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Salve Padre Angelo,
ho letto anche che i martiri non vanno neanche in Purgatorio, in quanto ricevono un battesimo nel sangue, che equivale addirittura al battesimo vero e proprio?
È vero?
La ringrazio immensamente per il Servizio che Lei svolge via Internet, La ricordo nella preghiera al Signore e a Maria Santissima.
Marco
Caro Marco,
1. sì, è vero quello che hai letto.
Essere disposti a dare la propria vita a motivo della fede in Cristo è senza dubbio l’atto più perfetto di amore verso di Lui.
Questo amore per il Signore nella Sacra Scrittura viene chiamato carità.
E la carità, come ricorda San Pietro, copre una moltitudine di peccati (1 Pt 4,8).
2. Secondo la dottrina della Chiesa il martirio rende santo (giustifica) il peccatore, anche se non fosse ancora battezzato, ma solo catecumeno.
Tertulliano scrive: “Noi abbiamo anche un secondo Battesimo, anch’esso unico ed identico, cioè quello di sangue, di cui il Signore dice: Devo essere battezzato con un Battesimo, benché già fosse battezzato.
È il Battesimo che supplisce alla mancanza del Battesimo di acqua o che lo restituisce quand’è stato perduto” (De Baptismo, 16).
Nella Tradizione di Sant’Ippolito si legge che se un catecumeno è ucciso durante la persecuzione “viene giustificato (santificato); infatti uno riceve il Battesimo nel proprio sangue”.
A sua volta San Cipriano scrive a proposito dei catecumeni che hanno subito il martirio: “Essi non sono privati del sacramento del Battesimo, poiché sono stati battezzati in un più glorioso e più grande Battesimo, quello del loro sangue, di cui il Signore ha parlato in Lc 12,50” (Ep. 73, 22).
E Sant’Agostino, fondandosi su alcuni passi della Scrittura, come Mt 10,32; 16,25 e Sal 115,15, scrive: “La morte di coloro che pur non essendo stati purificati dal lavacro di rigenerazione muoiono per la fede di Cristo ha tanto valore per rimettere loro i peccati quanto ne ha il santo Battesimo” » (De Civitate Dei 13,7).
3. Inoltre elimina ogni peccato mortale e veniale e sconta tutta la pena temporale per i peccati passati.
4. Ogni martire dunque entra subito in cielo, senza passare per il purgatorio.
Innocenzo III scrive che fa ingiuria al martire chi prega per lui (De Contemptu mundi, 3, X, 41, 6).
5. Questo è il motivo per cui la Chiesa per la beatificazione di un martire dispensa dal processo sul grado eroico delle virtù e non chiede il miracolo.
Lo chiede invece per la sua canonizzazione.
6. Negli adulti si richiede che vi sia almeno un pentimento imperfetto dei propri peccati.
Infatti se nemmeno il battesimo rimette i peccati senza un minimo di pentimento, a maggior ragione lo esige il martirio.
Tuttavia giustamente si ritiene che nell’accettazione volontaria della morte per confessare la propria fede in Cristo sia già implicito il dolore dei propri peccati.
7. Il martirio merita un notevole aumento di grazia e di gloria.
E merita anche una speciale corona nel cielo, chiamata aureola.
San Tommaso dice che si tratta di una gioia (gaudium) o di un premio privilegiato, corrispondente ad una privilegiata vittoria (In IV Sent., dist. 49, q. 5, a. 3).
Ti auguro ogni bene, ti ricordo al Signore e ti benedico.
Padre Angelo