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Quesito

Carissimo padre Angelo,
Un’altra figura che mi viene in mente è Fra Marco d’Aviano recentemente beatificato.
Se non erro ha incoraggiato tutti i principi cristiani a fare fronte comune contro la minaccia ottomana. Ok, fino a qui è una cosa positiva perchè ammetto che se non ci fosse stata quella difesa forse l’occidente non sarebbe stato quello di adesso.
Però i tanti ottomani uccisi dai cristiani, non sono peccati CONTRO DIO?
È vero anche che fu un uomo giusto nei confronti di alcuni ottomani asserragliati in un palazzo se non erro, evitò una strage e fu ammirato pure dai suoi avversari, ma rimane comunque il fatto che il cristiano E’ UN PACIFISTA? Oppure deve ricorrere alla forza e alle armi per garantire la pace? Insomma quando il papa fa degli accorati appelli contro la guerra dicendo che la guerra non porta niente di buono.
Mi spiace tantissimo Padre, non voglio essere arrogante, ma la guerra allora forse può essere legittima in certi casi, riconosco di essere confuso. Nel vangelo esiste qualche passo dove il Signore ammette la legittima difesa?
Un ricordo nella preghiera
BENNY


Risposta del sacerdote

Carissimo Benny,
ti riporto l’insegnamento della Chiesa nel Catechismo pubblicato da Giovanni Paolo II.
I seguenti paragrafi hanno come titolo “Evitare la guerra”.

“Il quinto comandamento proibisce la distruzione volontaria della vita umana. A causa dei mali e delle ingiustizie che ogni guerra provoca, la Chiesa con insistenza esorta tutti a pregare e ad operare perché la Bontà divina ci liberi dall’antica schiavitù della guerra” (CCC 2307).

“Tutti i cittadini e tutti i governanti sono tenuti ad adoperarsi per evitare le guerre.
«Fintantoché esisterà il pericolo della guerra e non ci sarà un’autorità internazionale competente, munita di forze efficaci, una volta esaurite tutte le possibilità di un pacifico accomodamento, non si potrà negare ai governi il diritto di una legittima difesa» (Conc. Ecum. Vat. II, Gaudium et spes, 81) (CCC 2308).

“Si devono considerare con rigore le strette condizioni che giustificano una legittima difesa con la forza militare. Tale decisione, per la sua gravità, è sottomessa a rigorose condizioni di legittimità morale. Occorre contemporaneamente:
– Che il danno causato dall’aggressore alla nazione o alla comunità delle nazioni sia durevole, grave e certo.
– Che tutti gli altri mezzi per porvi fine si siano rivelati impraticabili o inefficaci.
– Che ci siano fondate condizioni di successo.
– Che il ricorso alle armi non provochi mali e disordini più gravi del male da eliminare. Nella valutazione di questa condizione ha un grandissimo peso la potenza dei moderni mezzi di distruzione.
Questi sono gli elementi tradizionali elencati nella dottrina detta della «guerra giusta».
La valutazione di tali condizioni di legittimità morale spetta al giudizio prudente di coloro che hanno la responsabilità del bene comune” (CCC 2309).

I pubblici poteri, in questo caso, hanno il diritto e il dovere di imporre ai cittadini gli obblighi necessari alla difesa nazionale.
Coloro che si dedicano al servizio della patria nella vita militare sono servitori della sicurezza e della libertà dei popoli. Se rettamente adempiono il loro dovere, concorrono veramente al bene comune della nazione e al mantenimento della pace” (CCC 2310).

“I pubblici poteri provvederanno equamente al caso di coloro che, per motivi di coscienza, ricusano l’uso delle armi; essi sono nondimeno tenuti a prestare qualche altra forma di servizio alla comunità umana” (CCC 2311).

Caro Benny, la Chiesa è operatrice di pace, ma non è pacifista. Sa che vi sono esigenze di giustizia da rispettare. E il non farlo costituirebbe un’offesa per gli innocenti e un incentivo per i delinquenti.
Mi chiedi anche se nella sacra Scrittura vi siano passi in cui si dichiara giusta la guerra.
Ebbene nell’Antico Testamento vi sono molti passi che assomigliano alle vicende di Giovanna d’Arco.
Inoltre Gesù è venuto a portare la pace, ma usa talvolta delle metafore assunte dal gergo militare. Ad esempio: “Oppure quale re, partendo in guerra contro un altro re, non siede prima a esaminare se può affrontare con diecimila uomini chi gli viene incontro con ventimila? Se no, mentre l’altro è ancora lontano, gli manda un’ambasceria per la pace” (Lc 14,31-32).
Inoltre al centurione romano, appartenente al popolo degli invasori, non dice: Che cosa fai qui? Ma: “Non ho mai trovato una fede così grande”.

Ti ringrazio, ti saluto, ti seguo con la preghiera e ti benedico.
Padre Angelo