in quanto Figlio dell’uomo, e sotto tale aspetto non solo egli è minore del Padre e dello Spirito Santo, ma persino degli angeli (cfr. Eb 2,9: “Quel Gesù che è stato fatto un poco inferiore agli angeli, noi lo vediamo, per via della morte patita, coronato di gloria e di onore”).
Anzi, fu inferiore persino ad alcuni uomini, cioè ai genitori, ai quali in certe cose era sottoposto, come si legge in Lc 2,51. Egli quindi era inferiore al Padre secondo la sua umanità, ma era a lui eguale secondo la Divinità. Come dice Paolo (Fil 2, 6-7): «il quale, pur essendo di natura divina, non considerò un tesoro geloso la sua uguaglianza con Dio; ma spogliò se stesso, assumendo la condizione di servo e divenendo simile agli uomini»”.

3. Come avrai notato, san Tommaso ha detto che Ario “prese l’occasione per spropositare”.
Potrei dire che i testimoni di Geova sono particolarmente abili per non perdere un’occasione per fare altrettanto, per spropositare in tutto.

Ti ringrazio, ti ricordo al Signore e ti benedico.
Padre Angelo