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Caro Padre Angelo,
all’inizio di maggio del corrente anno (2017) quando le chiedevo di entrare a far parte della Confraternita del Santo Rosario (per i cui benefici continuo a gioire e che cerco di diffondere tra le mie conoscenze) le avevo accennato anche ad una mia possibile vocazione domenicana. Le faccio presente ancora il mio essere compaesano del santo domenicano martire in Giappone Giacinto Giordano Ansalone della compagnia di martiri di San Lorenzo Ruiz (memoria 28 settembre). Questo certamente tanto influisce sul mio cammino di 17enne, come anche l’azione evangelizzatrice che lei attua in questo sito è stata per motivo di grande riflessione. Nelle sue molteplici lettere ho potuto infatti scorgere una Verità meravigliosa che mi ha spinto a non allontanarmi dalla parrocchia dopo la Cresima e ad iniziare anzi dei servizi per la comunità: ad oggi mi occupo del servizio liturgico anche con la formazione dei ministranti (ho servito la messa per la prima volta dopo la Cresima a 15 anni), sono catechista e parte del “Gruppo giovani” della mia comunità. Mi risulta difficile spiegare in pienezza il sentimento interiore che costituisce il perché di questa attrazione verso l’Ordine dei Predicatori… gli aspetti che più mi attraggono sono il rapporto speciale con la Madonna attraverso il Rosario e lo studio che io amo molto. Quel motto di San Tommaso “contemplari et contemplata aliis tradere” risulta ai miei occhi una sintesi perfetta di vita apostolica, il perfetto equilibrio tra l’operosità di Marta e la contemplazione di Maria. Pensare di indossare il vostro abito meraviglioso vivendo nel silenzio di un convento e allo stesso tempo fare una vita apostolica fondata su questa predicazione incessante intesa come missione “ad gentes” è per il mio cuore una luce infinita. In una sola parola: gioia.
Al momento sto frequentando il quarto anno del liceo scientifico e sono sotto la direzione spirituale di un sacerdote a cui ho parlato di questo mio desiderio. Le chiedo un suo parere, qualche consiglio sia spirituale che pratico considerando la mia età e il mio stato attuale. La ringrazio in anticipo e le assicuro la mia preghiera nel Rosario e nella Santa Messa a cui parteciperò stasera.
Cordialmente,
Giovanni
Caro Giovanni,
1. non solo io, ma quanti nostri visitatori si compiaceranno nel leggere la tua mail!
Quando si sente che è spuntata una vocazione tutti si rallegrano.
C’è qualche cosa di grande nel sorgere di una vocazione.
È come se una grazia scendesse sopra tutti.
Nella vocazione al sacerdozio o alla vita consacrata sembra che si ripeta la promessa fatta da Dio ad Abramo: “Farò di te una grande nazione e ti benedirò, renderò grande il tuo nome e possa tu essere una benedizione” (Gn 12,2).
Vi è dunque una promessa di benedizione per molti.
2. Sei già fin d’ora benedetto per lo sguardo che il Signore ti ha rivolto.
Forse adesso non te ne accorgi, perché ti sembra tutto normale.
Ma più avanti negli anni, quando guarderai a ritroso la tua vita, ti accorgerai che è stata una continua liberazione da molti mali e una benedizione incessante.
Nel frattempo Dio riverserà su di te grazia su grazia perché tu possa essere una benedizione per tutti.
3. La benedizione che tu porterai con la tua presenza, con la tua vita e con la tua predicazione è Gesù Cristo, che è la più grande benedizione che una persona può incontrare, ricevere e possedere.
Senza di Lui siamo vuoti e miserabilissimi.
Con Lui abbiano tutto: luce nella mente, “gioia piena” e “dolcezza senza fine” (Sal 16,11) a motivo della sua presenza nel nostro cuore.
4. Per questo Dio parlando con Abramo dice ancora: “Benedirò coloro che ti benediranno e coloro che ti malediranno maledirò, e in te si diranno benedette tutte le famiglie della terra” (Gn 12,3).
Quanti saranno interiormente arricchiti per il ministero che svolgerai!
Quanti diranno “la presenza del tal padre in mezzo a noi è una benedizione e una grazia inestimabile per noi stessi, per i nostri figli, per tutti”!
5. Ma adesso vengo alle due motivazioni per le quali ti senti particolarmente attratto verso l’Ordine dei Predicatori (i domenicani).
La prima che hai menzionato è “il rapporto speciale (che i domenicani hanno) con la Madonna attraverso il Rosario”.
Qui hai colto nel giusto la nostra interiore ricchezza.
Il Rosario non è semplicemente una preghiera, ma è principalmente un mezzo per incontrare Cristo, per riceverlo e possederlo.
Tutto nel Rosario è ordinato a questo.
E la conoscenza, l’accoglienza e il possesso di Cristo con il Rosario viene attuato nel migliore dei modi possibile, e cioè stando in compagnia di Maria.
Da Lei infatti durante la preghiera del Rosario ci facciamo raccontare la vita di Cristo, con i suoi sentimenti l’accogliamo, la supplichiamo e poi la doniamo agli altri.
È un contemplari (e cioè uno stare uniti a Cristo) e un contemplata aliis tradere (donare Cristo che trabocca dal nostro cuore) attuato nel migliore dei modi possibile: con Maria.
Era quanto aveva intuito il tuo grande conterraneo san Giacinto Giordano Ansalone.
6. E poi c’è un’altra cosa che ti attrae verso l’Ordine dei Predicatori: “lo studio che io amo molto”.
Lo studio è per noi domenicani una forma di amore verso Dio e verso il prossimo perché desideriamo conoscere sempre meglio Colui che è l’oggetto della nostra vita e Colui al quale tutti gli uomini aspirano.
7. Di San Ludovico Bertrando che fu maestro dei novizi domenicani e attualmente ne è il celeste protettore si legge che era premurosissimo di tenere i novizi occupati nello studio “perché aveva sperimentato, come scrisse di lui un suo novizio, che nell’Ordine di San Domenico i più dotti erano anche i più timorati di Dio, i più amatori della cella, i più ritirati, i più prudenti in ogni loro compito”.
Per i domenicani lo studio non è semplicemente un esercizio di serietà, ma molto di più è un atto di culto e di amore verso Dio e verso il prossimo.
Come ricordano le nostre Costituzioni “lo studio assiduo nutre la contemplazione, favorisce la pratica dei consigli evangelici (povertà, castità e obbedienza) con consapevole fedeltà, costituisce una forma di ascesi per il perseverante e arduo sforzo ed è infine un’eccellente osservanza regolare in quanto elemento essenziale di tutta la nostra vita” (LCO 83).
7. Ed ecco alcuni consigli pratici che ti presento per nutrire la tua vita spirituale e la tua vocazione:
– poiché sei ministrante all’altare ti consiglio di dedicare sempre uno spazio di preghiera al termine della Messa. Ripenserai a quello che il Signore ti ha detto e ti impegnerai a farlo fruttificare nella tua vita;
– puoi fare questo recitando una terza parte del Santo Rosario. In tal modo con Maria accogli Gesù e insieme a Lei offri la tua vita e il tuo affetto al Signore e al tuo prossimo.
– ti consiglio, se puoi, L’Eucaristia quotidiana, che dev’essere il momento più alto e più importante di tutta la giornata;
– ti consiglio la confessionale settimanale, fatta sempre col medesimo confessore;
– ti esorto a coltivare la purezza, perché è indispensabile per poter stare unito al Signore nella contemplazione e per stare unito santamente col tuo prossimo.
– ti esorto ad essere fedele ai tuoi doveri quotidiani sia come forma di ascesi (penitenza) sia soprattutto come esercizio di carità per cui attraverso queste vie segrete desideri cooperare alla salvezza di molti. In questo modo diventi padre e generatore di anime a Cristo.
– ti consiglio infine di avere con te sempre qualche buon libro che ti aiuti a penetrare nella verità e a rendere più solida e attraente la tua vita di fede.
Certo che molti visitatori pregheranno volentieri per te e per la buona riuscita della tua vocazione, ti assicuro anch’io la mia preghiera e ti benedico.
Padre Angelo