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Quesito
Caro Padre Angelo,
ero giovanissima quando ho sposato davanti a Dio un ragazzo per espressa mia volontà. Lui voleva convivere e non era interessato al matrimonio, non voleva neanche figli, ma io non volevo assolutamente la convivenza e l’ho convinto al matrimonio.
Subito dopo il matrimonio, lui è diventato diverso, mi picchiava e mi forzava a rapporti intimi anche contro la mia volontà, la mia vita era diventata un incubo. Non avevo il coraggio di raccontare queste cose a nessuno, i miei genitori erano all’oscuro, non volevo farli soffrire, così preferivo soffrire io. In questo stato d’animo ho conosciuto un ragazzo che mi trattava con dolcezza, che mi ha fatto capire che tutto questo era sbagliato, che non dovevo essere trattata così, che avevo diritto ad essere amata e dopo grandi tormenti ho lasciato quello che era mio marito e così, ancora molto giovane, mi sono rifatta una vita con questo ragazzo che da ben molti anni ormai è mio marito, purtroppo solo civilmente. Ho sofferto molto all’epoca quando ho preso quella decisione, ma con il mio attuale marito sono rinata e diventata una donna serena e finalmente mi sono sentita veramente amata. Con lui ho avuto diversi figli e siamo sempre stati una famiglia felice e agli occhi degli altri un modello da seguire per unità e valori. Abbiamo sempre frequentato la parrocchia e le S. Messe domenicali, i nostri figli sono cresciuti con i valori cristiani e sono molto credenti, specialmente i due più piccoli ma non abbiamo mai raccontato loro che non siamo sposati in chiesa perchè è una cosa di cui io mi vergogno, così non abbiamo mai toccato l’argomento. Abbiamo sempre ricevuto la S. Comunione senza grossi problemi, anche perchè la nostra parrocchia è all’oscuro della nostra storia e tutti sono convinti che noi siamo una famiglia cristiana regolare. Alcuni anni fa abbiamo fatto un pellegrinaggio a Medugorje, e da quel momento la nostra vita è cambiata. Sia io che mio marito abbiamo capito di essere in peccato grave, e per prima cosa da quel giorno abbiamo scelto la castità. Il sacerdote che mi ha confessato, al quale ho raccontato tutto, mi ha assolto e mi ha detto che posso confessarmi e fare la S. Comunione purché si mantenga questo stato di castità attuale e mi ha assolto dai peccati precedenti che mi pesavano così tanto sul cuore. Io quindi sto continuando regolarmente a confessarmi mensilmente e a fare la S. Comunione tutte le volte che vado a Messa, la domenica e anche nelle Messe infrasettimanali a cui partecipo, prego molto, ma non mi sento comunque completamente a posto anche se sono stata assolta, mi sento ancora "sporca" agli occhi del Signore. E’giusto quello che mi ha detto quel sacerdote? Io posso essere tranquilla e fare la Comunione e confessarmi? La ringrazio di avere ascoltato questo sfogo, la cosa più importante che sento nel cuore è il desiderio che il Signore mi perdoni e mi accolga nelle sue braccia, non voglio offenderlo mai più. Cristina
Risposta del sacerdote
Carissima Cristina,
1. solo oggi sono giunto a rispondere alle email giuntemi l’11 giugno.
Come prima cosa ti rassicuro: quello che ti ha detto ii sacerdote è vero: dal momento che avete deciso di vivere in assoluta castità e nello stesso tempo non potete separarvi perché la presenza di diversi figli richiede la vostra presenza in famiglia, puoi fare la S. Comunione.
È per te una grazia straordinaria.
Puoi ricevere il Signore che si mette a tua disposizione e puoi chiedergli grazie finché vuoi per voi due e soprattutto per i vostri carissimi figli.
2. Ricorderai il vangelo di ieri. Il Signore ha moltiplicato i pani e ne diede a quanti erano seduti finché ne vollero.
Non ha mai detto: “adesso basta. Ne hai già ricevuto tanto”. E la stessa cosa fa con noi durante la S. Comunione. Non dice mai “adesso basta nel domandare grazie” . Anzi è disposto a darcene “finché vogliamo”.
3. Sono contento perché avrete preferito la S. Comunione ai rapporti sessuali.
In questo caso il Signore vede chiaramente che voi non volete anteporre nulla al suo amore. Lui è davvero al primo posto.
E spero che il Signore vi benedica chiamando qualcuno dei vostri figli al sacerdozio.
4. Sono convinto che per questa vostra castità voi due vi volete adesso un bene ancora più grande. E che tu stimi sempre di più tuo marito che si dimostra signore di se stesso e che nella vita è ordinato a cercare quello che più conta: la grazia e la presenza di Dio nell’anima e conseguentemente all’interno delle vostre pareti domestiche.
5. Sono contento anche del bell’itinerario di vita cristiana, impegnata come sei a frequentare l’Eucaristia la domenica ma anche durante la settimana e a confessarti mensilmente.
Penso che tutto questo incida molto favorevolmente nell’educazione dei tuoi figli. Il clima cristiano lo respirano all’interno della loro famiglia.
6. Pur potendo fare la S. Comunione, tuttavia sei ancora “irregolare” davanti a Dio e alla Chiesa. È questo il motivo di quel certo disagio che continui a provare.
Secondo me non sarebbe male che tu possa prendere in considerazione anche di poter rivedere in gran segreto il tuo primo matrimonio. E, ottenuta la nullità, regolarizzare il tuo matrimonio con decreto del vescovo senza fare il matrimonio in Chiesa.
Ma per questo non c’è fretta.
Ti assicuro la mia preghiera per voi due e per i vostri figli e tutti di cuore vi benedico.
Padre Angelo